Salario minimo in F-vg? perche’ no?

Mi pare che in giro per l’Europa la definizione di un salario minimo abbia una certa fortuna. In alcuni casi, mi riferisco alla Germania, le regioni hanno dei poteri di intervento nell’applicazione di questa misura.
Mi domando se nella specialità del F-VG può essere compresa anche la potestà di legiferare in materia, applicando direttamente lo Statuto o ricercando la quasi impossibile strada di una norma di attuazione. E’ evidente che di questi tempi una pretesa assoluta troverebbe delle montagne politiche da scalare e una Corte Costituzionale non certo benevola.
Tuttavia ritengo che esista uno spazio non secondario che andrebbe percorso il prima possibile. Quello delle gare d’appalto di interventi e servizi assegnati dall’insieme di Enti riconducibili al sistema regionale quali quelle che riguardano i Comuni e la sanità.
Ricordo peraltro che, oltre alle materie di potestà primaria previste all’art.4 e quelle concorrenti di cui all’art.5 (senza dimenticare le modifiche costituzionali del 2001) dello Statuto, esiste anche un articolo 6 che prevede la possibilità di emanare norme di integrazione (e attuazione) rispetto allo Stato in materia di “lavoro, previdenza e assistenza sociale”.
Credo non ci sarebbe nulla di esorbitante se la Regione F-VG condizionasse l’emanazione di qualsiasi affidamento di lavori e servizi da parte di amministrazioni pubbliche (o da esse partecipate) al rispetto di un “salario minimo orario regionale” da definirsi annualmente sulla base di un algoritmo definito da una commissione tecnica, magari partecipata dalle stesse organizzazioni sindacali rappresentative. Già oggi mi pare si possa condizionare gli affidamenti al rispetto di contratti per i dipendenti coinvolti, perlomeno se tali contratti esistono. Non si tratta certo del ripristino delle malaugurate “gabbie salariali” ma della costruzione di una rete di salvaguardia sociale, oggi strettamente necessaria.
Mi rendo conto che non si coinvolgerebbe la galassia del subappalto di Fincantieri, ma il tutto forse potrebbe funzionare da ”convincimento morale”.
Mi parrebbe naturale che una iniziativa del genere possa essere presa dalla attuale opposizione in Consiglio Regionale ma sarei molto più contento se lo facesse la stessa Giunta Regionale, da un lato per rilanciare la stessa immagine del Presidente Fedriga come “statista” autonomo e magari per permettere all’assessore Bini di confermare la già asserita estraneità rispetto alle cooperative che utilizzano malignamente il buon nome della Euro Promos.
Ulteriore chance. In F-VG esiste una normativa per la promozione di iniziative popolari che, oltre ad abrogare, permettono di proporre leggi e, in determinate condizioni, andare al voto su queste. Non c’è mai stata grande fortuna in questo campo, ammissibilità e procedure sono complicate, ma anche questa strada andrebbe esplorata.

Giorgio Cavallo