Reato di clandestinità sarebbe “de lex” da applicare ai profughi ucraini. E’ norma assurda da sempre, ora appare anche ridicola

L’appello del Procuratore della Repubblica di Trieste a cancellare il reato di  immigrazione clandestina richiama l’attenzione lsu uno scenario a dir poco sconcertante. In sostanza ogni ucraino non appena entra nel nostro Paese infrange la legge commettendo il reato di immigrazione clandestina. Dovrebbe essere quindi subito fermato dalle forze dell’ordine pe fare verbale e trasmettere la denuncia alla Procura, con tutto quel che segue. Ovviamente se polizia e procura non agisce rischia l’omissione d’atti di ufficio e perfino il favoreggiamneto dell’immigrazione clandestina. Nella migliore delle ipotesi il cittadino ucraino in fuga dai massacri proseguirebbe il suo cammino con una denuncia a piede libero ma dopo le procedure di legge, altro che accoglienza garantita. In sostanza centinaia, migliaia di ucraini infrangono ogni giorno questa legge. Il risultato è che all’impegno profuso per accogliere degnamente un gran numero di profughi si aggiunge per le forze dell’ordine quello di compilare migliaia e migliaia di inutili carte, da passare  alle Procure, che già hanno gli organici all’osso. Sarebbe bene che le forze politiche del FVG impegnino da subito l’esecutivo a cancellare questa legge autolesionista, basta un decreto del Governo, e successiva convalida del Parlamento. Lo si sarebbe dovuto fare già da anni, anzi non doveva essere mai promulgata, se si fosse fatta una seria simulazione degli effetti, come dovrebbe essere per ogni legge. Altro che sicurezza. In realtà nella migliore delle ipotesi si caricano  poliziotti e magistrati di scartoffie, distogliendoli  dall’occuparsi di cose assai più rilevanti per la sicurezza,  che purtroppo  non mancano nel nostro Paese. Il Procuratore Antonio De Nicolo fa un quadro puntuale e desolante di cosa accade dal 2009,  anno in cui è stato introdotto questo reato: l’extracomunitario che entra illegalmente in Italia viene denunciato a “piede libero” e processato mesi o anni dopo, di solito neppure si presenta al processo,  l’ammenda – da 5mila a 10mila euro – non viene mai pagata, visto che l’irregolare non ha un lavoro, un conto corrente, un patrimonio. Invece paga lo Stato, eccome se paga: per il personale costretto a occuparsene, per lo stesso avvocato  difensore, in quanto l’imputato,  privo appunto di reddito, ottiene il patrocinio a spese della collettività. E per cosa?  Per la sicurezza? Ma quale sano di mente potrebbe mai sentirsi garantito da una norma che condanna uno straniero a pagare un’ammenda che mai pagherà? Che altro dire? Si  cancelli questa legge e si studi, ma seriamente, una nuova norma, perché è pacifico che la sicurezza dei confini deve essere presidiata, ma in modo intelligente e umano., l’appello viene dal consigliere regionale Walter Zalukar ma soprattutto da logica e buonsenso. Verrà fatto? Difficile visto che più di qualcuno su quella norma ha basto la sua piattaforma politica.