Resistenza antibiotici, progetto nazionale dell’Ateneo di Udine
Contrastare la diffusione della resistenza agli antibiotici nella popolazione. È l’obiettivo di un progetto nazionale coordinato dall’Istituto superiore di sanità al quale partecipa l’Università di Udine con altri sei partner tra atenei ed enti pubblici. L’iniziativa mira a realizzare uno strumento di monitoraggio e auto-valutazione in ambito umano, animale e ambientale a disposizione di Ministero della salute, Aziende sanitarie e Regioni. Il progetto, biennale, è finanziato con 339 mila euro dal Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie del Ministero della salute. L’Ateneo friulano è impegnato con un gruppo di ricerca coordinato da Luca Arnoldo, ricercatore in igiene generale e applicata del Dipartimento di area medica.
L’attuazione – Lo strumento di monitoraggio e valutazione è composto da indicatori nell’ambito di sette aree che riflettono la struttura del Piano nazionale di contrasto all’antibiotico resistenza 2022-2025. Le aree sono: governance, sorveglianza e monitoraggio, uso appropriato degli antimicrobici, controllo e prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza, educazione e formazione, alleanza tra gli stakeholder, implementazione.
Gestori e destinatari – Lo strumento di monitoraggio, sarà gestito tramite una piattaforma web e sarà a disposizione della compilazione da parte di referenti identificati dalle regioni e dalle aziende sanitarie.
Benefici attesi – Lo strumento finale servirà a monitorare e quantificare, a livello regionale e locale, lo stato di avanzamento delle sorveglianze e delle azioni strategiche in tema di lotta all’antibiotico resistenza e alle infezioni correlate all’assistenza. L’ottica è quella del miglioramento continuo e della sostenibilità, tenuto conto delle sfide poste dalla pandemia da Covid-19 e dei cambiamenti climatici.
Perché – Il progetto nasce dall’esigenza di mantenere alta l’attenzione sul contrasto della diffusione dell’antibiotico resistenza. Un fenomeno che, associato alle infezioni correlate all’assistenza, rappresenta una minaccia per la salute pubblica per le conseguenze epidemiologiche, assistenziali ed economiche anche alla luce dell’impatto della pandemia da Covid-19.
I partner – Oltre al capofila Istituto superiore di sanità e all’Ateneo friulano, partecipano al progetto: la Regione Emilia Romagna, le Università di Catania, Milano, Torino, del Molise e l’Agenzia regionale di sanità della Toscana.
«Il progetto – spiega Arnoldo – serve anche a dare continuità al precedente progetto di cui l’Università di Udine era coordinatrice (Spincar) sempre supportato dal Ministero della Salute. il suo scopo era stato quello di individuare un primo insieme di indicatori documentabili e misurabili che consentissero la mappatura dello stato di implementazione dei programmi di contrasto all’antibiotico resistenza previsti da Piano nazionale di contrasto all’antibiotico resistenza in ambito umano, animale e ambientale. Inoltre, testare una versione pilota del sistema di raccolta dati per permettere localmente la individuazione delle aree di forza e di criticità così da consentire, in un’ottica di auto-valutazione e miglioramento, l’adozione delle azioni di correzione più idonee».