Preoccupazioni sull’inquinamento elettromagnetico da antenne di telefonia mobile e sulle carenze nei monitoraggi. Interrogazione M5s in Regione
Negli ultimi giorni la consigliera regionale M5s Maria Rosaria Capozzi, dando voce alle preoccupazioni sull’inquinamento elettromagnetico che vengono in particolare da cittadini di alcune aree della città di Udine ( e non solo), ha messo al centro delle proprie attenzioni la questione 5g. Scrive in una sua nota giovedì scorso: “È necessario realizzare in fretta lo studio e il monitoraggio dell’impatto sulla salute umana e sull’ambiente delle nuove infrastrutture e reti 5G, al fine di garantire e tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini, preoccupati per il proliferare di antenne anche vicino alle proprie abitazioni”. L’oggetto in realtà è anche contenuto di una mozione depositata negli uffici dell’Assemblea legislativa del Friuli Venezia Giulia, Capozzi, auspicando al tempo stesso “il finanziamento per consentire, a tal fine, la collaborazione con l’Agenzia regionale per la Protezione dell’ambiente (Arpa) e le Aziende del Sistema Sanitario Regionale”. “Sono numerosi gli studi spiga la consigliera pentastellata, che consentono di rassicurare sull’uso del 5G, ma sono ancora molti anche gli elementi da approfondire. A partire dal sommarsi di campi elettromagnetici in presenza dei vecchi segnali: 3G, 4G, Umts e tutti quelli che sono ancora attivi. Siamo convinti – aggiunge l’esponente pentastellata, facendo riferimento ai contenuti della sua istanza dal titolo ‘Studiare le conseguenze della telefonia mobile sulla salute e sull’ambiente’ – della necessità di approfondire il tema in maniera esauriente per informare e rassicurare definitivamente i nostri cittadini, escludendo possibili ricadute su di loro e i territori che li circondano, prima che vengano approvate nuove antenne”.
“Partendo dai contenuti del Codice Europeo delle Comunicazioni Elettroniche, emesso con l’obiettivo di sviluppare le infrastrutture di rete a banda larga, compresa la rete mobile e il 5G, siamo consapevoli – precisa Capozzi – che sarà necessario modificare e/o migliorare le infrastrutture attraverso un sistema di monitoraggio che comprenda non solo le reti nuove, ma anche il sistema globale di reti e campi elettromagnetici preesistente”. “Va ricordato che, nel 2023, una legge nazionale ha innalzato il limite di emissione delle antenne SRB dagli attuali 6V/m a 15V/m, mentre già dieci anni prima – dettaglia la rappresentante del M5S – l’Agenzia internazionale per la Ricerca sul cancro (Iarc) aveva definito i campi elettromagnetici a radiofrequenze come possibili agenti cancerogeni per gli effetti sui tumori della testa legati all’uso prolungato del cellulare. Inoltre, altre verifiche scientifiche avevano in seguito riguardato con risultati contrastanti anche le stazioni radiobase (Srb)”. “Su queste basi, e con il crescente utilizzo di tali nuove tecnologie, paiono perciò legittime le preoccupazioni dei cittadini rispetto alle ulteriori emissioni del 5G, combinate ad altre forme elettromagnetiche, che ora – sottolinea la mozione pentastellata – rendono necessari studi condotti da enti terzi all’Amministrazione regionale all’insegna della trasparenza e della piena accessibilità delle informazioni alla comunità. Soprattutto in caso dell’installazione di nuove antenne vicino a scuole, ospedali e aree residenziali”.
“Condividendo quanto espresso dal Comitato Economico e Sociale Europeo (Cese), ovvero che ‘nel nuovo contesto di iperdigitalizzazione, iperautomazione e iperconnettività favorito dall’introduzione del 5G, bisognerà aggiornare i meccanismi istituzionali volti a tutelare tutti i diritti umani’, ricordiamo – conclude Capozzi – anche che il Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (Tfue) prevede che in caso di pericoli, anche solo potenziali, debba essere assicurato un alto livello di protezione”. Queta mattina la stessa Capozzi torna sull’argomento chiedendosi: “Come mai sul sito di Arpa Fvg non sono ancora stati pubblicati i bollettini di monitoraggio semestrali per quanto riguarda le misurazioni dei campi elettromagnetici e 5G presso gli impianti di telefonia mobile regionali e il numero di pareri preventivi rilasciati dall’Agenzia dal luglio 2023 a oggi?”. “Dopo il deposito della nostra interrogazione – aggiunge l’esponente pentastellata, facendo riferimento alla sua istanza all’Esecutivo dal titolo ‘Sulla carenza di informazioni inerenti il 5G nel sito di Arpa Fvg’ – è stata in parte aggiornata la mappa con le misure rilevate sui campi elettromagnetici, ma in molti punti le rilevazioni risalgono ancora al 2023. Inoltre, abbiamo richiesto se sia possibile aggiornare con i più recenti studi scientifici in materia gli elementi in possesso dell’Agenzia regionale per la Protezione dell’ambiente, attualmente fermi al 2022, circa gli effetti dell’esposizione per quanto riguarda l’uomo, la flora e la fauna ai campi elettromagnetici legati agli impianti di telefonia mobile”. “Infine, attendiamo di appurare – dettaglia Capozzi, reduce anche dalla presentazione agli uffici dell’Assemblea legislativa regionale della mozione ‘Studiare le conseguenze della telefonia mobile sulla salute e sull’ambiente’ – chi finanzierà i progetti previsti dallo studio 5G-Sitacor e quando inizieranno i lavori, nonché quanti e quali siano i Comuni della nostra regione potenzialmente soggetti agli effetti della Legge 95/2024”. “Domande precise – sottolinea la rappresentante del M5S – che attendono altrettante risposte. Ormai da qualche anno, per rassicurare i cittadini, Arpa Fvg ha pubblicato sul proprio portale ufficiale un ‘Focus 5G’ nel quale dovrebbero essere disponibili le informazioni relative ai dati di misura, allo stato degli impianti e alle attività di controllo e monitoraggio che Arpa stessa già da anni mette in opera quotidianamente per verificare i livelli di esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici prodotti dagli impianti per le telecomunicazioni e, oggi, anche della nuova tecnologia 5G. Le informazioni – precisa Capozzi – risultano però aggiornate al 2022, quando si dichiarava che primi impianti fossero già stati attivati, sebbene non fossero ancora a pieno regime”. “Fino a dicembre 2022 – così si conclude l’intervento del capogruppo pentastellato – veniva redatto un bollettino mensile riguardante il monitoraggio del campo elettromagnetico ripartito per le ex province. Poi si è scelto di aggiornarlo con cadenza semestrale, benché quelli riferiti al secondo semestre 2023 e ai due semestri del 2024 non siano mai stati pubblicati, né si sa se siano stati redatti. Intanto, però, contrariamente a quanto ipotizzato dall’Agenzia nell’agosto 2022, ovvero che non ci sarebbe stata una proliferazione di antenne, sul territorio regionale ne sono state collocate 648 per la tecnologia 5G che causano la perplessità e le proteste dei cittadini. Le installazioni avvengono sempre più spesso in zone limitrofe alle abitazioni o agli edifici pubblici frequentati per molte ore anche da minori”.