Sanità, la Cgil dice no all’accordo sulle Rar (Risorse aggiuntive regionali). Olivo (Fp): «Non accolta la richiesta, unitaria, di incrementare i fondi»
«Non abbiamo firmato per coerenza con quanto richiesto a febbraio da noi, dalla Cisl Fp e dal Fials. Pur contenendo novità positive, infatti, l’ipotesi di accordo che ci è stata sottoposta dall’assessore non prevedeva alcun aumento di risorse rispetto alla precedente. E la condizione che avevamo posto unitariamente era un incremento della dotazione finanziaria». La segretaria regionale Orietta Olivo spiega così le ragioni che hanno portato la Funzione pubblica Cgil a non sottoscrivere, oggi, l’accordo sulle Rar (Risorse aggiuntive regionali) per i lavoratori della sanità. «Quanto è accaduto – commenta Olivo – non è una novità per la sanità regionale: si ripete, sia pure con protagonisti in parte diversi, quanto si era già visto nel 2021. Da parte nostra non potevamo firmare, perché la richiesta prioritaria era un aumento delle risorse finanziarie e non è stata accolta. L’assessore, del resto, ha ribadito che le Rar sono uno strumento che non gli piace e che la Giunta ha preferito destinare stanziamenti aggiuntivi per 10 milioni all’abbattimento delle liste di attesa, cioè incentivando prestazioni aggiuntive». Scelta, questa, che non convince la Cgil: «Non crediamo che ci siano grandi margini per prestazioni aggiuntive: il personale della sanità pubblica, infatti, è carente, stressato, con migliaia di ore di straordinari e di giornate di ferie e permessi arretrati. Temiamo pertanto che la maggior parte di quei 10 milioni saranno appannaggio della sanità privata. Oltre a questo, va sottolineato che dai fondi per l’abbattimento delle attese sono escluse diverse categorie di lavoratori della sanità, come gli Oss e gli amministrativi, cosa che non avviene invece per le Rar».