Sos abbandoni, dal Pai l’appello: aumentare le pene e denunciare i colpevoli
Per frenare la piaga degli abbandoni che sembra non arrestarsi, il PAI (Partito Animalista Italiano) lancia la campagna di sensibilizzazione contro un reato abominevole. L’abbandono, è bene ricordarlo, è un reato sanzionato dal Codice Penale, secondo l’articolo 727 che prevede l’arresto fino ad un anno e un’ammenda fino a 10 mila euro”. Il Partito Animalista Italiano si sta facendo promotore in tutte le sedi al fine di sensibilizzare su questo argomento e riuscire a far inasprire le pene, visto che in Parlamento giacciono vari progetti di legge in tal senso, ancora al palo purtroppo. Chi abbandona gli animali dimostra una crudeltà assoluta: si tratta di una gravissima forma di ignoranza del dolore psichico e fisico nei confronti delle specie diverse da quella umana. Gli animali, che creano legami significativi e di attaccamento verso gli umani di cui si fidano, quando vengono abbandonati si trovano a vivere una disperazione simile a quella umana, alcuni dicono addirittura peggiore. In Italia ogni anno vengono abbandonati 50 mila cani e 80 mila gatti che vanno ad incrementare il numero di randagi, pari a circa 900 mila. L’80% di questi rischia di essere vittima di un incidente, di morire di stenti o di subire maltrattamenti e solo un numero ridotto (110.000) trova rifugio nelle strutture preposte. Il PAI ricorda che i cittadini hanno l’obbligo di segnalare chi abbandona gli animali, di intervenire mettendo in sicurezza gli animali che si trovano sul ciglio della strada, chiamare le forze dell’ordine e trascrivere il numero di targa. Un’altra emergenza di questo periodo, oltre alla inciviltà degli abbandoni, riguarda i presunti giochi dei bambini che prendono dal mare granchi, pesci, molluschi e li lasciano agonizzanti. Il PAI formula un appello ai genitori affinché vigilino sui loro figli e li educhino a non trasformare esseri viventi depositari di dignità in ‘strumenti’ di gioco inaccettabili, visto che il presunto intrattenimento altro non è che una forma di odiosa tortura. Prelevare animali marini dal loro habitat senza nessun motivo può essere configurato come reato di maltrattamento di animali e si rischia una pesante multa o addirittura il carcere. “Il mare è casa loro. L’Uomo è un invasore di questo habitat e pertanto deve rispettare fauna e flora che lo abitano”.