Ritorno al medioevo

Forse tornando a parlare di ciò che succede a Gaza può persino apparire lezioso, ma la situazione di chi vive da quelle parti è difficile da immaginare se vista dall’esterno. Le immagini che televisioni e giornali, quelle televisive hanno ovviamente una maggiore potenza ed efficacia, sono drammatiche ma probabilmente solo chi quelle immagini le ha viste dal vivo può comprendere la vera dimensione di quel dramma. Anche perché al di là delle esplosioni, degli incendi, della gente che corre ma, particolarmente in questo caso, non sa dove andare, manca qualcosa: la conseguenza di quelle esplosioni e di quella distruzione.
Quelle macerie che rappresentano ciò che rimane delle case in cui la gente fino a ieri ha in qualche modo abitato, stanno lì a dimostrare la desolazione e l’assoluta impotenza di coloro (quelli che non ci lasciano la pelle, ovviamente) che da un momento all’altro si ritrovano a non sapere più dove andare, di non avere più niente se non quanto ha addosso. Se prima poteva immaginare in qualche maniera un futuro, per quanto una situazione come quella di Gaza di futuri ne faceva immaginare davvero pochi, magari fatto di stenti, ma con almeno un tetto sulla testa ed un posto in cui in qualche modo vivere, ora si trova completamente senza nulla. I messaggi che arrivano dai militari di Israele avvertono le persone di andarsene perché da lì a poco le loro case verranno bombardate; beh, dei veri gentiluomini, niente da dire. Il fatto è che il poco tempo concesso per smammare, spesso non è sufficiente ad intere famiglie di poterlo fare. Ci sono anziani, bambini (sì a quanto pare esistono anche i bambini palestinesi e vengono massacrati anche quelli) che non riescono a rispondere velocemente agli avvertimenti. Poi, si tenta di recuperare qualcosa, forse una coperta, qualche affetto, ed intanto il tempo passa e gli aerei non stanno a guardare se la gente è ancora dentro oppure se ne sia andata. Boom, le bombe cadono e chi c’è, c’è.
Cosa faranno quelle persone non si sa, tanto meno lo sanno loro. Le strutture delle agenzie dell’ONU sono al collasso e posti disponibili nemmeno a stare uno sopra l’altro sono finiti. “In spiaggia”, suggeriscono i soldati israeliani. Ahh, vabbè, almeno forse in spiaggia non si rischia di essere effetto collaterale (davvero collaterale?) delle bombe che continuano a cadere come grandine in città. Ma in spiaggia non ci sono alloggi, e dunque? Ombrelloni e lettini? Quando tutto sarà finito si ricomincerà da capo, chi ha perso tutto sarà sistemato prima nelle tende (chissà fino a quando) nei campi profughi che si allestiranno, poi piano piano le tende verranno sostituite da miserabili strutture in muratura che poi forse diventeranno case e via così fino a quando la gente non ne potrà più di vivere in gabbia come animali (sì, almeno in questo i politici israeliani hanno ragione, quella è una vita da animali) e si ribellerà per tornare punto a capo ad averne abbastanza. Un cerchio che va avanti senza fine.
Perché l’idea che gli abitanti di Gaza possano avere un minimo di libertà di movimento è fuori discussione, Anzi, si è scelto di farli rimanere sotto assedio come facevano gli eserciti nel medioevo con i castelli. Si prende la gente per fame e sfinimento fino a quando, terminate le poche cose che permettevano di tirare a campare, il castello dovrà aprire il portone e calare il ponte levatoio. Fine della storia. Poco importa ce nel frattempo gli abitanti del castello crepino quando non di fame e di sete, di malattie. A Gaza è stata tolta la corrente e il poco gasolio rimasto che fa funzionare i generatori (unica risorsa per avere un po’ di elettricità) finirà nel giro di qualche giorno. Non entreranno né cibo né medicinali, nulla passerà. Si dice sempre che l’assedio di Sarajevo è stato il più lungo della storia recente; quello di Gaza dura da 17 anni!!!. Ciò che succede ora è solo uno stadio evolutivo dell’assedio. Chi sono dunque i criminali?
Non c’è dubbio che andare in giro a sparare su ogni cosa che si muove, come ha fatto Hamas nel sud di Israele, compreso più di 200 giovani che si stavano divertendo (cosa che a Gaza non è mai stata concessa per dire..) e forse pensavano che anche i palestinesi potevano avere lo stesso diritto, è indubbiamente un crimine. Ma come vogliamo definire bombardare a tappeto una città di milioni di esseri umani che vivono uno addosso all’altro? Le bombe non scelgono chi colpire, come si diceva poco sopra, chi c’è, c’è.
Andatevene via, continuano a suggerire da Tel Aviv, ma dove cavolo possono andare questi disgraziati quando anche l’unico valico che potenzialmente poteva essere usato, unico parzialmente non sotto controllo israeliano, quello di Rafah, è stato bombardato mentre l’esercito più morale del mondo ha diffidato gli egiziani dal far passare qualsiasi aiuto verso Gaza.
Stendiamo un velo pietoso sulle decisioni dei Paesi occidentali che da una parte (USA) decide di inviare aiuti militari ad uno degli eserciti più e meglio armati del mondo, mentre dall’altra (l’Unione Europea) prima decide il totale embargo degli aiuti umanitari e poi ripensando alla cazzata che stava facendo, cambia idea e riapre (parzialmente) all’invio degli stessi. Siamo veramente arrivati all’assurdo, ma chi abbiamo scelto di governarci?
Ed in ogni caso non è finita qui, ora vediamo se ci sarà o meno l’invasione da terra che da una parte tutti in Israele si aspettano venga fatta partire (vendicarsi appare un obbligo), ma dall’altra comporta dei rischi notevoli di perdite tra i militari che Israele non può però permettersi.
Poi ci sarebbe un’eventuale evoluzione della guerra che da anni Tel Aviv vorrebbe realizzare, quella contro l’Iran. Ma anche qui è tutto da vedere. Sicuramente si andrà avanti ancora con i massacri. Tanto ormai della Palestina promessa a chi importa più?

Docbrino