Scelte della politica regionale e degli amministratori locali sullo sghiaiamento del Lago di Barcis: i punti del Comitato Valcellina

Il Comitato Valcellina ha portato negli incontri del Laboratorio dello Sghiaiamento Lago di Barcis la discussione su alcuni punti che le scelte della politica regionale e degli amministratori locali avrebbero dovuto affrontare da quando questi sbarramenti sono stati concepiti, mentre ora, dopo 70 anni stiamo ancora qui a salvare il salvabile e a costi altissimi, non solo di natura monetaria. Per noi i punti sono:

1. la messa in sicurezza di persone e cose in questa immediata Fase emergenziale attraverso un trasporto con i camion , attraverso una viabilità destra lago, della ghiaia escavata

2. lo studio e la predisposizione di una adeguata viabilità che circonvalli il paese per cominciare a trasportare gli oltre 200 mila m3 annui di sedimenti in arrivo nell’ invaso oltre ai 20 milioni di m3 bloccati dalla diga, accumulatisi dentro, sulle briglie e nell’ alveo del Cellina,

3. il prevedere di costruire a monte l’ eventuale costruenda galleria per il trasporto a valle dei sedimenti su nastro trasportatore, proprio presso una delle briglie dove restano bloccati e dove riteniamo sia sensato intercettarli e convogliarli con nastri trasportatori: non vogliamo che Barcis diventi una cava perenne a cielo aperto, se non limitatamente all’ immediata fase emergenziale del loro trasporto su mezzi pesanti sulla viabilità ordinaria,

4. pensare di predisporre la viabilità alternativa destra lago collegandola con la costruenda galleria per il trasporto della ghiaia a valle per farci passare anche tutti gli attuali mezzi pesanti e così deviare per sempre ogni altro tipo di traffico pesante dal paese di Barcis, oggi divenuto insostenibile,

5. il far mantenere e recuperare dal Concessionario idroelettrico con attività di manutenzione ordinaria e straordinaria il volume dell’ invaso per avere più acqua per gli usi plurimi dati anche la siccità e i cambiamenti climatici: vogliamo pertanto che la Regione valuti da subito se continuare o meno l’ uso idroelettrico visto che il bilancio costi – benefici del rinnovo della Concessione idroelettrica nel 2029 prevediamo sarà davvero oneroso considerata la sostenibilità non solo economica che avranno le opere strutturali, alternative al trasporto della ghiaia con i camion, dei milioni di m3 accumulatisi nell’ invaso ,

6. il mantenere e il ripristinare la continuità del trasporto solido nel greto del Cellina, abbassatosi di oltre 4 metri,

7. il rivedere la politica regionale delle concessioni di ghiaia aperte a valle degli sbarramenti ( 11 nella sola provincia di Pordenone),

8. l’ obbligare il Concessionario idroelettrico di rendere attivo il proprio Progetto Gestione Invaso della diga di Barcis per mantenere e recuperare la capacità originaria dell’ invaso a proprie spese, come prescritto dalle norme vigenti dal 1999, con attività non solo passive di escavazione dell’ invaso ma anche con interventi attivi a monte di riduzione dei sedimenti in ingresso nell’ invaso, come la manutenzione delle briglie, previste originariamente come funzionali al contenimento dei sedimenti affinché non entrassero nell’ invaso idroelettrico.
Ancora oggi, dopo l’ emanazione delle Leggi n. 205/2022 e della n. 39/ 2023, che ribadiscono che l’ obbligo di sghiaiare l’ invaso da parte del Concessionario idroelettrico faccia parte delle proprie attività di manutenzione ordinaria e straordinaria dell’ impianto di ritenuta datogli in concessione, la Regione, date le competenze sull’ uso, sul controllo e sulle concessioni dei propri corpi idrici, non solo ha mai convocato il Concessionario idroelettrico al Laboratorio Sghiaiamento ma neppure gli ha fatto una richiesta di procedere alla gestione dei sedimenti presenti nel povero invaso interrito: cioè con l’ escavazione e il trasporto ad un sito definito. Eppure il sito dove farglieli portare è ovvio: è il greto del Cellina oltre la diga di Ravedis. Il Comitato pertanto sollecita la Regione a predisporre uno studio per capire quanti m3 servono per ripristinare la continuità del trasporto solido del Cellina, per poter sistemare poi l’ esubero dei sedimenti sul mercato dei cavatori e destinarlo alla vendita. Che la Regione ora dica di voler procedere urgentemente a dei bandi di escavazione, a costi elevati poi, sempre usando soldi pubblici, per far escavare l’ invaso e pulire le briglie, non ci sembra una idea buona: è al concessionario che deve chiedere di escavare i sedimenti e portarli in un sito definito a suo carico, non a carico nostro: sito che per noi è il greto del Cellina a valle, dove non vi arrivano naturalmente. Che poi ora si decida di sistemare i sedimenti altrove, per rispondere alle esigenze di qualche imprenditore che ne ha bisogno, può essere accettato solo limitatamente a tale fase emergenziale. Ma che non diventi prassi vendere tutta la ghiaia, senza prima riportarla dove non vi arriva più naturalmente. In ogni caso lo sghiaiare, cioè gestire i sedimenti nell’ invaso idroelettrico, è un obbligo che la Regione deve chiedere al Concessionario, non darlo in concessione ad altri, pagandone pure i costi del Fabia Tomasino