Salute: Riccardi sfugge al confronto sulla questione del Pronto soccorso di Udine, preferisce la forma epistolare

“La funzione di triage dei pazienti è unica ed e garantita dall’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale nei locali aziendali adibiti a questo scopo, all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine. Nel caso il codice assegnato al paziente rientri tra i quelli ‘minori’, così definiti da una apposita procedura aziendale, i pazienti vengono avviati a un ambulatorio dedicato, all’interno del Pronto Soccorso, e gestito dall’ente terzo cui è stato affidato il servizio”. Lo ha scritto questa sera  l’assessore regionale alla Salute del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi, rispondendo in forma scritta, a un’interrogazione in Consiglio regionale. “Spiace leggere, aggiunge l’ineffabile assessore,  dichiarazioni rispetto alle quali non avrei risposto per un mio rifiuto al confronto, su questo tema, in Aula; mi sono sempre confrontato apertamente con tutti. Oggi non è stato possibile farlo perché il presidente del Consiglio regionale ha chiuso i lavori, nel rispetto del programma, prima che le interrogazioni venissero portate alla mia attenzione. Un episodio che mi rammarica ma che, purtroppo, non mi stupisce, che ritengo intellettualmente disonesto”. Ma in realtà le cose sono andate diversamente da quanto afferma l’assessore. A fare chiarezza è Furio Honsell che quella interrogazione l’aveva presentata e che attendeva risposta in aula: “L’Assessore Riccardi non ha accettato il confronto sul tema della delega ad un’azienda privata della gestione dei codici meno gravi del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Udine. Questa mattina, spiega il consigliere d’opposizione,  era prevista la risposta alla mia interrogazione su come sia possibile dal punto di vista gestionale dirottare alcuni codici su operatori privati. Si chiedeva chi esegue il triage? Chi classifica i codici come meno gravi? In quali strutture vengono gestiti? Come viene realizzato il coordinamento tra struttura privata e struttura pubblica? Com’è tutelata la riservatezza dei dati dei pazienti da parte della struttura che inevitabilmente necessita di accedere alle banche dati sanitari?” Tutti quesiti  legittimi che si sono posti sia i pazienti che lo stesso personale sanitario  pubblico. “Quando è giunto il momento di rispondere, spiega Honsell, l’Assessore ha dichiarato che aveva un impegno e che avrebbe risposto alla fine” Una sorta di ritirata strategica dato che, spiega Honsell ” è ricomparso poco dopo in aula ed è rimasto fino alla fine della seduta chiacchierando con i consiglieri di maggioranza. Quando finalmente è giunto di nuovo il suo turno il Presidente ha comunicato che il tempo per le comunicazioni era scaduto. Ma invece di procedere con il punto successivo all’ordine del giorno la seduta è stata sospesa perché non  era pronto il materiale per il punto successivo. Ritengo questo comportamento molto grave in quanto il tema è
estremamente delicato e il non rispondere dell’Assessore è, purtroppo, essa stessa una risposta, che manifesta per lo meno preoccupante incertezza”.