Salute: Conficoni (Pd), su personale Riccardi insegue ma partorisce topolino
«La crisi del personale della sanità pubblica regionale è il nodo principale del sistema salute e per questo l’annunciata perequazione del trattamento economico dei sanitari è un vittoria del Partito Democratico, che lo scorso anno aveva posto la questione con una mozione. Peccato che Riccardi, dopo avere ignorato per anni la necessità di investire nelle risorse umane, abbia partorito il classico topolino, inseguendo la nostra iniziativa in modo tardivo e insufficiente a rilanciare la sanità pubblica». Lo afferma il consigliere regionale Nicola Conficoni (Pd), analizzando la situazione del personale del sistema sanitario pubblico del Fvg.
«Commentando le risorse stanziate per il personale, Riccardi sostiene che si appianeranno le contraddizioni esistenti, facendo sì che tutti i dipendenti, a qualsiasi azienda appartengano, abbiano lo stesso trattamento relativamente alle quote accessorie. Questo era esattamente l’impegno che avevamo chiesto alla Giunta attraverso la mozione bocciata dal Consiglio regionale lo scorso ottobre. Ben venga che, seppure a posteriori, l’assessore ne abbia fatto proprio il contenuto. A maggior ragione perché ancora una volta avevamo visto giusto, ci aspettiamo che anche le altre proposte messe in campo dal gruppo durante la discussione della legge di Stabilità vengano riconsiderate, in primis il tentativo di trattenere il personale attraverso un premio di fedeltà, garantendo aumenti salariali a medici, infermieri e operatori che volontariamente si impegnano a restare nel servizio sanitario regionale. Questa misura, unitamente a un fondo individuale per la crescita professionale da riconoscere a chi aderisce al patto di permanenza, non sarebbe servita solo ad arginare la fuga, ma anche ad attrarre nuovo personale. Per traguardare l’obiettivo, avevamo anche chiesto di mettere a disposizione alloggi a uso foresteria e ambulatori ai professionisti provenienti da fuori. Senza dimenticare il salario di pre inserimento al lavoro da riconoscere agli iscritti a scienze infermieristiche, per rendere più appetibile la partecipazione a corsi non esauriti. Proposte di buon senso che nonostante il sostegno di alcuni ordini e sindacati sono state purtroppo cassate, registrando l’ennesima chiusura a vantaggio del sistema privato. Non a caso la Giunta paventa tagli alla sanità pubblica che potrebbero essere evitati».