Si chiude a Udine il ciclo di conferenze “Conoscere per resistere”. Con la storica Anna Foa si rifletterà sul tema “1938. Le leggi razziali: la perdita della patria”.
Si avvia alla conclusione il ciclo di tre incontri di approfondimento storico “Conoscere per resistere” rivolto agli studenti delle scuole superiori del capoluogo friulano che l’Anpi di Udine ha organizzato in collaborazione con l’Istituto friulano per la storia del movimento di liberazione. L’ultimo appuntamento si svolgerà lunedì 15 aprile, con inizio alle ore 9, al teatro Palamostre e si concentrerà sul tema “1938. Le leggi razziali: la perdita della patria”.
Insieme agli studenti e alle studentesse, la nota storica e scrittrice romana Anna Foa rifletterà sul contesto socio-politico e culturale che permise di istituire per legge le discriminazioni tra i cittadini italiani, una vergogna commessa nell’indifferenza generalizzata e preludio alle persecuzioni e alle deportazioni degli anni successivi. La conversazione, poi, si soffermerà su razzismo e antisemitismo nella produzione cinematografica dell’epoca attraverso l’intervento di Benedetto Parisi, esperto di cinema Anpi “Città di Udine”. Lo storico Tommaso Chiarandini, inoltre, parlerà dell’italianizzazione forzata degli slavi, considerati “razza inferiore e barbara”. Nel corso della mattinata ci sarà spazio anche per la musica: il gruppo Atik Leatid – formato da Giorgio Parisi (clarinetto), Mauro Costantini (tastiere) ed Ermes Ghirardini (percussioni) – interpreterà in modo nuovo brani klezmer.
L’incontro sarà introdotto da Anna Colombi, vicepresidente Anpi “Città di Udine”, e coordinato da Monica Emmanuelli, direttrice dell’Istituto friulano per la storia del movimento di liberazione. La partecipazione è aperta al pubblico e con ingresso gratuito.
Attraverso l’analisi di avvenimenti storici cruciali, come il rogo dei libri a Berlino e la guerra di Etiopia, il ciclo di conferenze “Conoscere per resistere” ha inteso studiare e comprendere gli anni trenta per cogliere le analogie e le differenze con il nostro tempo e introdurre così gli anticorpi alla proliferazione di derive autoritarie e manifestazioni di odio razziale.