Sottoscritta da Cisl e Uil intesa “pochi maledetti e subito” sulle Risorse del comparto sanità (Rar), destinate ai lavoratori. La Cgil non firma e promette battaglia
L’intesa sulle RAR, ossia le Risorse Aggiuntive Regionali del comparto sanità, è stata sottoscritta da Cisl funzione pubblica e Uil fpl con l’assessore regionale Riccardi. Ma non dalla Fp Cgil che ha annunciato che domani sarà in piazza a Trieste con un presidio. L’accordo dato quindi per fatto dall’assessore non ha visto l’unanimità dei sindacati e quindi potrebbero esserci ancora problemi. Le RAR interessano circa 16mila 800 lavoratori per una cifra stanziata che ammonta a 16 milioni di euro, che si aggiunge agli ulteriori 5 milioni messi a disposizione dalla giunta per le attività Covid. La Fp Cgil come accennato non ha firmato e spiega così la sua posizione di dissenso: “l’assessore aveva proposto un accordo il 10 maggio che conteneva 16 milioni, quelli storicamente stanziati ogni anno. In quell’occasione unitariamente l’offerta era stata restituita al mittente perché neanche il 2021 può essere considerato un anno normale per cui servono più risorse. Oggi, alla vigilia del presidio, Riccardi decide di convocare solo Fp Cisl e Uil Fpl per siglare un accordo che depotenzi il presidio di domani e Cisl e Uil lo firmano. Peccato che l’accordo siglato contiene sempre i 16 milioni, gli stessi che a maggio non erano sufficienti neanche per Cisl e Uil oltre che per la Fp Cgil. Certo, dopo le dichiarazioni fatte ai giornali, l’assessore metterà sul piatto i famosi 5 milioni aggiuntivi, ma non rientrando in un accordo che contiene i criteri di distribuzione, come saranno divisi? Come deciderà l’assessore con i Direttori Generali…. La Fp Cgil e la Cgil domani saranno cmq in piazza anche per dire che non si fanno così le relazioni sindacali, scegliendo gli interlocutori”. Mentre l’atteggiamento dell’assessore Riccardi è nel suo stile, il dìvide et ìmpera, è tradizionalmente suo metodo di governo, quello che letteralmente può essere tradotto in «dividi e comanda» necessita di qualcuno che poi, a quel comando, obbedisca ed anche se le due sigle firmatarie parlano di una adesione per massima responsabilità, “giunta dopo un vero e aperto confronto con l’assessore regionale alla Salute” la sensazione da osservatori, conoscendo l’assessore e i suoi metodi, e non avendo noi la memoria storica di un pesce rosso, è che ci sia da ritenere che si sia ceduto alle pressioni operate anche dai vertici delle aziende, speriamo non per qualche tornaconto. Nella migliore delle ipotesi invece c’è stata semplice resa nel solco di “pochi maledetti .. ma subito”.