Raccolta rifiuti nel capoluogo friulano: Esposto alla Corte Conti su Porta a Porta
“Il 23 maggio 2019 provvedevo, con PEC, a inviare un esposto alla Corte dei Conti per la questione della modifica rifiuti da mista stradale a porta a porta. Esposto trasmesso per conoscenza anche alla stessa amministrazione comunale di Udine”. Ad annunciarlo è la ex consigliere comunale di Udine Claudia Gallanda. In esso, spiega Gallanda, facevo emergere le molteplici criticità del porta a porta, gli sprechi di denaro, i vari problemi che poi si sono manifestati in tutta la loro gravità, non ultimi la pesantezza del lavoro per gli addetti, l’aumento degli abbandoni di immondizie, i disagi per i cittadini e l’aumento dei costi. Mi sono poi adoperata sia per coinvolgere gli amministratori di condominio, i quali però non hanno “raccolto”, che per responsabilizzare gli amministratori comunali, dal sindaco fino all’ultimo consigliere di quartiere di opposizione; quest’ultimo anche solo utilizzando il regolamento, avrebbe avuto gli strumenti per chiedere -insieme ad altri- la convocazione di assemblee pubbliche in tempo utile per evitare questo epilogo. Quello che è più grave è che -nonostante tutto- si continui a proporre la modalità porta a porta anche altrove, sordi a ogni dato e a ogni rilievo oggettivo, anche se poi sui giornali l’opposizione “si straccia le vesti”. Visto che quasi tutto taceva, per convenienza politica presente o futura, ho provveduto a “far da me” chiedendo ulteriori documenti che comprovino lo sperpero di denaro pubblico già messo in atto o in previsione, per poter presentare un ulteriore esposto alla Corte dei Conti, che ho inviato in data odierna. In esso emerge anche ciò che ho più volte evidenziato e che era stato oggetto di numerose mie domande, zittite in ogni modo dagli interlocutori: – la vendita per un tozzo di pane dei cassonetti esistenti -in acciaio zincato- che potevano essere facilmente modificati, per sostituirli nei condomini con cassonetti in plastica, che avranno una durata di molto inferiore, o coi bidoncini che in molti casi sono rotti dopo pochi mesi;
– l’assoluta inutilità di un nuovo centro di raccolta rifiuti, dal momento che dal 2018 ad oggi gli accessi alle piattaforme sono pressoché stabili, e l’aumento è così risibile da non motivare una spesa di 700mila euro e una nuova cementificazione.
Inoltre trovo contraddittorio il comportamento dei membri del centrosinistra della commissione Territorio e Ambiente, Scalettaris, Pirone, Paviotti e Patti, che se da una parte chiedono chiarezza, dall’altra fanno l’esatto contrario, ossia non firmano la convocazione per poter audire Fuccaro in commissione prima che termini il suo periodo di preavviso dopo 16 anni di servizio e, soprattutto, dopo una disastrosa gestione del porta a porta e un’inchiesta sull’impianto di via Gonars, voluto proprio dal Pd. Anche la presidente della commissione Verifica programma Pompea Maria Rosaria Capozzi, dopo aver invocato chiarezza non ha ancora convocato alcunché e su questo tasto non risponde alle mie istanze, al contrario del suo collega di partito Domenico Liano, che ha predisposto la richiesta di ascoltare Fuccaro in commissione, richiesta che sta ancora aspettando le firme dei consiglieri del centrosinistra per essere operativa.