Sanità: Tomasello (Pd), più spese ma meno servizi
“Per rispetto verso chi nella nostra sanità mette sacrificio e professionalità non diremo ‘l’operazione è riuscita ma il paziente è morto’, tuttavia è straniante apprendere dal direttore Tonutti che Asfo ‘è un’azienda sana’. Solo poco tempo fa abbiamo registrato il buco di 50 milioni proiettato alla fine dell’anno, ora ci dicono che i costi sono cresciuti solo di 18 milioni. Tanto meglio. E per fortuna che la prossima finanziaria regionale sarà, ancora una volta, ‘la più ricca di tutte’, e un altro fiume di denaro sarà riversato nella sanità del Friuli Venezia Giulia: speriamo una parte serva a ridurre il sottofinanziamento della Destra Tagliamento. Finora solo più spesa e meno servizi”. Lo dichiara il segretario del Pd provinciale di Pordenone Fausto Tomasello, commentando il quadro che emerge dall’analisi del terzo rendiconto trimestrale di Asfo, nel quale, secondo il direttore Giuseppe Tonutti “non emergono particolari problematiche”.
“Non pare saggio adottare il calcolo del dare e dell’avere come parametro – osserva il segretario dem – per valutare il livello di ‘salute’ in una struttura che deve prima di tutto garantire i livelli essenziali di assistenza alla popolazione. Allora sbalordiscono i tentativi di dipingere di rosa una situazione già descritta dai voti dell’Agenas al Servizio sanitario regionale. Sono noti i punti di debolezza della sanità pordenonese: tempi di attesa di alcune prestazioni, personale medico in calo, fuga dei pazienti e dei sanitari, servizi d’urgenza esternalizzati, incipienti tagli ai presidi territoriali, magari gli stessi che la destra diceva di voler difendere a spada tratta”.
“Sono i sempre più ampi strati deboli della nostra popolazione – aggiunge Tomasello i a pagare il prezzo più alto. Spaventa sapere dallo studio ‘Passi d’argento’ coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) che il 22,8% della popolazione anziana della nostra regione rinunci a visite e esami per difficoltà economiche, a causa della lunghezza delle liste di attesa o come effetto combinato delle due cause”.