Ronchi dei Legionari: Si è chiusa l’VIII edizione del Festival del Giornalismo di Leali delle Notizie
. Si è chiusa ieri l’VIII edizione del Festival del Giornalismo, organizzata dall’ associazione culturale Leali delle Notizie dal 14 al 18 giugno a Ronchi dei Legionari e dal 3 al 9 giugno a San Pier d’Isonzo, Aquileia, Staranzano, Fogliano Redipuglia, San Canzian d’Isonzo, Sagrado e Gorizia. Ben 7mila 200 persone hanno reso possibile una buona riuscita della manifestazione culturale tra spettatori, ospiti, volontari, istituzioni, tecnici, partner, sponsor, albergatori, ristoratori e trasporti. «Gli incontri sono stati davvero tanti in questa lunga edizione iniziata il 3 giugno con gli appuntamenti di “Aspettando il Festival…” – dice Luca Perrino, presidente di Leali delle Notizie -. Fare una manifestazione culturale così grande sul territorio non è semplice e siamo ripagati dalla presenza di molte persone che vengono ogni anno ad ascoltare i nostri incontri. Intendiamo continuare la nostra attività partecipando a bandi e cercando di ottenere finanziamenti per proporre a ogni edizione un Festival più bello e di qualità». La lotta contro la mafia e per la libertà di stampa e di espressione sono stati i temi centrali dell’VIII edizione del Festival del Giornalismo. Il presidente dell’Ordine dei Giornalisti Cristiano Degano ha ricordato ieri sera i dati del Ministero dell’Interno sulle minacce e intimidazioni ai giornalisti. Nel 2021 ci sono stati 232 episodi di intimidazioni con un incremento del 42%. La maggior parte delle minacce arrivano dal web: solo 102 arrivano da Facebook. Un quarto delle minacce è stato rivolto alle donne. Ben 53 atti intimidatori sono stati registrati durante l’emergenza pandemica, di cui 19 durante le manifestazioni No Vax e No Green Pass, dove molti giornalisti sono stati fisicamente aggrediti, soprattutto a Trieste. Oggi i giornalisti in Italia sotto scorta sono 22. Il tema della libertà di stampa e di espressione si lega al Premio Leali delle Notizie in memoria di Daphne Caruana Galizia e a tutte le attività che l’associazione svolge da anni nella difesa della libera informazione. Ieri infatti Corinne Vella, sorella di Daphne, ha consegnato alla vincitrice Marilena Natale il Premio Leali delle Notizie, giunto ormai alla sua V edizione. Marilena Natale si è impegnata nella sua vita nella lotta contro la corruzione politica camorrista. Storica penna della Gazzetta di Caserta, ora è reporter per una tv regionale ed è da anni costretta, a causa delle sue inchieste “scomode”, a vivere sotto scorta. È stata premiata per il suo impegno a rispettare la libertà e per l’onestà dell’informazione che ha sempre cercato di divulgare, difendendo a spada tratta la sua terra. «Non avremmo dovuto aspettare la morte di una persona, ovvero di mia sorella Daphne, per denunciare il legame tra politica e corruzione a Malta – spiega Vella -. Dal 2016 a oggi solo una persona è stata condannata perché ha chiesto il patteggiamento. Si è scoperto che l’omicidio era prevedibile ma non si è fatto nulla per proteggere mia sorella. Il giornalismo non è un crimine. Ci sono stati dei cambiamenti da quando è morta Daphne ma sono troppo pochi e lenti». «Si fa un giornalismo migliore ma si subisce molte pressioni – continua Vella -. Altri giornalisti continuano a rischiare e a essere minacciati. È da due anni che si parla di una nuova direttiva chiamata legge di Daphne, ma non è ancora stata attuata. In questa situazione siamo tutti perdenti, perché milioni di persone non ricevono la corretta informazione e si protegge chi blocca la libertà di stampa e di espressione». Il Premio ha ottenuto anche quest’anno l’Alto Patrocinio del Parlamento Europeo ed è stato realizzato questa volta dall’artista locale Franco Dugo, con l’intento di continuare a lottare per la libertà di espressione anche attraverso le forme dell’arte del nostro territorio. Il premio consiste in un acquerello raffigurante un ritratto in primo piano di Julian Assange. «Il suo volto, delineato con estremo realismo e ispirato alle immagini del giornalista e attivista precedenti il suo arresto, si staglia su sfondo azzurro mentre sotto di lui si susseguono i nomi di alcuni giornalisti e operatori dell’informazione che hanno perso la vita o sono stati perseguitati per la dedizione con cui hanno svolto il loro mestiere. L’elenco potrebbe essere infinito – spiega l’artista -, ed è per questo che il colore con cui sono vergati i nomi sbiadisce progressivamente». Nell’elenco spicca fra gli altri il nome di Anna Politkovskaja, quasi un presentimento visto che il dipinto è stato concluso prima dello scoppio dell’attuale conflitto in cui molti sono i reporter russi e ucraini a battersi per la libertà di stampa. «Ho fatto di Daphne il mio faro e con il mio lavoro cerco di dare voce alla mia terra. Non sono una giornalista di antimafia. Faccio la giornalista per difendere la mia terra e per alcuni sono una voce scomoda – ha affermato Marilena Natale durante la cerimonia -. Volevo riscattare la mia terra fin da piccola, in quanto solo qualche giornale locale parlava di corruzione nelle mie zone. Con la strage di immigrati del 2008 si è ricordata l’esistenza della mafia in provincia di Caserta». «Nel 2014 sono entrata in un ospedale pediatrico e sono scesa all’inferno – continua Natale -. I bambini passavano dal latte materno alla chemioterapia, vedevo bare piccole chiudersi e genitori che non avevano nemmeno i soldi per seppellire i propri bambini. Ogni bambino di quell’ospedale è una mia cellula, è la spinta che mi porta ad andare avanti a difendere la mia terra. Forse non ci riuscirò ma almeno ci ho provato. Vivo ad Aversa, in provincia di Caserta, a 2 km da Casal di Principe, dove c’è un traffico di rifiuti. Mafiosi e politici mi hanno anche querelata numerose volte. Sono finita sotto scorta perché ho scoperto il legame tra mafia e politica. Non mi posso più muovere. Possono uccidere il mio corpo, non quello che ho detto, non le mie parole». La cerimonia di consegna del premio è stata presentata dalla corrispondente di guerra e scrittrice Barbara Schiavulli, che ha partecipato a diversi incontri del Festival del Giornalismo e ogni pomeriggio ha mandato in onda sulla sua Radio Bullets tutti gli aggiornamenti della manifestazione culturale ronchese con il programma Live @ Festival. «Sono sfilati nell’ottava edizione di questo Festival colleghi che nel loro campo, combattono, rischiano, non mollano – dice Schiavulli -. Che si tratti di lotta alla mafia o di lotta alla dittatura, che si tratti di guerra, ambiente, salute o accesso ai diritti. Ma soprattutto che si tratti di giornalismo. Di giustizia e di verità. Tutto quello che l’estremismo che sia ideologico, religioso o politico, detesta». Durante l’VIII edizione del Festival del Giornalismo di Leali delle Notizie non si è parlato solo di libertà di stampa e di espressione e di lotta alle mafie. Sono state trattate infatti anche altre tematiche legate all’attualità e agli anniversari di alcuni fenomeni rilevanti per il mondo del giornalismo e per l’evoluzione della società, dell’economia e della politica. I temi sono stati numerosi: dal giornalismo digitale al riciclaggio internazionale di opere d’arte, dalla comunicazione dello sport al calcio e i diritti umani in occasione dei mondiali in Qatar del 2022, dalla disabilità alla violenza di genere, dalla situazione in Afghanistan alla guerra in Ucraina, dalla disintermediazione della politica alla salute e ai diritti nelle carceri italiane, dal Coronavirus all’emergenza ambiente e sostenibilità. Si è tenuto poi anche un incontro di respiro internazionale in occasione dei 100 anni dalla fondazione della BBC con il direttore della sezione europea della rete pubblica inglese. Gli incontri incentrati sull’analisi del 1992 sono fra quelli che hanno riscosso più successo in questa edizione e che hanno riempito il palatenda. Un anno che ha segnato la storia della nostra società sotto molti aspetti. Si è parlato in “Aspettando il Festival…” dei Balcani, per poi concentrarsi durante il Festival vero e proprio su alcuni pezzi della storia italiana come le stragi di Capaci e di via D’Amelio e Tangentopoli. In molti poi hanno partecipato alla presentazione del libro William e Harry, l’ultima pubblicazione di Antonio Caprarica. Un ospite fisso dell’associazione Leali delle Notizie che, con le sue storie sulla famiglia reale inglese, richiama ogni anno un vasto pubblico a Ronchi dei Legionari. Negli ultimi due anni Leali delle Notizie ha avuto modo di allargare i propri orizzonti e di stringere nuovi legami con altre realtà del Friuli Venezia Giulia e del Veneto. L’associazione ronchese si è infatti unita all’Associazione Thesis del Dedica Festival di Pordenone, a Vicino/Lontano di Udine, al Premio Giornalistico Papa Ernest Hemingway di Caorle, all’associazione Heraldo Ets, organizzatrice del Festival del Giornalismo di Verona, e alla Vitale Onlus per regalare al pubblico un Festival ancora più ricco di incontri.