Sanità al centro degli interventi nel dibattito generale sull’Assestamento bis all’esame del Consiglio regionale
Oggi prima giornata dedicata dal Consiglio regionale Fvg all’esame del disegno di legge n. 26 “Misure finanziarie multisettoriali” meglio noto come “assestamento bis”. Il Consiglio proseguirà i lavori domani ad oltranza, ma ovviamente il risultato finale sarà la solita parata di votazioni a colpi di maggiornaza perchè, per dirla con un proverbio: “non c’è peggior sordo di chi non vuol, sentire”. Questo il resoconto della prima giornata di lavori come sintetizzato dall’agenzia di stampa regionale (ARC).
“La necessità di sanare i bilanci delle aziende sanitarie era ampiamente prevedibile – ha esordito Roberto Cosolini del Partito democratico -. Mi chiedo perché, nell’anno del bilancio record nella storia della Regione, non è stata colta l’occasione per responsabilizzare i manager della sanità assegnando loro sin dall’inizio tutte le risorse necessarie. Forse non c’era fiducia nei loro confronti”. Secondo il dem “non è stato fatto il meglio per il sistema sanitario regionale. Nel 2019 sono stati scelti candidati idonei, andavo nominati i migliori, quelli che nel post Covid hanno dimostrato le proprie capacità in altre regioni. Mi appello al presidente Fedriga. Oggi, con la nomina dei nuovi dirigenti sanitari all’orizzonte, si può perseverare nell’errore o fare le scelte giuste per i cittadini del Fvg”, ha concluso Cosolini.
“Mancano investimenti in politiche capaci di intercettare il bisogno – ha sentenziato la consigliera Laura Fasiolo (Pd) – ovvero interventi sull’invecchiamento attivo, la domiciliarità e il disagio giovanile”. Fasiolo richiama l’attenzione anche sulle lunghe liste d’attesa per le case di riposo e per i centri diurni per i malati di Alzheimer, che mettono a dura prova le famiglie. “Telesoccorso e telemedicina, trasporto facile sono problemi drammatici per le persone sole – ha aggiunto la dem -. Dobbiamo prenderci carico tutti trasversalmente di questi problemi”. Per quanto riguarda i temi economici, “bene i contributi per le strutture ricettive e per i fondi di rotazione, ma vorrei capire anche a che punto siamo con la Zona Logistica Semplificata, di cui si parla dal 2017”, ha aggiunto Fasiolo, che in chiusura di intervento ha ribadito la necessità di maggiore attenzione sulle situazioni di fragilità sociale, “perchè Gorizia 2025 sia capitale della cultura e dell’etica culturale”.
Per Serena Pellegrino (Alleanza Verdi Sinistra) “questa manovra da 262 milioni di euro si può sintetizzare con una sola parola: diseguaglianza. Si continua ad attingere dalle tasche dei cittadini senza restituire un servizio. Dire che la sanità è pubblica perché è pagata dal pubblico è falso – ha detto Pellegrino -. 154 milioni per la spesa corrente delle aziende sanitarie confermano le nostre ragioni e ci sono sempre più persone che rinunciano a curarsi”. Nel mirino di Pellegrino anche i fondi previsti in manovra per gli hotel a 4 stelle, l’opera digitale in Galleria Bombi a Gorizia, i bacini d’acqua per l’innevamento artificiale. “Non è questa la nostra idea per il Fvg, presenteremo emendamenti per fermare questi progetti e creare alternative concrete per perseguire con risorse pubbliche uno sviluppo armonioso della collettività, contrastando la crisi sociale e garantendo i diritti costituzionali”, ha concluso la consigliera di Avs.
“Se ci sono le risorse approffittiamo per mettere in campo interventi strutturali, in particolare in ambito sanitario – così Massimiliano Pozzo (Pd) nel suo intervento in Aula -. Dobbiamo impegnarci tutti a non sprecare le risorse, nella manovra di luglio si è andati oltre il limite su certe situazioni, con il rischio di diseducare il territorio”. L’esponente del Centrosinistra individua tre priorità di intervento: salute mentale (“la situazione sul territorio è drammatica”), ambiente (“c’è la necessità di bonificare le aree utilizzate con facilità come discariche negli anni ’90”) e infine il personale di sostegno nelle scuole (“una necessità assoluta. Le scuole hanno la massima priorità”).
Manuela Celotti Pd, è convinta che la manovra autunnale “manchi di una visione strategica” a dispetto dell’ingente massa finanziaria movimentata in quest’occasione e nell’Assestamento di luglio. Celotti lamenta in particolare “l’assenza di una seria politica riguardo alla povertà, la casa e il diritto all’abitare”. Viene invocata anche una maggiore attenzione “alle politiche di integrazione, dal momento che la denatalità e la fuga dei giovani renderanno necessario l’arrivo di circa 100mila persone in Fvg, e bisogna già ora interrogarsi sui servizi da fornire loro”. La consigliera dem ha criticato anche la scelta “di togliere risorse dalle Cer, le Comunità energetiche rinnovabili” e l’assenza di “misure concrete per venire incontro ai problemi di personale dei Comuni, perequando completamente gli stipendi tra personale regionale e comunale”.
Il collega del Pd Francesco Martines ha centrato invece il suo intervento sulle politiche per la Salute, sostenendo che “la sanità è il problema maggiormente percepito dagli italiani, come rivela una recente ricerca. E purtroppo le difficoltà che si lamentano a livello nazionale (liste d’attesa e pronto soccorso intasati, famiglie che non hanno i soldi per curarsi e fuga di medici e infermieri verso il privato) si riscontrano anche in Fvg, con la differenza che qui abbiamo più risorse ma ugualmente non siamo un’isola felice”. Martines ne desume che “esiste un problema di governance e di gestione delle aziende, mentre la Giunta non ha ancora messo mano al piano di riorganizzazione evocato da tempo, forse per paura di scontentare i territori”.
È tornato sul tema dell’immigrazione Enrico Bullian, del Patto per l’autonomia-Civica Fvg, convinto che “l’inverno demografico si affronti con politiche razionali di inclusione e accoglienza, perché un pezzo del nostro futuro passa da lì”. Il consigliere di Opposizione ha inoltre preannunciato un emendamento “per andare incontro alle esigenze di Gradisca, cittadina sotto pressione per la presenza di Cara e Cpr”. Bullian apprezza invece “il ravvedimento di questa Maggioranza sui requisiti di residenza per l’assegnazione degli alloggi Ater, visto che le norme precedenti discriminavano i princìpi di uguaglianza: credo che si tratti di un passaggio importante, anche se il Centrodestra dice che lo fa controvoglia”.
“Dalla vostra narrazione – ha replicato Markus Maurmair (FdI), primo esponente di Maggioranza a intervenire nella discussione generale – sembra che la nostra Regione sia sull’orlo del baratro quando invece il Fvg sta andando molto bene dal punto di vista dell’economia e in questo momento abbiamo meno disoccupati della Baviera…”. Maurmair è convinto “sia troppo facile dire che manca questa o quell’altra misura prendendo in considerazione solo questo ddl, perché molte risorse sono state assegnate con le precedenti manovre di bilancio”. Il consigliere di FdI ha poi rivendicato il diritto di parlare anche “per i soggetti deboli, i pensionati e le famiglie a basso reddito, per i quali abbiamo attivato molte misure di sostegno”.
Maddalena Spagnolo (Lega) si è detta soddisfatta “perché si tratta di una manovra molto importante per la nostra regione. Abbiamo previsto fondamentali investimenti per far crescere tutti i settori. Uno fra tutti, la sanità con grandi poste per più di 150 milioni di euro. A detta delle Opposizioni, sembrerebbe che destinare soldi a questo reparto sia un male. Non verranno chiusi ospedali e i territori potranno rispettare gli impegni presi con la popolazione e rispondere alle proprie necessità”.
Secondo il dem Massimo Mentil, “con questo Assestamento bis dobbiamo poter giudicare se i fondi vengano assegnati nel modo corretto, è il ruolo delle Opposizioni: non siamo quelli che si augurano catastrofismi. C’è un problema di programmazione sulla sanità: quando in finanziaria si lascia la possibilità di allocare ancora 150 milioni ci aspettiamo che i problemi vengano effettivamente risolti. Diamo un contributo in ogni occasione, ma ciò che proponiamo viene bocciato dalla Maggioranza e riproposto in altra sede da loro stessi”.
“L’intervento del collega Cosolini sui direttori sanitari – ha sottolineato Carlo Bolzonello di Fedriga presidente – mi ha stupito: questo passaggio da l’idea che abbiamo persone nei ruoli apicali che non lavorano bene. Le problematiche affrontate in materia non sono nate negli ultimi quattro anni, ma ben prima. L’apertura verso il privato non è frutto di questa amministrazione ma è stata la Giunta Serracchiani che vi ha fatto ampio ricorso, per la necessità di offrire le migliori cure. Siamo pronti alla riorganizzazione: i movimenti fatti erano propedeutici per arrivare a fine anno”.
Rosaria Capozzi del Movimento 5 stelle ha ricordato che “abbiamo cercato di correggere con i nostri emendamenti alcune mancanze di questa misura. Ci sono situazioni rispetto alle quali vorremmo maggiore chiarezza, come quella della galleria Bombi di Gorizia, della gestione dei fondi per i Comuni montani, e della difesa dell’ambiente. Con un emendamento – ha incalzato la pentastellata – abbiamo voluto ridare equilibrio alla manovra soprattutto sulle fonti rinnovabili, spesso messe in secondo piano da questa Giunta. Abbiamo apprezzato diversi aspetti dell’Assesstamento bis come la riqualificazione di immobili e l’aiuto all’agricoltura con i fondi di rotazione. Questa manovra per il momento è priva di scossoni: si potrebbero aiutare di più i nostri territori. Mi auguro – ha concluso Capozzi – si possa lavorare bene e insieme”.
“Manovra importante, che guarda al benessere dei cittadini”. Così l’ha definita Roberto Novelli (Forza Italia), che sulle carenze del sistema sanitario ha rimandato la questione al mittente affermando che “per decenni non si sono voluti vedere problemi evidenti come quelli della progressione delle malattie croniche, dei piccoli ospedali, della carenza di personale medico e infermieristico, problemi enormi che chi oggi governa questa regione sta cercando di affrontare e nel suo complesso. Si deve avere il coraggio di attuare dei cambiamenti a meccanismi ormai consolidati e questi non possono essere immediati, ma progressivi, avendo un orizzonte”.
Per Massimo Moretuzzo (capogruppo del Patto per l’Autonomia-Civica Fvg), “questa manovra può essere definita in molti modi, ma certamente non tecnica. Due le grandi scelte che determineranno gran parte del futuro del Friuli Venezia Giulia: il rapporto fra soggetti pubblici e soggetti privati nel mondo della salute, rapporto tra risorse investite e risultati ottenuti incluso; la nomina dei vertici delle Aziende sanitarie. In queste settimane si prenderà una decisione fondamentale: se sbagliamo i manager, pregiudichiamo la possibilità di affrontare i nodi che si riconoscono al Servizio sanitario regionale”.
Altri lati negativi, per Moretuzzo, i 21 milioni posti al manifatturiero senza confronto in Commissione, pensare a vasche per la neve artificiale in montagna, 500mila euro per una mostra “discutibile” al salone degli Incanti di Trieste, ma soprattutto il tema dei parchi fotovoltaici, che saranno normati non prima della fine dell’anno. “I decreti ministeriali sono stati approvati il 21 giugno, tutti i progetti che sono presentati da allora a dicembre sono accolti, il che significa altre centinaia di impianti fotovoltaici”, ha accusato chiedendo “perché la norma non venga inserita nel ddl 26”.
“Si incolpa sempre chi c’era prima, va bene ma allora bisogna ricordare tutto e non solo ciò che fa comodo”, ha fatto presente Diego Moretti, capogruppo del Pd, parlando di “coraggio avuto da chi ha governato la sanità regionale dal 2013 al 2018, ovvero dalla Giunta Serracchiani, che ha avuto in eredità la mancanza di scelte da parte di chi aveva amministrato prima, a cominciare dalla chiusura dei punti nascita che non raggiungevano i 500 parti all’anno (Latisana e Gorizia), passando per la riorganizzazione sanitaria dettata dal decreto Balduzzi e il controllo gestionale”.
Moretti ha, quindi, chiuso il dibattito generale con un timore: “Per un paio di anni potremo ancora avere il rimbalzo dei conguagli, ma lo Stato già dice che non ci sono più soldi, perciò vanno fatte delle scelte prioritarie. Le nostre sono preoccupazioni per il futuro, non certo auspici di negatività. Questo provvedimento manca di strategia. Sulla sanità da mesi sentiamo solo annunci, nessuna scelta da poter valutare”. (fonte Arc)