Question Time: molti gli argomenti trattati ieri in Consiglio regionale, dalla sanità all’inquinamento
Sono stati i temi della salute e quelli relativi alla Protezione civile a impegnare gran parte del tempo dedicato alle interrogazioni a risposta immediata indirizzate dai consiglieri, tutti di Opposizione, all’assessore regionale Riccardo Riccardi.
Al centro dell’interrogazione posta dalla consigliera Laura Fasiolo (Pd) la richiesta di conoscere lo stato di attuazione del cronoprogramma definito con il Piano operativo regionale telemedicina e le eventuali criticità, ma anche le possibili opportunità emerse in corso d’opera. Replicando, l’esponente della Giunta ha snocciolato i numeri rilevati ai servizi da attivare previsti nel Piano come televisita, teleconsulto, teleassistenza, telemonitoraggio e infrastruttura, nonché i numeri in merito ai pazienti attualmente assistiti.
La scarsa attenzione rivolta al principio di prossimità nel Friuli Occidentale con l’accorpamento previsto nel Piano Attuativo 2024 di Asfo (da 5 distretti a 3 distretti rispetto al 2023) è stato sollevato da Furio Honsell (Open Sinistra Fvg) che ha chiesto chiarimenti su come tale scelta possa incidere sull’entità e sulla prossimità dei servizi di assistenza territoriale in Asfo. In particolar modo, l’assistenza consultoria dell’area materno-infantile territoriale e l’assistenza sanitaria territoriale alle donne per tutte le fasce di età, inclusa la menopausa. Riccardi, fornendo gli orari di apertura dei consultori e i luoghi in cui sono operativi, ha sottolineato come l’accorpamento dei distretti non avrà alcuna ripercussione sui servizi finora forniti che non saranno in alcun modo compromessi.
Enrico Bullian (Patto per l’Autonomia-Civica Fvg) ha chiesto delucidazioni in merito alle azioni che la Regione intende intraprendere sul nuovo Fondo per le vittime dell’amianto, al fine di risarcire i lavoratori e non le aziende responsabili delle malattie, intervenendo presso il Parlamento e Governo affinché siano apportate le doverose modifiche. L’assessore alla Salute ha sottolineato che “ci impegneremo per promuovere delle iniziative nelle sedi competenti che abbiano la giusta considerazione della platea dei soggetti legittimati ad accedere al fondo, considerando anche tutti i lavoratori esposti all’amianto e coloro che hanno sviluppato patologie correlate, nonché in caso di decesso nei confronti dei loro eredi”.
Informazioni in merito ai dettagli con i quali saranno decisi i criteri per l’allocazione del salario aggiuntivo per il personale del Servizio sanitario regionale sono state avanzate da Roberto Cosolini (Pd) che ha ribadito come si tratti di uno strumento importante, sia per rendere attrattivo il Sar pubblico, sia per far rimanere i professionisti all’interno dello stesso. Pertanto, ha evidenziato, si tratta di una leva fondamentale per la garanzia della sussistenza del servizio pubblico.
“L’obiettivo – ha replicato Riccardi – è quello di rendere omogenee, a livello regionale, le quote medie pro capite disponibili e il trattamento accessorio complessivo del dipendente, appianando così le differenze esistenti e rendendo stabile l’incremento dei fondi. Fondi che restano disponibili nelle dimensioni precedenti e, quindi, ogni azienda potrà misurare le oggettive necessità e utilizzare le risorse che potranno essere definite, senza comprimere la negoziazione con i sindacati”.
Francesco Martines (Pd) si è soffermato, insieme al collega di partito Nicola Conficoni, sulla questione dei punti nascita. Il primo ha chiesto di fare chiarezza sulla loro riorganizzazione. Conficoni ha invece suggerito un confronto pubblico sulle sorti del punto nascita di San Vito al Tagliamento.
“La dinamica demografica – ha spiegato Riccardi – registrava nel 2010 un numero dei parti pari a 10.265, diminuiti anno dopo anno, per arrivare nel 2023 a 7400. La nostra regione è al 17mo posto in termini di natalità. Il vero problema oggi non riguarda neppure più il numero dei parti, ma altri temi come, per esempio, quello del personale. A tal proposito siamo in attesa dei dati che emergeranno dallo studio messo in atto dai consulenti di Agenas (Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali) che ci permetteranno di avere un quadro sui possibili interventi riorganizzativi”.
Duro botta e risposta, invece, con Conficoni definito da Riccardi un politico “a caccia di consensi, sottolineando che non è mai mancata la disponibilità al confronto, ricordando che tale scelta non è stata politica bensì aziendale”. Il dem, dal canto suo, ha ricordato “come sul punto nascita di San Vito manchi chiarezza e che basterebbe una diversa riorganizzazione del personale per consentire alla struttura di ritornare operativa”.
Al centro del documento presentato da Andrea Carli (Pd) ci sono, invece, gli investimenti previsti per il complesso ospedaliero di Maniago per la realizzazione di una Casa di Comunità e un ospedale di Comunità con il relativo cronoprogramma, sottolineando come l’Amministrazione di Maniago non abbia mai potuto avere un confronto con la direzione generale di Asfo in merito al progetto. Una mancanza di confronto con il sindaco che sarà colmata grazie all’impegno preso dall’esponente di Giunta che ha annunciato un suo diretto interessamento.
Marco Putto (Patto-Civica) ha chiesto delucidazioni in merito a quali criteri di priorità verranno impiegati per i ristori alla luce dei danni conseguenti agli eventi meteoclimatici estremi del luglio 2023. “Tutte le informazioni in merito ai ristori dedicati ai privati – ha sottolineato Riccardi – sono già contenute nella delibera depositata lo scorso 29 dicembre, mentre a breve sarà possibile la consultazione di un nuovo documento dedicato al comparto agricolo e le attività produttive”.
Stesso Gruppo consiliare di appartenenza anche per Simona Liguori che ha chiesto chiarimenti in merito a cosa si intenda fare per rendere sempre attiva l’automedica del Pronto soccorso di Latisana, garantendo la presenza di personale medico e il servizio H24. In risposta Riccardi ha dichiarato che le convenzioni messe in atto nel 2024 per garantire l’attività dell’automedica sono state riconfermate oppure sono in via di riattivazione.
Infine, in merito alla richiesta del dem Massimo Mentil su quando sarà concluso l’intervento per la ricostruzione del ponte sul torrente But nel Comune di Paluzza, si è appreso che il collegamento per raggiungere l’abitato e il tempio ossario di Timau subisce l’ennesimo rinvio e non verrà realizzato prima del 2026.
Inquinamento, risorse Comuni e ciclovia TS-VE e GO!2025
Inquinamento ambientale legato agli allevamenti, risorse finanziarie non utilizzate dai Comuni del Friuli Venezia Giulia, la ciclovia Trieste-Venezia, l’impianto a biogas di Latisana, il rilancio di Villa Louise a Gorizia e, per concludere, anche i principi di convivenza e pacificazione, quali tasselli fondamentali in vista di GO!2025.
Sono state queste le principali tematiche emerse nel corso della prima parte del Question time (interrogazioni a risposta immediata dei consiglieri alla Giunta) che ha impegnato in Aula il Consiglio regionale presieduto da Mauro Bordin.
La sequenza delle Iri rivolte ai componenti dell’Esecutivo regionale ha preso il via dagli ambiti di competenza del vicepresidente con delega a Cultura e Sport, Mario Anzil, subito interpellato da Diego Bernardis (Fedriga presidente) in merito all’opportunità di dare un impulso istituzionale all’intervento di riqualificazione e rilancio della storica dimora goriziana Villa Louise. In fase di risposta è stato indicato che “nel corso degli anni sono stati stanziati 5 milioni di euro. Già eseguito un primo lotto di lavori, pochi giorni fa è avvenuta la consegna del cantiere per l’inizio del secondo da completare entro settembre 2025 (3,4 milioni di provenienza regionale)”.
Rimanendo nel capoluogo isontino, ma in ottica GO!2025, Serena Pellegrino (Alleanza Verdi e Sinistra) auspicava una presa di posizione “riguardo le iniziative di Decima Mas e Casa Pound a Gorizia, rassicurando sulla coerenza delle pubbliche amministrazioni e istituzioni con gli ideali di pacificazione e convivenza che sono le fondamenta di Go!2025”. A tale proposito, Anzil ha confermato che “l’ideale di pacificazione è anche per noi fondamento di GO!2025. Il confine di un tempo, da muro che divideva, diventa un’affascinante e nuova opportunità per tutti a vantaggio di questo piccolo compendio che pulsa nel cuore dell’Europa”.
Lo stesso Anzil si è espresso anche in vece del collega con deleghe ad Autonomie locali e Funzione pubblica, Pierpaolo Roberti, in merito alle risorse non utilizzate dai Comuni per la realizzazione di opere pubbliche. Una questione portata nell’emiciclo di piazza Oberdan dal capogruppo del Patto per l’Autonomia-Civica Fvg, Massimo Moretuzzo, che ha evidenziato la presenza di “760 milioni di euro fermi: vuol dire che la riforma Roberti è fallita!”.
La Giunta, in tal senso, ha confermato di aver proseguito nelle verifiche sulle eventuali criticità attraverso un puntuale monitoraggio da parte delle Direzioni. “Il Fondo pluriennale vincolato di entrata di parte capitale – è stato elencato – è pari a quasi 411 milioni, inferiore a quello del 2021 di 3 milioni e mezzo. L’avanzo vincolato 2022 è invece di 354 milioni e mezzo, in aumento di 62 milioni”.
Nel soddisfare un’istanza presentata da Giulia Massolino (anche lei Patto-Civica) sullo stato dell’arte dell’iter di affidamento dei lavori per la realizzazione della ciclovia Trieste-Venezia, nonché su quali siano i Comuni coinvolti, i tempi per il finanziamento e i fondi previsti, l’assessore regionale a Infrastrutture e Territorio, Cristina Amirante, ha descritto le caratteristiche di un percorso di 160 chilometri complessivi. Sarà suddiviso in tre tronchi da 40 (Valico di Rabuiese-Sistiana), 55,6 (Sistiana-Grado) e 64,5 (Grado-Bevazzana) chilometri, mentre i due lotti prioritari tra finanziamento e progettazione sono quelli tra Sistiana e Lignano: per loro risorse statali non Pnrr da 8 milioni (interessati i Comuni di Cervignano del Friuli, San Giorgio di Nogaro, Torviscosa e Carlino) e altri 20 milioni dal Pnrr (San Canzian d’Isonzo, Grado, Cervignano, Carlino, Muzzana del Turgnano, Palazzolo dello Stella, Precenicco, Marano Lagunare e Latisana).
Fabio Scoccimarro (deleghe a Difesa dell’Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile) ha quindi replicato al dem Massimiliano Pozzo, interessato alla riconversione e all’ampliamento di un impianto a biogas nel Comune di Latisana. “Rilevo – ha spiegato il consigliere del Pd – l’ennesima mancanza di chiarezza e di doverosa condivisione con la popolazione che vuole conoscere gli impatti del progetto e se siano state valutate le ricadute sulla viabilità”. L’assessore ha premesso che “non vi sono valutazioni politiche da fare, ma solo quelle di carattere amministrativo”, per poi riportare alcune considerazioni derivate dalle attività svolte direttamente dall’Agenzia regionale per la Protezione ambientale (Arpa).
Infine, prima della seconda parte del Question Time che ha riguardato l’assessore a Salute, Politiche sociali e Disabilità, delegato alla Protezione civile, Riccardo Riccardi, ancora Scoccimarro è stato coinvolto dalla pentastellata Rosaria Capozzi sulla “prevenzione per inquinamento da nitrati, gas serra e l’impatto ambientale di allevamenti con problemi associati. L’obiettivo – ha sottolineato l’esponente del M5S – è quello di stimolare una riflessione sul tema, riconoscendo che si tratta di un problema ambientale. L’obiettivo dovrebbe essere allevare meno e allevare meglio”. L’assessore ha rimarcato il fatto che “tutti noi abbiamo a cuore le sorti degli allevamenti e il problema dell’inquinamento. È in atto un controllo sistematico e i dati sono accessibili a tutti in modalità online”.