Rider e piattaforme in Commissione Lavoro a Bruxelles, Gualmini (Pd): ‘Garantiti i diritti dei lavoratori’
‘Siamo di fronte a un passaggio storico per le piattaforme e i riders. Stiamo parlando di posti di lavoro e redditi per migliaia di famiglie a cui il Parlamento Europeo vuole garantire tutele e riconoscere diritti fondamentali’. Con queste parole Elisabetta Gualmini, europarlamentare S&D e membro della commissione Lavoro al Parlamento Europeo – commenta il testo che verrà approvato in Commissione Lavoro domani e che prelude ad una direttiva della Commissione sui lavoratori delle Piattaforme. ‘Ho lavorato per mesi in Commissione Lavoro con l’idea che migliaia di riders debbano tornare a ritmi di lavoro sostenibili e a più diritti e tutele – ha commentato Gualmini. Vogliamo garantire periodi di riposo tra una prestazione e l’altra, una retribuzione corrispondente alla prestazione, ferie, malattia, diritto alla formazione e sicurezza sul lavoro . Questo obiettivo è stato concordato in
un testo che voteremo domani in assemblea plenaria e che prevede tre punti principali di portata storica per il mondo del lavoro. Il primo – continua Gualmini – è che ai lavoratori delle piattaforme, ai rider, siano riconosciuti i diritti dei lavoratori subordinati esattamente come agli altri lavoratori, naturalmente nel caso siano trattati come tali. Perché i riders non sono una categoria a parte e per troppo tempo è stato scaricato su di loro il rischio di impresa. Diciamo quindi basta ai falsi autonomi, senza impedire però a chi davvero vuole lavorare per più committenti e con più flessibilità di lavorare alle condizioni della partita iva.
Il secondo punto fondamentale – prosegue Gualmini – è la presunzione relativa di vincolo di subordinazione. Nel caso di controversia tra rider e piattaforma sulla tipologia contrattuale, la presunzione sarà quella dell’esistenza di un vincolo di subordinazione e, tramite l’inversione dell’onere della prova, starà infatti all’azienda dimostrare che il rider è impiegato a tutti gli effetti come un autonomo, non il contrario. E se davvero un rider sceglie di utilizzare la Partita iva, dovrà vedere riconosciuti diritti fondamentali, incluso quello ad un ambiente di lavoro sicuro e ad organizzarsi per via sindacale. Infine – sottolinea l’Eurodeputata – c’è il terzo pilastro di questa misura, la trasparenza. Chiediamo più trasparenza (e la conoscibilità, in termini semplici e comprensibili) dell’algoritmo che orienta i processi organizzativi del lavoro: no a sistemi di controllo, ma fiducia e contrattazione devono essere le parole di queste innovazioni. Chiediamo inoltre che gli effetti delle funzioni dell’algoritmo sulle condizioni di lavoro siano oggetto di dialogo tra le parti sociali, di tutto si tratta tranne che di formule astratte’. Questa è una fase storica – conclude Gualmini – per ridisegnare in modo più equo il mondo del lavoro. Abbiamo una grande opportunità e sappiamo che se le imprese creano lavoro di qualità se ne avvantaggiano tutti: utenti, lavoratori, aziende. Quindi non arretriamo, perché oggi la bilancia è troppo spostata da una parte.