Consiglio Regionale Fvg: Riprende stamattina la discussione generale sulla manovra di Assestamento più ricca di sempre

Una fase dei lavori durante la seduta d’Aula

Riprende questa mattina in Consiglio Regionale la discussione generale sulla manovra di Assestamento e sui cinquecento emendamenti presentati. Si tratta dell’assestamento di bilancio più ricco di sempre infatti con gli ultimi aggiustamenti alla fine si dovrebbe superare il valore record di un miliardo e 400 milioni. Come accennato in apertura sono circa cinquecento gli emendamenti presentati tra maggioranza, opposizione e giunta, e tutti dovranno essere esaminati entro domani tanto che si prevede che i lavori di giovedì potrebbero finire tardi dato che è prevista una seduta ad oltranza. In linea generale l’opposizione boccia l’assestamento di bilancio dando un giudizio solo parzialmente positivo per alcuni investimenti su infrastrutture e viabilità. Ma in realtà il dibattito sembra sostanzialemente solo eservizio di retorica dato che il Consiglio alla fine diventa solo luogo muscolare dove far pesare i raporti di forza fra maggioranaza e opposizione.

Ieri la prima a intervenire è stata Serena Pellegrino (Avs), che ha fatto cenno “allo stupore della gente quando si racconta che stiamo per varare una manovra da 1 miliardo e 300 milioni, vale a dire oltre 260 milioni in più dell’anno scorso. Ma troppi – ha attaccato – sono i soldi che derivano da un riporto dell’anno scorso, circa la metà del totale, e non vorremmo che fosse il segno di un’incapacità di visione da parte vostra, che ormai governate la Regione da sei anni”. Pellegrino ha poi accusato il Centrodestra di avere “il progetto di depauperare il servizio sanitario pubblico in favore dei privati”. “Questa legge – ha aggiunto la consigliera di Opposizione, prima di anticipare i contenuti di alcuni suoi emendamenti – mi ricorda il signor Bonaventura: 1 milione a tutti e che tutti siano felici”.

Auspico che nella discussione dell’assestamento di bilancio, avviato, si colga l’importanza di emendamenti al disegno di legge, presentati dagli esponenti dell’Opposizione,  che intersecano utilmente economia, ambiente e sociale a beneficio dell’intera collettività.”

In una nota il consigliere regionale di Open Sinistra Fvg, Furio Honsell, relatore di Minoranza sul ddl inerente il Rendiconto finanziario 2023 così ha commentato i lavori: “Come Open Sinistra Fvg oggi abbiamo espresso voto contrario al Rendiconto della Regione per il 2023. Il voto contrario non deriva da dubbi contabili o da sospetti di fragilità del bilancio. La sua affidabilità è impeccabile. Il voto è contrario perché un documento così ricco di informazioni è stato trattato senza alcuna attenzione, come un mero adempimento”. “Non ci si è adeguatamente interrogati – evidenzia Honsell -, ad esempio, sulle ragioni di un avanzo manovrabile così cospicuo di circa 700 milioni maturato in un anno. Questa riflessione avrebbe messo in luce che a questo avanzo hanno contribuito maggiormente le fasce più deboli della popolazione attraverso l’Irpef e l’Iva dovuto in larga parte all’inflazione. Ma, soprattutto, il Rendiconto non valuta quale effetto abbia prodotto il bilancio più ricco che la Regione abbia mai avuto, quello del 2023”. “Nessuno si è curato di misurare in questo Rendiconto – conclude l’esponente di Centrosinistra – se tale abbondanza di risorse eccezionale sia stata indirizzata in direzioni importanti. La nostra opinione, invece, è che tali risorse sono state disperse in mille rivoli, verso chi non ne aveva bisogno, solo per guadagnare superficiali consensi”.

Massimiliano Pozzo (Pd) ha osservato che “una disponibilità finanziaria così ampia si associa a una grande responsabilità, visto che le maggiori risorse derivano dalle entrate tributarie e dunque dal lavoro di cittadini, famiglie e imprese”. Ma restano molti problemi, come “i 700 milioni ancora fermi nelle casse dei Comuni, e indicatori strutturali negativi: i dati demografici, la povertà che impedisce al 10% dei cittadini di accedere al servizio sanitario regionale, la maggiore richiesta di servizi sociali”. Secondo Pozzo le priorità dovrebbero essere allora “sanità e sociale, economia e attività produttive visto che c’è il rischio di avere gli alberghi pieni e le industrie vuote, l’ambiente e la tutela del territorio”.

Un altro consigliere di Opposizione, Marco Putto (Patto per l’Autonomia-Civica Fvg) ha criticato “l’atteggiamento dirigista dell’Esecutivo anche in scelte che non sono di sua competenza”, riferendosi “all’approvazione del ddl 19 sulla fusione dei gestori idrici e dei rifiuti, alla volontà di entrare a gamba tesa nella definizione dei cda dei consorzi industriali, alle nomine in Ausir e al ddl 15 che ha previsto l’eliminazione della soglia del 50% nei ballottaggi”. Putto lamenta “la mancanza di un vero approccio di aiuto agli enti locali, con i Comuni lasciati soli mentre si progetta di reintrodurre le Province”.

“Gorizia non ha mai visto tante risorse, ma molte azioni vanno ancora messe in campo”, ha detto in aula Laura Fasiolo (Pd) riferendosi al suo territorio di provenienza e augurandosi “che le proposte emendative dell’Opposizione non vengano scartate a priori”. La consigliera dem ha poi messo in evidenza “le criticità su sanità ed enti locali elencate dal rapporto della Corte dei Conti che ha sottolineato una grave carenza di programmazione nelle politiche per la Salute”. Fasiolo ha preannunciato emendamenti “su telemedicina e telesoccorso, che troppo spesso non sono a disposizione dei nostri anziani”, sottolineando infine “la necessità del contributo degli immigrati per tenere in piedi il sistema previdenziale: bisogna regolare gli ingressi senza considerare questo fenomeno un’emergenza”.

“Se il provvedimento resta così com’è, per noi sarà facile votare contro”: parola di Francesco Russo (Pd) nel commentare in Aula il disegno di legge 23 sull’Assestamento di bilancio 2024-26. Russo ha quindi parlato di mole di risorse enorme, già vista nel 2023 e che parimenti non ha portato i risultati e “lo scatto in avanti che ci si aspettava”. L’esponente dem ha citato tre settori a suo dire particolarmente in sofferenza: quello sanitario, quello degli enti locali (“Le Province elettive sono solo un paravento per non affrontare la carenza di personale e fondi che restano inutilizzati dai Comuni”, ha detto) e quello della demografia, che associa all’attrazione di impresa: “Il Nord-Est avrà bisogno di 2 milioni di migranti per tenere in piedi il suo sistema imprenditoriale; le Regioni più competitive sono quelle che si stanno attrezzando per accoglierli e renderli lavoratori qualificati”.

Altro dem a prendere la parola, Francesco Martines, il cui ragionamento è stato simile quanto a sanità ed enti locali, con l’aggiunta di una considerazione sull’aumento delle imposte, “che vedremo anche nei prossimi due anni quando, invece, si dovrebbe immaginare una riduzione di quelle manovrabili e i nostri emendamenti vanno in questa direzione”. Così come, per Martines, si deve cercare di recuperare i centri urbani storici che si stanno spopolando, le zone industriali dismesse per le quali servono una mappatura e una modalità di riutilizzo, garantire più attenzione alla città di Udine e non dare per scontato di avere tanto tempo a disposizione per poter spendere i fondi del Pnrr.

La collega di partito Manuela Celotti si è concentrata sulla questione della denatalità, dove non bastano i “450mila euro per prolungare l’orario scolastico nelle aree interne, mentre si dovrebbe intervenire per tutti i Comuni. Si deve passare dalla politica dei bonus a quella dei servizi garantiti”. Parole assenti nel Documento di economia e finanza (Defr), per la Celotti, sono povertà (“Almeno 34mila nuclei familiari, per 76mila cittadini del Fvg, hanno un Isse sotto i 6mila euro, di cui 5mila circa con Isee pari a zero”, ha riportato) e immigrazione, dove “si è rinunciato ad avere un ruolo di coordinamento rispetto ai Comuni”. Poco, poi, c’è per disagio giovanile e consultori, che andrebbero rafforzati garantendo servizi accessibili e gratuiti, e permane la sperequazione tra gli stipendi dei dipendenti comunali rispetto ai regionali, su cui il Pd ha presentato degli emendamenti. Manca lo sviluppo dei centri turistici interni; la transizione ecologica è troppo poco collegata alle comunità energetiche; non si prevede un’anticipazione alle famiglie che il fotovoltaico non se lo possono permettere.

Anche Enrico Bullian (Patto per l’Autonomia-Civica Fvg) si è soffermato sul come poter verificare l’efficacia degli interventi e sulla necessità di una riduzione dell’imposizione fiscale: “lo accennate nel Defr anche lo scorso anno – ha fatto notare – ma in realtà ancora non avete fatto nulla”. Quanto alle autonomie locali, Bullian vorrebbe che in Assestamento fossero incentivate “le aggregazioni, ovvero la creazione di comunità piuttosto che le fusioni dei Comuni”. Ha poi detto di due emendamenti a firma del suo Gruppo: uno inerente la creazione di un fondo di rotazione finalizzato alla diminuzione della dispersione dell’acqua e della presenza di materiali pericolosi nella rete idrica, l’altro a dare maggiore attenzione ai lavoratori domestici, ovvero alle cosiddette badanti, al pari di quanto fatto con la legge regionale 9/2023 sui caregiver.

“Questo Assestamento da moltissime possibilità di intervenire su molteplici aspetti, ma quello che manca è sicuramente una nota internazionale per la Regione che potrebbe diventare un attore importante a livello europeo”. Lo ha detto Marko Pisani del Pd, intervendo in Aula nella discussione generale sul ddl 23 per l’Assestamento di bilancio. “Ci sono moltissimi investimenti – ha proseguito Pisani – per quanto riguarda la Capitale europea della cultura Go!2025, ma sarebbe necessario anche guardare con lungimiranza a cosa accadrà in seguito. Auspichiamo che a livello economico e culturale rimanga qualcosa anche dopo il 2025”. Il consigliere del Pd ha inoltre parlato di giovani, soffermandosi “sull’inverno demografico che la Regione Fvg sta vivendo”, sottolineando “la necessità di affrontare in modo serio e a lungo termine il problema”, e di sanità che “continua ad avere un saldo negativo”. Quanto all’ambiente, Pisani ha plaudito l’impegno regionale per aver devoluto contributi per l’emergenza incendi e per la pulizia dei sentieri, annunciando tuttavia un emendamento per l’erogazione di ulteriori fondi.

Anche per il dem Roberto Cosolini nella manovra di Assestamento “ci sono molti aspetti positivi, ma è necessario un ulteriore sforzo di qualità collettivo che guardi un po’ più al futuro da costruire e un po’ meno alle esigenze immediate”. Secondo Cosolini, le questioni che meriterebbero maggiore attenzione riguardano il declino demografico, su cui “andrebbe fatta una discussione politica più approfondita”, e la sanità “che è ancora sofferente e su cui sarebbe necessario dare risorse adeguate per permettere di programmare con largo anticipo le attività dei vari servizi sanitari”. A riguardo, Cosolini ha preannunciato emendamenti “a sostegno di progetti per razionalizzare la gestione delle strutture chirurgiche, in particolare nelle specializzazioni con maggiori difficoltà”.

Per Michele Lobianco di Forza Italia la manovra finanziaria premia il modello Fedriga e il modello dirigista che non è un limite”. L’esponente della Maggioranza ha inoltre evidenziato di non comprendere “gli interventi fatti da alcuni esponenti della Minoranza in Aula, che hanno parlato di un assestamento amorfo, mentre nelle Commissioni avevano mostrato un certo apprezzamento verso il lavoro dei vari assessori.”

Nicola Conficoni conferma di “un Assestamento molto ricco, ma restano comunque alcuni problemi irrisolti come quelli sulla riduzione delle disuguaglianza e sulla diminuzione del potere di acquisto da parte delle famiglie” e sulla sanità, “il cui peggioramento, come evidenziato anche dal rapporto Lea, rappresenta uno smacco per la Regione Fvg che si colloca ben lontana dalle altre Regioni del Nord Italia, rinomate per avere servizi sanitari più efficienti”. Per l’esponente dem, infine, altri fronti su cui si potrebbe migliorare sono l’emergenza abitativa e l’ambiente, “dove mancano ancora un piano strutturale per far fronte alle emergenze climatiche, investimenti sulla rete idrica e sulla raccolta differenziata”.

La discussione generale sulla manovra di Assestamento in Consiglio regionale, sotto la presidenza di Mauro Bordin, si è conclusa ieri sera con gli ultimi due interventi. Presidente e capigruppo hanno concordato la ripresa dei lavori oggi alle 10 con un ultimo intervento già programmato, quello di Lucia Buna della Lega, prima della replica dei relatori e della Giunta. A quel punto si passerà all’esame della manovra articolo per articolo.

Massimo Mentil, del PD, si è unito ad altri esponenti dell’Opposizione nei ringraziamenti all’assessore alle Finanze Barbara Zilli e agli uffici della Direzione centrale per il lavoro svolto. “Trovare qualche debolezza a una manovra da un miliardo e 400 milioni sembra un paradosso – ha sottolineato il dem -, bisognerà vedere però se gli obiettivi saranno direttamente proporzionali al superamento delle criticità, specie sui temi della Sanità e degli enti locali”. Mentil, riportando poi le parole di Pietro Nenni (“Bisogna portare avanti quelli che sono nati indietro”) si è augurato che, con gli emendamenti presentati dai gruppi in Aula, si possano riequilibrare eventuali differenze, da smussare con l’attribuzione dei fondi ai più deboli.

Si è chiesta se una così cospicua cifra di Assestamento saprà davvero dare risposte a cittadini e territori, Rosaria Capozzi del Movimento 5 Stelle: la pentastellata ha espresso perplessità sul raggiungimento degli obiettivi, seppur accogliendo favorevolmente l’inserimento di alcune proposte del suo gruppo in tema di sanità per la prevenzione e lo screening neonatale, o sulla tariffazione puntuale nella raccolta dei rifiuti porta a porta. Capozzi, sottolineando quanto sia “un bene riconoscere il lavoro dei consiglieri con il recepimento dei contributi dati da tutte le forze politiche”, si è però chiesta cosa manchi nella legge in tema sanitario o per quanto concerne alcune delle opere previste, non tutte ritenute necessarie.

Infine, nel citare un provvedimento adottato dalla Regione siciliana sul ripristino della misura di inclusione attiva, l’esponente di opposizione si è augurata che venga accolta anche in Fvg con l’appoggio di alcune forze di maggioranza, così come accaduto nell’isola.