Secondo elicottero 118 al servizio della “sanità” non degli ammalati. 2 milioni all’anno di spesa, non per emergenza ma per “trasporti secondari differibili”

Nonostante la scarsa eco mediatica data alla notizia di ieri sul claudicante  “lancio” a Udine di una seconda eliambulanza per assenza del personale sanitario, con un palese spreco di risorse economiche, la vicenda è comunque arrivata alle orecchie incredule degli operatori sanitari friulani sconcertati dagli sprechi considerando, come denunciato nei giorni scorsi dai sindacati, che proprio AsuFc non paga le ore straordinarie già fatte al personale, parliamo di quelle effettuate per coprire i vuoti di organici e il superlavoro determinato dal Covid. Si parla, secondo i sindacati, del pagamento di almeno 1.500.000/2.000.000 di euro, stessa cifra che si spenderà per rendere operativo il secondo elicottero adibito, fra l’altro, a compiti non emergenziali., ma questo per ogni anno dei prossimi cinque, quasi si sia voluto lasciare una “eredità” oltre consiliatura. Si legge infatti infatti nell’atto Asufc relativo agli elicotteri a firma del Direttore Generale Denis Caporale: “L’elicottero H24 verrà utilizzato per interventi primari e secondari indifferibili (soccorso ed emergenza ndr), mentre l’elicottero diurno, di nuovo inserimento, verrà prevalentemente utilizzato per Trasporti secondari differibili; Trasporto Organi; Ricerca Dispersi; Recupero Illesi in ambiente ostile; Recupero Codici Bianchi in ambiente ostile; Recupero Salma; Addestramenti; Riconfigurazione elicottero; Eventi con maxiafflusso. Poiché la procedura di gara prevede un possibile utilizzo del servizio di elisoccorso anche da parte della Protezione civile, sono in fase di regolamentazione i relativi rapporti operativi ed economici”. Oibò, in sostanza si spendono pare circa 2 milioni aggiuntivi per servizi assolutamente impropri per un’eliambulanza, come il recupero di persone sane in ambienti ostili che così chiaro non è a meno di non pensare a scenari di guerra o catastrofi e il recupero salme, servizio quest’ultimo finora svolto dal Reparto volo dei Vigili del fuoco. Considerando anche che il Direttore non quantifica la spesa demandandola ai rapporti operativi con la Protezione Civile che per puro caso è diretta in dualità di incarichi dall’assessore Riccardi che di Caporale è quindi il diretto capo, resta lo sconcerto di vedere come in una situazione emergenziale, dove non si paga il dovuto al personale e non si risolvono i concreti problemi per i pazienti si utilizzino ingenti somme in tale maniera. Verrebbe da dire “Cui prodest” o meglio per completezza della citazione “cui predest scelus, is fecit», che passo tradotto dalla Medea di Seneca recita: «Il delitto l’ha commesso colui al quale esso giova». Capiamo quindi l’incredulità e sconcerto negli ambienti sanitari dopo l’avvio della seconda eliambulanza in FVG. Ma alla domanda di com’è possibile che il primo giorno di servizio del nuovo elicottero manchi l’intera équipe sanitaria risponde il rappresentante degli anestesisti rianimatori: i professionisti sanitari sono stati tenuti all’oscuro di tutto fino al pomeriggio prima dell’avvio. Nessuno aveva avvertito medici e infermieri dell’elisoccorso di questo nuovo servizio. Notizia questa che rende ancora più grave la vicenda. Il Direttore Generale di ASUFC – l’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale – ha scritto nel suo atto che il nuovo elicottero si occupa prevalentemente di trasporti secondari differibili, per cui non ha un equipaggio sempre a disposizione, questo viene attivato se ad esempio un utente deve essere trasportato da un ospedale ad un altro. Ecco spiegato l’arcano ma non risolto il problema. Basti pensare a quanto avvenuto con il primo volo della nuova eliambulanza, si trattava di trasferire un paziente dalla terapia intensiva di Udine a quella di Tolmezzo, per liberare un posto letto a Udine. Non si trattava di un’urgenza e il trasferimento poteva essere effettuato in sicurezza mediante autoambulanza. Sarebbe stato più comodo e sicuro, nonché, particolare assai meno costoso. L’eliambulanza costa infatti circa 130 euro per ogni minuto di volo a cui si aggiunge un’ulteriore cifra (400 euro?) per ogni ciclo di accensione/spegnimento. Dalla base di Campoformido all’ ospedale Udine ci vogliono 4 minuti, da Udine a Tolmezzo circa 15 minuti, da Tolmezzo per il ritorno alla base circa 17 minuti, più tre cicli, e il conto è presto fatto: seimila euro, contro i due-trecento euro che sarebbe costato il trasporto in autoambulanza. “E’ giustificabile in un momento così delicato per l’economia, chiosa il consigliere regionale Walter Zalukar che già ieri aveva denunciato la vicenda, impegnare 2 milioni di euro all’anno per i prossimi 5 anni, per complessivi 10 milioni di euro, per trasferire con elicottero malati non urgenti tra ospedali su distanze medio-brevi? Credo che impegnare il mezzo aereo per il trasporto di malati non urgenti tra ospedali distanti poche decine di chilometri sia un unicum nel panorama dell’aviazione mondiale. L’eliambulanza è un mezzo che costa moltissimo e la spesa vale quando si tratta di soccorrere pazienti gravi, che non è possibile raggiungere tempestivamente con altro vettore medicalizzato. Ogni altro impiego comporta un ingiustificato esborso di denaro pubblico e su questo, conclude il consigliere, interrogherò la Giunta regionale”.

Sanità Fvg: avara con gli infermieri, prodiga con il “superfluo”