Cosacchi in Friuli, mostra fotografica nel castello di Udine

Dal 15 luglio al 20 settembre è visitabile nel Museo Friulano della Fotografia nel castello di Udine la mostra sui Cosacchi in Friuli, attraverso gli scatti fotografici di Sergio Romano. La mostra, curata da Enrico Folisi e Paolo Brisighelli, ricostruisce attraverso fonti fotografiche e documentarie, il percorso che condusse il contingente militare cosacco caucasico, collaborazionista dei nazisti, e la sua numerosa popolazione civile al suo seguito, a stanziarsi in Friuli, dopo una lunga ed estenuante ritirata che li aveva condotti combattendo a fianco dei nazisti contro i partigiani di mezza Europa dell’est, dalla Russia meridionale all’Italia attraverso l’Ucraina, la Bielorussia e la Polonia e, dopo un’attiva e spietata partecipazione alle operazioni anti partigiane contro la Zona Libera del Friuli Orientale e contro la Repubblica Partigiana della Carnia, a invadere e occupare il territorio friulano e carnico. I curatori hanno lavorato su due corpus documentali: la collezione fotografica di Sergio Gennaro e quella dell’archivio dell’ANPI di Udine. Le immagini, per tipologia e qualità, intesa come nitidezza, si possono considerare di due tipi: quelle “rubate” ai cosacchi, realizzate da fotografi occasionali e quelle “volute” dai cosacchi, per lo più ritratti dei militari, delle loro famiglie, foto ricordo realizzate da fotografi professionisti, scatti di alta qualità.  Sono di quest’ultimo tipo le fotografie della collezione di Sergio Gennaro, un fondo costituito da 175 scatti commissionati dai cosacchi di stanza a Pesariis e nei diversi paesi della Val Pesarina durante tutto il periodo di permanenza delle comunità cosacche che presidiavano la zona. Sergio Gennaro ha ritratto i cosacchi armati, spesso a cavallo, donne e bambini e intere famiglie. Sergio Gennaro nacque a Udine nel 1922. Nell’estate del 1944 si trasferì a Pesariis da alcuni parenti. Appassionato di fotografia, svolse l’attività di fotografo delle foto ricordo dei cosacchi nei mesi dell’occupazione. Dopo la guerra, divenuto medico, intraprese la professione a Udine, prima come medico ospedaliero e poi come medico di famiglia. Si spense nel 2009.