Sanità: PD Shaurli, Riccardi dia priorità a carenza medici: “In Carnia un medico per 1500 assistiti su 200kmq”

 

L’assessore Riccardi trova nei CAP (Centri di assistenza primaria) un altro bersaglio per il suo bisogno di fare a pezzi il Sistema sanitario regionale, invece di migliorarlo dove occorre,”. Lo afferma il segretario regionale Pd Fvg Cristiano Shaurli, commentando le dichiarazioni dell’assessore alla Sanità Riccardo Ricardi, in merito alla volontà di “superare la logica con cui nella precedente legislatura sono state privilegiate le concentrazioni di medici nei Centri di assistenza primaria (CAP)”. Riccardi si preoccupa dei Cap ma non dà priorità alla copertura dei posti vacanti dei medici di medicina generale e di guardia medica – ammonisce Shaurli – mentre in questi mesi in regione si sta aprendo una voragine con 39 posti vacanti di medici di medicina generale e 81 posti vacanti di medici di guardia medica”. Ci sono tre comuni della Carnia – spiega il responsabile Sanità del Pd Fvg Roberto Trevisan – che hanno un solo medico di base per 1500 assistiti, in aree di quasi 200 km quadrati, con una popolazione anziana che dovrebbe essere costantemente monitorata e che ovviamente non può esserlo. In un altro comune di 2200 abitanti un unico medico di base deve seguire i suoi assistiti e in più gli ospiti della locale Casa di Riposo. La Giunta Fedriga deve aumentare gli stipendi ai direttori delle aziende sanitarie, potenziare la sanità privata, chiudere Cap e Centri di Salute Mentale, abolire i posti letto per degenti post-acuti: ma le necessità reali dei cittadini stanno da un’altra parte”. Per il segretario dem “Riccardi se la prende con i CAP che non dappertutto funzionano come dovrebbero e che non sono stati istituiti su tutto il territorio regionale: in effetti è lui che dovrebbe farli funzionare e neanche ci prova, meglio usare l’accetta. C’è da chiedersi se il suggerimento viene dagli stessi ‘tecnici’ che gli hanno permesso di commettere il madornale errore di chiudere il punto nascita di Palmanova senza una visione complessiva della sanità regionale. Perché rimane senza risposta l’esigenza di salvaguardare nella nostra regione il principio di una medicina territoriale di gruppo, integrata, a miglior servizio dei cittadini. E i medici di base – conclude – non possono essere abbandonati a loro stessi e alle loro difficoltà”.