Sabato 17 dicembre manifestazione a sostegno delle donne e del popolo iraniano
Il feroce regime teocratico uccide, imprigiona, condanna a morte, ma non arresta la lotta delle donne iraniane, la loro richiesta di libertà. Si apre così l’appello dell’associazione Donne in nero che indice per sabato prossimo 17 dicembre una manifestazione silenziosa a Udine. Ore 17.00, Portici di Via Cavour. Intanto anche se tardivamente anche la diplomazia internazionale inizia a muoversi. Una bozza di risoluzione per “rimuovere con effetto immediato” l’Iran dalla Commissione sullo status delle donne “per il resto del suo mandato 2022-2026” è stata adottata dal Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite, composto da 54 membri. I voti favorevoli sono stati 29, i contrari otto tra cui quelli di Russia e Cina, 16 gli astenuti (Bangladesh, Belize, Botswana, Congo, Costa d’Avorio, Esawatini, Gabon, India, Indonesia, Madagascar, Mauritius, Messico, Isole Solomone, Thailandia, Tunisia, Tanzania). La votazione era stata proposta dagli Stati Uniti in relazione alla linea dura adottata dalle autorità iraniane nei confronti delle manifestazioni di piazza in corso in tutta la Repubblica islamica innescate dalla morte di Masha Amini, deceduta a 22 anni dopo essere stata arrestata dalla polizia morale di Teheran con l’accusa di non aver indossato correttamente il velo islamico. Ovviamente l’Iran condanna l’espulsione dalla Commissione Onu su donne definendo “illegale” la risoluzione approvata dall’Onu. L’espulsione dalla Commissione delle Nazioni Unite è “un’eresia politica che scredita questa organizzazione internazionale e crea anche una procedura unilaterale per futuri abusi delle istituzioni internazionali”, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri della Repubblica islamica Nasser Kanani, come riporta l’agenzia di stampa ufficiale Irna, attaccando gli Stati Uniti, che hanno proposto la risoluzione. Nel criticare la decisione dell’Onu, il Segretario dell’Alto consiglio per i diritti umani dell’Iran Kazem Gharibabadi ha accusato Washington di avere “dato totale sostegno all’uccisione da parte di gruppi terroristi di migliaia di donne iraniane” da quando è stata fondata la Repubblica islamica.