San Giorgio di Nogaro promuove il benessere degli adolescenti con il Centro di giovanile Spassatempo e la Cooperativa sociale Itaca

Offrire alla comunità adulta del territorio l’occasione di confrontarsi apertamente con esperti dell’ASUFC in tema di dipendenze, con l’obiettivo di promuovere la salute degli adolescenti, ma anche prevenire eventuali situazioni di rischio, riconoscere i campanelli d’allarme e i segnali di disagio. Grande successo in termini di partecipazione alla serata “Diritto di essere indipendenti. Il rischio dipendenza in adolescenza”, incontro svoltosi lo scorso 7 marzo nella sala conferenze di Villa Dora a San Giorgio di Nogaro. Organizzato da Comune di San Giorgio di Nogaro, Centro di aggregazione giovanile Spassatempo e Cooperativa sociale Itaca, l’appuntamento è stato occasione preziosa di condivisione ed ha affrontato temi molto delicati ed attuali, dalle sostanze alla tecnologia, per indagare quali siano oggi i rischi di dipendenza per i giovani. Ad intervenire la dott.ssa Elisabetta Mosca, psicologa e psicoterapeuta, e il dott. Andrea Monculli, educatore professionale, entrambi del Servizio dipendenze dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli centrale. La serata ha visto la partecipazione ed il coinvolgimento attivo della rete dei Servizi sociali. Il Comune di San Giorgio di Nogaro, infatti, è il primo Comune del territorio ad aver ospitato un appuntamento dedicato alle dipendenze per stimolare gli adulti ad una presa di consapevolezza su un tema delicato ed attuale. Tra i presenti non solo genitori, ma anche rappresentanti delle varie agenzie educative del territorio. Oltremodo ampio il ventaglio dei temi trattati dai due esperti, che non si sono limitati all’adolescenza, le sostanze, alcol e tabacco, ma hanno affrontato anche argomenti quali il gioco d’azzardo, le nuove tecnologie, lo shopping. La serata si è dipanata seguendo un filo rosso, ovvero indagare sui fattori di rischio, le precondizioni che possono far sì che gli adolescenti – che si trovano nella stagione di vita del cambiamento, della transizione, sperimentazione e magari anche della ribellione – rischino di lasciarsi andare a situazioni o comportamenti che possano condurre a una dipendenza. L’incontro, frutto di uno scrupoloso lavoro quadriennale di tavolo di comunità che Itaca sta portando avanti, aveva altresì l’obiettivo di coinvolgere il mondo adulto, che a vario titolo ha un ruolo nell’educazione di ragazze e ragazzi, fornendo una serie di stimoli verso un senso di responsabilità collettiva per una nuova comunità educante. “Il mondo adulto è molto preoccupato per i rischi in cui potrebbero inciampare i ragazzi. Il più delle volte, però – afferma Sara Serato, assessora alle politiche giovanili -, viene incriminato l’uso di sostanze dichiarate illegali, ovvero le sostanze stupefacenti. Argomento trattato e conosciuto da molti anni e di cui prevenzione sarà sempre necessaria. Quello che viene sottovalutato sono quei comportamenti ritenuti ‘normali’ e che molto spesso non vengono presi in considerazione, o che gli stessi adulti mettono in atto senza rendersene conto. A partire dallo smartphone che abbiamo sempre in mano, alle abbuffate di cioccolata, alla visione di serie TV tutte d’un fiato, all’acquisto continuo di cose non necessarie e molto altro. Dopo diversi confronti con educatori, insegnanti, genitori, medici, sportivi, è stato rilevato, e il successo della serata ne è stata la conferma, che c’è un bisogno per gli adulti di capire quali sono i nuovi rischi, come riconoscere un comportamento non più ‘normale’ prima che diventi clinico, quali sono i percorsi o gli enti e figure a cui rivolgersi. La serata del 7 marzo è stata considerata dall’Amministrazione comunale come la data zero. Un’introduzione al mondo delle dipendenze e alle loro sfaccettature. Ora la volontà è quella di organizzare diversi appuntamenti dall’argomento circoscritto per riuscire a rispondere alle diverse esigenze che gli adulti devono affrontare oggi nel sostegno, nella prevenzione e nella cura delle nuove generazioni. Non c’è un’età più sensibile rispetto ad un’altra, siamo tutti potenziali dipendenti e siamo tutti chiamati a informarci e formarci. Tutelando noi, tuteliamo bambini e ragazzi”.