Quattro serate nel Circuito ERT: Emilio Solfrizzi è Argante nel Malato immaginario di Molière
Emilio Solfrizzi sarà Argante, il protagonista del Malato immaginario, la commedia scritta e interpretata da Molière nel suo ultimo anno di vita, il 1673. Lo spettacolo che si avvale dell’adattamento e della regia di Guglielmo Ferro sarà ospite del Circuito ERT per quattro serate: mercoledì 16 e giovedì 17 febbraio alle 21.00 al Teatro Zancanaro di Sacile, venerdì 18 febbraio alle 20.45 al Teatro Odeon di Latisana e sabato 19 febbraio alle 20.45 al Teatro Pasolini di Casarsa della Delizia. In scena assieme a Solfrizzi ci saranno Lisa Galantini, Antonella Piccolo, Sergio Basile, Cristiano Dessi, Pietro Casella, Mariachiara Di Mitri, Cecilia D’Amico e Rosario Coppolino. La produzione è firmata da Compagnia Molière e La Contrada di Trieste con la collaborazione del Teatro Quirino – Vittorio Gassman. La fuga dalla realtà, l’ipocrisia e la disonestà sono alcuni dei temi che Molière ha voluto affrontare in questa commedia. Argante trascorre il suo tempo a cercare malattie inesistenti per non affrontare “i dardi dell’atroce fortuna”. Sembra quasi che il malato immaginario abbia più paura di vivere che di morire e il suo rifugiarsi nella malattia non sia nient’altro che una fuga dai problemi, dalle prove che l’esistenza gli mette davanti. Cercano di approfittare di questa mania la sua seconda moglie che vorrebbe essere nominata unica erede, i vari medici che Argante consulta e il farmacista.
“La tradizione – spiega il regista Guglielmo Ferro – ha accomunato la malattia con la vecchiaia, identificando di conseguenza il ruolo del malato con un attore anziano o addirittura vecchio, ma Molière lo scrive per se stesso quindi per un uomo sui 50 anni, proprio per queste ragioni un grande attore dell’età di Emilio Solfrizzi può restituire al testo un aspetto importantissimo e certe volte dimenticato: il rifiuto della propria esistenza. La comicità di cui è intriso il capolavoro di Moliere viene così esaltata dall’esplosione di vita che si fa tutt’intorno ad Argante e la sua continua fuga attraverso rimedi e cure di medici improbabili crea situazioni esilaranti”.
La comicità di questo testo lo avvicina al teatro dell’assurdo, Molière nel Malato immaginario anticipa modalità drammaturgiche che solo nel Novecento vedranno la luce. Si ride tanto in questo spettacolo, ma come spesso accade si ride delle nostre debolezze e disgrazie.