Sabino Cassese, evento online Ateneo Udine su crisi burocrazia
Il presidente emerito della Corte costituzionale, Sabino Cassese, sarà ospite dell’Università di Udine, mercoledì 24 maggio, alle 15.30, nell’aula T9 di Palazzo di Toppo Wassermann (via Gemona 92, Udine). Il professor Cassese interverrà da remoto al seminario “Amministrare la nazione. La crisi della burocrazia e i suoi rimedi” dialogando con la direttrice del Dipartimento di Scienze giuridiche, Elena D’Orlando. Insigne giurista, Sabino Cassese, professore emerito della Scuola Normale Superiore di Pisa e docente alla “School of Government” della Luiss di Roma, analizzerà i fattori di crisi dell’amministrazione pubblica.
Secondo Cassese, che ha li ha analizzati nel libro “Amministrare la nazione. La crisi della burocrazia e i suoi rimedi” (Mondadori, 2023), questi fattori si collocano tanto all’interno quanto all’esterno della PA. Essi dipendendo, secondo l’autore, non solo da difficoltà strutturali endogene, ma anche dal modo di operare del Parlamento che esonda spesso dalla funzione legislativa divenendo co-amministratore, dalla debolezza dei Governi che tendono a essere di breve durata, da forze politiche multinazionali, come gli organismi sovranazionali e le Big Tech. Il professor Cassese si soffermerà quindi sui possibili rimedi, che a suo avviso vanno pensati partendo dal dato più importante: ciò di cui il Paese ha bisogno.
«La pubblica amministrazione, per dimensioni e poteri, svolge un ruolo cruciale per il benessere del cittadino e il successo dello Stato – sottolinea la professoressa D’Orlando –. Principale erogatore di servizi e datore di lavoro italiano, la PA ha una funzione fondamentale nel sistema politico, condizionando la democrazia. La concreta attuazione di tutte le politiche pubbliche deve passare attraverso la sua azione: si comprende, quindi, cosa e quanto dipenda dalla sua buona organizzazione e dal suo buon funzionamento».
Gli attuali fattori di crisi dell’amministrazione hanno molteplici cause. «Per porvi rimedio – spiega la direttrice del Disg – è necessario riflettere su più piani: quello sistemico della forma di governo, nell’ambito della quale il Parlamento dovrebbe ritrarsi maggiormente dagli spazi propri dell’amministrazione e i Governi dovrebbero essere resi più stabili; quello interno alla PA, puntando su una dirigenza fondata sul merito anziché sulla precarietà e su un’opera di razionalizzazione di organizzazione e procedure; quello dello studio della PA, che dovrebbe abbandonare la tradizionale prospettiva settoriale e strutturarsi secondo una metodica e un approccio di tipo interdisciplinare. Su quest’ultimo aspetto – evidenza D’Orlando – le Università giocano un ruolo molto importante per promuovere, prima ancora che concreti strumenti di intervento, un rinnovamento culturale, che è alla base del successo di qualsiasi processo riformatore».