Lavori in corso infiniti motivati da eterna emergenza: cittadini di Montereale Valcellina e di Barcis denunciano: sul Cellina bugie, speculazioni, nuovi affari e devastazioni

Si è svolta come previsto la conferenza stampa della neocostituita “Assemblea per la difesa del Cellina”, una libera associazione a cui aderisce individualmente chiunque abbia a cuore, la sicurezza, lo sviluppo sostenibile e la tutela del torrente e della sua valle. Presenti semplici cittadini che hanno denunciato i gravi rischi che, causa alcune scelte della Regione Fvg definite dissennate, corre il torrente nel quale è come noto inserito il lago artificiale di Barcis area che fra l’altro è all’interno di un contesto ambientale dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO sin dal 2009. All’incontro, hanno preso parte anche consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle evidentemente particolarmente sensibili alla tematica ambientale. In estrema sintesi i rischi ambientali sono relativi ad una operazione di sghiaiamento del lago nel quale, in quasi un ventennio di incuria, si sono accumulati milioni di metri cubi di ghiaia. La lucrosa operazione è stata orchestrata, secondo i cittadini che si sono organizzati in comitato, con lo scopo di avere una costante possibilità di prelievo ghiaia dato che, in assenza di opere di contenimento a monte del lago, la ghiaia è destinata ad accumularsi in continuità. Inoltre per attuare questa inutile operazione, è stato spiegato, c’è l’intenzione di realizzare un ponte ed una strada che consenta ai mezzi di cantiere di immettersi sulla viabilità ordinaria che passa fra l’altro attraverso l’abitato di Montereale Valcellina. Gli organizzatori della conferenza, dopo la denuncia pubblica alla stampa di quanto sta avvenendo, intendono mobilitare i cittadini della zona ed attuare operazioni di contrasto giudiziario all’operazione che, a loro dire, avrebbe profili di opacità quanto di illegalità. Il Cellina è in uno grave stato di dissesto idrogeologico, hanno spiegato, aggravato da inutili e costosi interventi, a loro volta motivati da una eterna emergenza, senza alcun progetto risolutivo e di lungo termine, in grado di farsi carico dell’intera vallata, della sicurezza delle sue genti e di una gestione sostenibile delle sue acque. Ed ancora oggi, denunciano, si vogliono aggiungere speculazione e devastazione lungo un torrente che da decenni è gravato da 2 grosse dighe, 6 centrali idroelettriche, 4 canali irrigui e 5 acquedotti, interessati oltretutto da recenti e mai giustificati problemi legati alla potabilità dell’acqua. Senza aver mai voluto intervenire sulle cause, negli ultimi decenni hanno deciso di agire limitatamente agli effetti di un alluvionamento che oltre al naturale accumularsi all’incontro con le acque del bacino artificiale di Barcis, ha messo a repentaglio la adiacente viabilità. Cosicché da decenni hanno messo mano a quel tratto di viabilità con scelte fallimentari, quanto costose, e nel contempo hanno costruito la convinzione che l’unica soluzione possibile fosse quella dello “sghiaiamento” dei milioni di metri cubi di ghiaia sedimentati naturalmente a ridosso del lago (per farlo ci vorrebbero 2 secoli!). A tal fine e indifferenti ai costi sottesi, si sono imposti di realizzare una nuova viabilità mediante una strada da realizzarsi in sponda destra unitamente ad un enorme ponte che attraversa il lago, tale da confluire in sponda sinistra nella viabilità esistente diretta all’abitato di Montereale Valcellina. Una soluzione aberrante, continuano i comitati, piena di incognite, ad elevatissimo impatto ambientale e non risolutiva in quanto comporterebbe l’immissione dei mezzi pesanti nella viabilità ordinaria, senza peraltro aver palesato la destinazione finale dell’immensa quantità di inerti sottratti all’alveo del fiume”. Una soluzione definita inquietante, tanto più “in quanto decisa a priori sin dal 2000 sotto la spinta di una emergenza agitata ad arte dalla Protezione Civile per vent’anni di seguito, senza uno straccio di studio di impatto ambientale e quindi delle possibili alternative progettuali e della necessaria analisi dei costi/benefici. Tanto più inquietante per il fatto che l’impresa prescelta potrà portarsi via la ghiaia a titolo gratuito, indifferente ai costi sostenuti per la nuova viabilità ad essa dedicata, alla degradata qualità paesaggistica, alla ridotta fruibilità turistica dei luoghi, al menomato habitat fluviale, all’impatto sulla viabilità ordinaria e le popolazioni attraversate dalla teoria dei mezzi pesanti”. Tutto ciò, spigano la loro posizione gli organizzatori dell’Assemblea per la difesa del Cellina, in cambio di una ricca ed inesauribile rendita, elargita all’impresa e ai suoi dante causa a fronte di un apporto alluvionale che non verrà mai meno. A rendere ancora più torbida la vicenda è il percorso decisionale assunto dal vertice regionale, quale sarà portato in evidenza nel corso della conferenza stampa: ivi comprese le decisioni finali scaturite assumendo a pretesto l’evento calamitoso dell’ottobre scorso, sebbene ininfluente rispetto ad uno stato di fatto e ad una soluzione progettuale decisa sin dal 2002”.

“Ma ancor più inusitato, spiegano, appare il fatto che per dare luogo allo sghiaiamento sia stata ignorata la necessità di mettere in primis in sicurezza la diga rispetto alla cosiddetta “piena millenaria”; obbligo già sancito (secondo i dati dell’Ufficio Idraulica il valore della portata della piena millenaria è pari a 2.500 m3/s, a tal punto da comportare la realizzazione di un gigantesco sfioratore di superficie con annessa condotta in sotterraneo, capace di far defluire i mancanti 1000 m3/s). Nè può essere ignorata la situazione della sottostante diga di Ravedis, ancora da ultimare dopo 35 anni, né il rinvenimento di depositi abusivi di amianto, nè l’evidente erosione del letto del torrente, privato dal naturale apporto delle ghiaie trattenute nel bacino di Barcis. Nè può tacersi l’assenza del minimo deflusso vitale, tranne una perdita fisiologica della diga pari a 120 l/sec che tuttavia il comune di Pordenone vorrebbe prelevare per “diluire”i propri acquiferi inquinati dall‘atrazina”. “È dunque arrivato il momento, chiosano, di fermare questo delirio di predazione e con esso le pratiche decisionali che mirano ad escludere la partecipazione delle popolazioni della montagna friulana alla gestione del territorio e degli impianti idroelettrici. Per questo l’Assemblea è intenzionata a percorrere tutte le iniziative e tutte le vie giudiziarie possibili , non ultimo con un ricorso nelle mani del Presidente della Repubblica”.

Questa la cronologia degli avvenimenti, una sintesi ovviamente ma che in effetti rende molto plastico quanto sta avvenendo, tanto chiaro che ci sarebbe da ritenere che alcune domande andrebbero poste anche da chi dovrebbe vigilare che piccoli o grandi affari non spuntino nelle pieghe delle emergenze, emergenze che magari si mantengono tali affinchè la non risoluzione dei problemi tengano sempre alto il vessillo imperituro dei “lavori in corso”.

15 marzo 2002 la Protezione civile della Regione FVG conferisce allo Studio Zollet di Cittadella (Padova), di cui al contratto n. 26/2002, l’incarico di progettare una strada sul lungo lago per facilitare lo smaltimento e il trasporto delle alluvioni del Cellina sino ad un volume complessivo di 60.000 metri cubi. Una soluzione prestabilita dal committente che esclude la valutazione di possibili alternative, ivi compresa l’opzione O e/o l’innalzamento della strada regionale 251 della Val Cellina limitatamente al tratto a scavalco del torrente Varma, affluente in sponda sinistra del Cellina.

15 gennaio 2004 viene approvata in Conferenza di servizi la progettazione esecutiva affidata allo studio Zollet dal titolo: ” Lavori urgenti di Protezione Civile per la realizzazione di una viabilità alternativa in destra lago di Barcis e dell’attraversamento dell’abitato di Montereale indispensabili per consentire l’esecuzione degli interventi urgenti per il ripristino dell’officiosità dei torrenti Cimoliana e Cellina.”

Settembre 2005 Dopo le previe comunicazioni, e solleciti a fare fronte alla piena millenaria (evento straordinario ma matematicamente possibile)  il R.I.D., con nota prot. n. 8307/UCCE , aveva suggerito la realizzazione di uno scarico superficiale a soglia fissa, con un opera di imbocco del tipo cosiddetto a labirinto seguita da una galleria scavata nel basamento roccioso, lunga 250 m, a sezione policentrica di 9 metri di diametro e pendenza 2,5%.

18 settembre 2014 Con decreto n. 1167/PC/2014è stata autorizzata, ai sensi dell’articolo 9, secondo comma della l.r. n. 64/1986, la realizzazione dell’intervento di somma urgenza, di asportazione e movimentazione di parte del materiale alluvionale, per una quantità pari a 60.000 metri cubi, nel tratto del corso del torrente Cellina, dall’ingresso del lago di Barcis, verso monte, fino alla località Fasolera, nonché nel primo tratto della Val Pontina, in Comune di Barcis; è stata altresì autorizzata la revisione del progetto esecutivo già approvato nel 2004, da parte del medesimo Studio Zollet. L’attività prevede l’aggiornamento dei documenti relativi al ponte sul lago di Barcis e al consolidamento del terrapieno di Ponte Antoi con adeguamento alle nuove norme tecniche ora vigenti.

1 agosto 2016 l’Assessore regionale alla protezione civile emette il decreto n. 894/PC/2016, ratificato dalla Giunta regionale con deliberazione 9 settembre 2016, n. 1656, con il quale è stato dato atto che nel tratto di viabilità della strada n. 251 permane lo stato di emergenza di cui al decreto 18 settembre 2014, n. 1167/PC/2014.

7 ottobre 2016 La Regione FVG, con delibera n. 1875 ha emesso “l’atto di indirizzo alle direzioni centrali interessate dal progetto relativo alla realizzazione degli interventi necessari a dare una soluzione strutturale al problema del sovralluvionamento dei corsi d’acqua in comune di Barcis”.

24 aprile 2018 la Società Friuli Venezia Giulia emette un bando di gara per la realizzazione della strada in sponda destra secondo il progetto elaborato dalla società Zollet.

19 ottobre 2018 La Società Friuli Venezia Giulia aggiudica l’appalto dei “lavori urgenti di Protezione Civile per la realizzazione di una viabilità alternativa…” all’operatore economico I C I

Impianti Civili Industriali S.C.A.R.I. per un importo netto complessivo di 3.570.885 successivamente rettificato in data 29.10.18, in quanto pari a 3.420.059.

26 ottobre 2018 Con delibera n.2014 la giunta regionale disponeva la costituzione di un gruppo di lavoro formato dai sindaci della zona e dai funzionari regionali onde concordare le modalità per l’estrazione e il trasporto delle alluvioni che si accumulano ad un ritmo stimato pari a 200.000 mc/anno e che potrebbero essere rimosse una volta realizzata la nuova viabilità in destra lago appaltata da FVG Strade con finanziamento della Protezione Civile e sebbene la presa d’atto che “Le strade che attraversano Montereale non sono infatti adatte a sopportare per sempre il transito di mezzi pesanti che dovrebbero portare a valle i milioni e milioni di metri cubi prelevati dal Cellina e dal lago di Barcis”

15 novembre 2018 Con ordinanza CDPC n,558 il Capo Dipartimento della Protezione Civile ha disposto il “Piano interventi urgenti” relativo al primo stralcio delle spese “in conseguenza degli eccezionali eventi meteorologici verificatisi a partire dal mese di ottobre 2018″. 

1 giugno 2019 trionfale annuncio del assessore Regionale all’Ambiente, Fabio Scoccimarro “Sghiaiamento: servono 8 milioni, li chiederemo a Roma”  intanto afferma di avere già stanziato 4 milioni.

27 giugno 2019 con decreto n.2712 AMB e con una acritica sollecitudine degna di miglior causa, il Direttore Centrale dell’assessorato regionale per l’ambiente, Massimo Canali, forte della deliberazione 23 luglio 2018 n.1363 della Giunta che gli attribuisce la competenza in materia di servizio valutazioni ambientali, ha fatto sua la valutazione con la quale la Commissione tecnico- consultiva, VIA con la quale il 26 giugno 2019 ha ritenuto che il progetto di sghiaiamento non sia assoggettabile alla procedura di valutazione ambientale, il medesimo ha a sua volta decretato la non assoggettabilità alla procedura di VIA di cui alla LR43/90.

3 luglio 2019 Anche il responsabile delegato alla difesa del suolo per l’ambito territoriale di Pordenone, con decreto n. 2793 AMB asseconda la decisione del Direttore Centrale e autorizza i lavori di sghiaiamento ai soli fini idraulici, non senza puntualizzare che “è autorizzata la cessione del materiale prelevato all’impresa appaltatrice con canone pari a zero”.

3 luglio 2019 Accade un piccolo “miracolo”, il direttore della Friuli Venezia Giulia Strade ha accordato le autorizzazioni di competenza a tale ditta BOZ Costruzioni Srl incaricata evidentemente dello sghiaiamento con netto anticipo rispetto alle determinazioni della Conferenza di Servizio.

9 luglio 2019. Con riguardo all’ordinanza CDPC n.558 e previa nota del 26/06/2019 è stata convocata la CONFERENZA DI SERVIZI relativamente ai lavori di sghiaiamento del Cellina dalla confluenza con il Pentina verso monte sino alla confluenza con il Varma in comune di Barcis con il presupposto di asportare 160.000 metri cubi di cui 100.000 in direzione di Montereale (nella disponibilità gratuita della ditta che realizza i lavori) e 60.000 circa in direzione nord da destinarsi alle imprese locali: il tutto per un importo di euro 1.100.000 escluso il valore degli inerti offerti all’impresa appunto a titolo gratuito. Presenti alla conferenza il progettista ing. Nino Aprilis i soli sindaci di Barcis e Montereale, sono risultati assenti i restanti sindaci, i funzionari regionali delle direzioni preposte e soprattutto la Soprintendenza archeologica e paesaggistica. Alla risoluta opposizione del sindaco di Montereale (peraltro formalizzata con apposita comunicazione del 9/7/19) per i problemi legati al transito dei mezzi pesanti in area urbana, è stato obiettato che l’oggetto della Conferenza era lo Sghiaiamento e non il trasporto degli inerti (!) e con ciò la acefala Conferenza ha potuto rilasciare parere favorevole sebbene subordinata ad una serie di pleonastiche o inverosimili condizioni quali ” il tempo utile per la realizzazione dei lavori è fissato in giorni 10 (dieci)”

19 Luglio (aggiungiamo noi) i cittadini denunciano e si ribellano. Speriamo che chi dovrebbe vigilare non sia colto da sordità, cecità e mutismo emulando le famose “tre scimmiette”.

Fabio Folisi