Regione Fvg, riunione in III commissione: L’assessore Riccardi svicola e lascia che si scontrino primari e sindacati medici

A leggere resoconti e commenti sulla riunione in sede di III Commissione del Consiglio regionale presenti in audizione i rappresentanti regionali del sindacato ‘Anestesisti rianimatori ospedalieri – Emergenza area critica’ (Aaroi-Emac Fvg) sembra che i vari soggetti abbiano partecipato a riunioni diverse. Così da un lato l’assessore con delega alla salute Riccardo Riccardi evidenzia che “in Friuli Venezia Giulia, con ogni sforzo possibile, tutti i pazienti colpiti dal Covid sono stati presi in carico dal Sistema sanitario regionale (Ssr) sempre all’interno degli standard previsti di sicurezza e di qualità del servizio ospedaliero” aggiungendo una furbissima “carezza” alle opposizione “relativamente a ciò, riconosco il profilo di lealtà istituzionale di quei consiglieri di opposizione che oggi in Aula hanno condiviso, pur nella legittima diversità di opinione, questo che è un dato di fatto”. Ma poi seconda furbata, riportare le critiche nella famosa lettera degli anestesisti ad unfatto meramente organizzativo dal quale lui si dice estraneo. Così arriva ad affermare: “ogni parola ha un peso, da qui la necessità di mettere a fuoco alcuni passaggi, in virtù anche del rischio che la politica entri in questioni di natura organizzativa che devono essere gestite a livello tecnico, a meno che qualcuno non sia convinto che debba essere il Consiglio regionale a decidere il numero di armadietti che possono stare in una stanza d’ospedale”. Ma anche sulle questione più delicate poste dai sindacato degli anestesisti rianimatori la risposta dell’assessore è stata non certo nel merito ma come dire, funambolica e sfuggente: “Sulla correttezza dei dati relativi ai ricoveri in terapia intensiva, i cui numeri contestati in quel momento erano del tutti ininfluenti per la classificazione della regione in una diversa scala di emergenza. Su questa vicenda le argomentazioni fornite dalla direzione non lasciano dubbi a interpretazioni strumentali o, peggio ancora, a sospetti oggettivamente del tutto fuori luogo”. Riccardi ha poi risposto alla critica, avanzata dal sindacato degli anestesisti, sulla mancanza di una rete di comunicazione tra il centro decisionale e le varie articolazioni del sistema sanitario. “Si tratta di un’opinione – ha puntualizzato il vicegovernatore – che non trova riscontro nella realtà, in quanto dal febbraio dello scorso anno abbiamo istituito un coordinamento regionale che opera quotidianamente nell’ambito di una visione profondamente unitaria a livello territoriale. Da qui la modulazione delle strutture in base alla previsione del flusso di pazienti, in un quadro in cui gli ospedali del Friuli Venezia Giulia agiscono in sinergia per garantire i posti letto necessari”. Insomma nessuna autocritica, le questioni poste da chi la situazione ospedaliera la vive davvero nelle corsie o sono false o sono opinioni. Un vero peccato perchè pur non pretendendo che l’assessore si presentasse a capo chino cospargendo il capo di genere è inaccettabile che abbia pensato di far valere semplicemente il suo peso in termini di maggioranza tanto che le prime reazioni da parte delle opposizioni sono decisamente dure.

Honsell
“È stata una scelta inopportuna e certamente dannosa per il sistema sanitario quella fatta oggi dalla maggioranza di destra e dall’Assessore Riccardi in Commissione Sanità.” Afferma in una nota il Consigliere regionale Furio Honsell, che spiega: “contrapporre il sindacato AAROI-EMAC degli anestesisti e rianimatori, che sono stati i protagonisti nella lotta al Covid nelle terapie intensive in questi ultimi 14 mesi, ai rispettivi primari delle tre aziende. La richiesta dell’opposizione, di ascoltare la posizione degli anestesisti espressa nella loro lettera aperta, poteva essere un’occasione per analizzare le debolezze dell’attuale piano pandemico. La riunione si è trasformata invece in uno spiacevole scontro tra sindacato e primari.” “Ascoltare le posizioni degli anestesisti è fondamentale per evitare che in futuro si ripetano le drammatiche condizioni nelle quali sono stati costretti a lavorare nell’ultimo anno, perennemente in emergenza.” “La Giunta Fedriga non può continuare con la politica divisiva del “divide et impera”. La politica deve assumersi le sue responsabilità gestionali – conclude l’esponente di Open Sinistra FVG – e non può trincerarsi dietro alla tesi che ha sostenuto da tre anni a questa parte, ovvero che tutto è scelta tecnica. I vertici devono essere vigilati è indirizzati. Anche oggi è una responsabilità politica organizzare un piano vaccinale che non lasci indietro nessuno e tenga conto dei bisogni di ciascuno.”

Ussai

Altrettanto duro il pentastellato Andrea Ussai: “Al di là di alcuni attacchi meramente personali e del tentativo di far passare le questioni sollevate da AAROI – EMAC come un problema interno tra professionisti e primari, non sono state smentite le criticità denunciate dagli anestesisti nella lettera di aprile. Anzi, per quanto concerne i posti di terapia intensiva, è stato confermato come i dati comunicati al Ministero fossero sottostimati, seppure giustificandoli con ‘disallineamenti’ e ‘problemi burocratici’”. “Si è inoltre chiarito – aggiunge il consigliere M5S – che i 175 posti totali di terapia intensiva, su cui già nei mesi scorsi avevamo sollevato delle perplessità, sono sì frutto di un aumento di 55 unità, ma i 120 posti di partenza includono anche letti relativi all’area dell’emergenza che non hanno le caratteristiche per essere conteggiati come intensivi. E, come affermato dal presidente di AAROI – EMAC, dati irreali possono rischiare di condurre a decisioni politiche inadeguate”. “Sicuramente gli operatori della sanità hanno lavorato al loro meglio per curare i pazienti e consentire al sistema di reggere. Rimane però aperta la questione se siano stati sempre messi nelle migliori condizioni possibili di fare il loro lavoro – conclude Ussai -. Anche alla luce dei preoccupanti dati sulla mortalità in Friuli Venezia Giulia, prima regione per eccesso di decessi nei primi tre mesi del 2021, non sono state fugate le problematiche che abbiamo espresso, e che sono state sollevate a più riprese dai professionisti, sull’adeguata preparazione alla seconda e terza ondata”.

Moretuzzo

Amareggiato il capogruppo del Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo: “Confidavamo nella collaborazione della maggioranza come noi lo siamo stati per tutta l’emergenza pandemica, nel corso della quale abbiamo sempre dato prova di disponibilità, evitando polemiche e strumentalizzazioni, consapevoli che le istituzioni in momenti come questi devono essere coese. Ma le dimensioni assunte dalla pandemia, le criticità in cui versa la sanità del Friuli-Venezia Giulia, le gravi difficoltà denunciate da tempo dagli operatori sanitari, il problematico rapporto tra sanità territoriale e strutture ospedaliere, impongono un approfondimento sull’attività complessiva del sistema sanitario regionale e sulle evidenti problematiche che l’hanno caratterizzata finora. Da novembre chiedevamo audizioni urgenti delle categorie del personale sanitario e della medicina generale in III Commissione consiliare, competente in materia di tutela della salute, la sede ideale per un momento di ascolto e confronto veri, quanto mai necessari. Solo oggi è stato possibile audire i rappresentanti degli anestesisti-rianimatori, anche se avevamo chiesto di allargare l’audizione ad altre categorie mediche che invece non sono ancora state invitate in Commissione. Un passo avanti dunque, ma certamente insufficiente e tardivo», commenta Moretuzzo che aggiunge. «Da tempo chiediamo condivisione e trasparenza sullo stato di fatto per evitare che le criticità si ripetano, per affrontare al meglio le difficoltà del presente e orientare con maggiore efficacia le decisioni future: acquisire le informazioni necessarie per legiferare e accompagnare al meglio il lavoro dell’amministrazione è compito del Consiglio regionale. Non siamo stati messi nelle condizioni di farlo. E questo è inaccettabile. Continuiamo a chiederlo: vogliamo capire, per esempio, perché in Friuli-Venezia Giulia nel primo trimestre si è riscontrato un eccesso di mortalità da Covid-19 del 23,7% in più rispetto allo scorso anno, percentuale molto superiore alla media italiana. Lo dobbiamo ai cittadini del Friuli-Venezia Giulia, comprensibilmente preoccupati», conclude Moretuzzo, che ha espresso gratitudine a tutti coloro che, a diversi livelli, hanno operato nel sistema sanitario regionale per assicurare ai malati cure e assistenza, spesso in condizioni estremamente difficili.