Sinistre di Opposizione contro la chiusura delle Scuole Superiori in FVG
Il Coordinamento Regionale delle Sinistre di Opposizione del Friuli Venezia Giulia (Partito Comunista dei Lavoratori, Partito della Rifondazione Comunista, Partito Comunista Italiano, Potere al Popolo, Risorgimento Socialista, Sinistra Anticapitalista) condanna la chiusura delle scuole superiori del Friuli Venezia Giulia fino al 31 gennaio da parte della Giunta Fedriga poiché, si legge in una nota, essa non è dovuta a maggior saggezza del governo regionale, quanto a una situazione pandemica che mette la nostra Regione fra le peggiori del Paese per percentuale di contagiati e loro incremento; ad una azione politica volta in questi mesi a frenare qualsiasi chiusura o attenuazione delle attività, ovvero a garantire acquisti e affari invece che la salute dei cittadini ; a una pervicace determinazione dimostrata in questi mesi a non risolvere i problemi legati alla frequenza scolastica in presenza, a cominciare da un vero potenziamento dei trasporti e dal reperimento di spazi adeguati alle scuole.
E’ evidente, prosegue il comunicato stampa, come l’idea di fondo del Governo regionale, che supera in questo quello centrale, continua ad essere la vecchia idea liberista di lasciar spazio al mercato e ridurre l’intervento dello Stato verso servizi e spese sociali. Abbiamo assistito in questi mesi alle desolanti scene di cinica contrattazione per alzare le quote di riempimento dei mezzi pubblici e per diluire le chiusure natalizie . Era già chiaro a Dicembre che i buoi sarebbero scappati dalla stalla e che si stava sacrificando la scuola sull’altare del profitto nonostante le ipocrite e roboanti dichiarazioni di un sicuro ritorno in presenza in aula. La Regione , insieme al Governo, sembrano però continuare a perseverare su questa linea , tanto che tra pochi giorni il Friuli Venezia Giulia si troverà nella assurda e umiliante situazione di tenere chiuse le scuole superiori e i luoghi di cultura , ma aprire gli impianti sciistici. Il Coordinamento Sinistre di Opposizione ritiene che la pandemia non abbia attenuato ma anzi accentuato lo scontro di interessi fra coloro che vogliono garantire l’interesse privato e coloro – lavoratori/rici , cittadini/e, studenti/esse – a cui interessa il rilancio ed il potenziamento in sicurezza della scuola, dei servizi e dei beni pubblici. Sta a questi ultimi settori sociali organizzarsi e lanciare una grande mobilitazione, in Regione e nel Paese, per difendere la scuola pubblica e tutti i servizi sociali, chiedendo che a questo siano destinati i soldi del Recovery Plan e non a sfamare gli appetiti di banche e Confindustria.