Presidenziali in Senegal, Macky Sall rieletto al primo turno. Gli oppositori pagano le divisioni
L’Annuncio mette una pietra tombale sulla guerra di cifre, sondaggi e previsioni iniziata poche ore dopo la chiusura dei seggi, quando il primo ministro in carica Mohamed Ben Abdallah Dionne, a conteggio ancora in corso, aveva pre-annunciato la vittoria del presidente uscente con una percentuale del 57%. Trenta minuti dopo, in una conferenza congiunta molto animata, Idrissa Seck e Ousmane Sonko, si erano scagliati contro le dichiarazioni «gravi, vergognose e impudenti» del premier dichiarandosi certi che con i dati in loro possesso, un secondo turno elettorale sarebbe stato inevitabile. Nei dieci giorni di “conteggi” la tensione è stata altissima soprattutto quando sono stati diffuse le prime cifre e percentuali relative a singoli seggi elettorali di villaggi e regioni disseminati in tutto il Senegal, spostando le previsioni dalla vittoria dal secondo turno alla vittoria secca del presidente uscente. In alcune periferie le percentuali “bulgare” raggiunte da Macky Sall nel nord e nord-Est, nelle regioni di Podor e Matam (in alcune circoscrizioni si arriva al 90%) hanno fatto pendere l’ago della bilancia in favore del governo in carica.
I quattro oppositori avevano annunciato una manifestazione in Piazza dell’Obelisco a Dakar ma sono stati anticipati dall’annuncio dei risultati facendo scendere in piazza gli oppositori al regima già la scorsa settimana con manifestazioni all’università Cheick Anta Diop e attorno a tutto il quartiere limitrofo Point E, mentre l’avenue Charles De Gaulle che conduce alla Piazza del’Obelisco è stata presidiata militarmente. Una situazione confusa ed ad alta tensione che permane tutt’ora . Una situazione che potrebbe degenerare dato che Idrissa Seck, non ha convalidato i risultati. Intanto dal palazzo presidenziale Macky Sall giungono notizie di giubilo per una vittoria che ha costruito, secondo gli osservatori, con furbizia a partire dalla maggioranza assoluta del suo partito Apr nell’Assemblea nazionale, con il referendum costituzionale del 2016, le successive modifiche della legge elettorale (i cui effetti hanno eliminato 22 candidati su 27 ) e una politica diffusa di grandi opere infrastrutturali che di fatto hanno creato, almeno in alcune aree, sacche di benessere. Tra le opere realizzate l’aeroporto nuovo di Diass, i 220 km di autostrade, il ponte sul fiume Gambia per facilitare i collegamenti con la Casamance e la T.E.R., il treno espresso regionale (già inaugurato in campagna elettorale ma pronto forse tra sei mesi). In realtà le opere sono state decise e messe in cantiere con un indebitamento spaventoso dal suo predecessore Abdoulaye Wade, ma portate a termine e abilmente scippate dal punto di vista propagandistico da Macky Sall che se ne è preso i meriti.