La legge anti-violenza torna in Consiglio Regionale, le opposizione fanno muro dopo che dal testo concordato sono spariti i riferimenti all’identità di genere

Come da programma è arrivata in aula del Consiglio regionale Fvg la legge contro la violenza sulle donne, e come previsto si sono fatti subito sentire i contrasti maggioranza-opposizione, dopo che dal testo sono spariti i riferimenti all’identità di genere, come denunciato ieri da ben 16 associazioni che si occupano concretamente di dare sostegno alle donne vittime di violenza.
La proposta di legge che dovrebbe tutelare le donne è tornata in consiglio regionale dopo che una decina di giorni fa l’opposizione aveva abbandonato l’aula in segno di protesta per la decisione della Lega di eliminare dal testo “l’identità di genere” inizialmente condivisa dal comitato ristretto.
Secondo l leghista Ivo Moras, autore degli ultimi emendamenti demolitivi, “l’opposizione in modo strumentale e ideologico si è fermata alle tre parole “Identità di genere”. ma questa legge tutelerà tutte le persone vittime di violenza. Nel nuovo testo si parla di contrasto a discriminazioni legate a “origine etnica, religiosa, sesso, orientamento sessuale, disabilità e vulnerabilità”. Insomma si ripete come in uno specchio tragico quanto avviene a livello nazionale sul DDl Zan fatto che dimostra la palese sudditanza ai dictat nazionali e che più o meno inconsapevolmente porta acqua al mulino di chi ritene ormai l’autonomia della regione Fvg una ignobile farsa. Per tutto il pomeriggio si nono susseguite le prese di posizione delle opposizioni mentre resta convinta della bontà della legge la prima firmataria Mara Piccin, di Forza Italia, che ha respinto la richiesta di ritiro della legge, avanzata dalle associazioni e condivisa dall’opposizione parlano di buona legge – dice – soprattutto per la certezza di finanziamento e sostegno alle associazioni che si occupano di violenza che invece pare non abbiano nessuna voglia di barattare i principi con una manciata di danari.
Di seguito riportiamo le note stampa inviate dalle forze d’opposizione accomunate tutte da un elemento, la scarsa consapevolezza del fatto che con certe forze politiche non vale la pena contrattare nulla perchè basta un richiamo di vertice e le piroette sono assicurate. Inutile meravigliarsi. Ci meravigliamo noi invece che non l’abbiano ancora capito. Certo il dibattito democratico è importante ma solo se le regole sono rispettate, come la parola data. Ma purtroppo basta un richiamo del “capitano” e come tanti soldatini si diserta la democrazia.  Il dramma in tutto questo è che quanto arriverà ai cittadini di questo dibattito sarà distorto dal fatto che la “comunicazione” nella nostra regione è saldamente orientata. Tutti lo sanno, tutti si lamentano,  ma nessuno pensa seriamente a come reagire.

Le note stampa delle opposizioni: 
Iniziamo con le dichiarazioni dei consiglieri regionali del Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo e Giampaolo Bidoli : «Siamo di fronte all’ennesima forzatura politica, pur nel rispetto di tutte le disposizioni regolamentari – commenta Moretuzzo -. Ancora una volta il lavoro del Consiglio è stato condizionato da posizioni ideologiche e da un dibattito che risponde più a stimoli esterni alla Regione che al bene del nostro territorio».
«Il percorso di ascolto e confronto portato avanti in questi mesi aveva prodotto un testo condiviso da tutte le parti politiche consiliari e al quale aveva contribuito in modo attivo anche la società civile attraverso audizioni e proposte prodotte da chi conosce da vicino i fenomeni della violenza e della discriminazione – osserva Moretuzzo assieme al collega del Gruppo Consiliare del Patto per l’Autonomia Giampaolo Bidoli –. La nuova versione del provvedimento, decisa dagli emendamenti presentati per lo più dalla Lega, depaupera il significato di tutto il lavoro che aveva coinvolto il Consiglio regionale, ma anche molti soggetti esterni, al punto che 16 associazioni hanno chiesto congiuntamente il ritiro della nuova legge regionale, considerata peggiorativa rispetto a quella esistente. La maggioranza regionale ha fatto un errore a non tenerne minimamente conto».

Di parere simile Furio Honsell di Open Fvg che scrive: “Oggi ho votato contro la modifica della “Legge contro la violenza di genere” presentata dalla maggioranza, perché non solamente non sono
state accolte le richieste delle associazioni che operano sul territorio per contrastare questi dolorosi fenomeni di violenza e proteggono le vittime. Ma alla luce della lettera che ci è pervenuta dalle stesse associazioni è peggiorativa rispetto alla normativa preesistente. Inoltre non è stata recepita la richiesta di contrastare la violenza perpetrata a causa dell’orientamento sessuale e l’identità di genere. Era stato trovato un testo migliore che purtroppo con una pioggia di emendamenti della Lega in commissione è stata snaturata. Abbiamo presentato oltre una ventina di emendamenti
che sono stati tutti bocciati meno uno.”
Anche Simona Liguori (Cittadini) dice «no a un testo che mina la laicità delle istituzioni». «La censura di temi quali il contrasto a ogni forma di violenza e di discriminazione anche per l’orientamento sessuale e l’identità di genere mina la laicità delle istituzioni e di fatto bolla ideologicamente un provvedimento che non doveva avere alcun colore politico. La scelta della Lega è stata quella di togliere dal testo del Comitato ristretto, tra l’altro votato da tutti i consiglieri, ogni riferimento all’“identità di genere”: una presa di posizione netta e ideologica». La rappresentante dei civici aveva presentato una serie di emendamenti per restituire il testo nella versione del Comitato. «La legge, come approvata, svilisce, di fatto, il lavoro fatto nelle settimane passate, rendendo anche inutile il contributo di alcuni dei soggetti auditi, che proprio ieri hanno chiesto il ritiro del testo così come rielaborato dalla Commissione – conclude Liguori -. Quella che poteva essere una svolta in positivo per la tutela dei diritti di tutti, si riduce, anche in questo caso, a un’occasione persa».

Anche il Gruppo consiliare del MoVimento 5 Stelle ha votato contro la proposta di legge 127 sul contrasto alla violenza contro le donne. “Dispiace molto che si sia arrivati a questo voto negativo, dopo il buon lavoro che era stato portato avanti in Comitato ristretto e il successivo dietrofront del centrodestra – rimarca la consigliera regionale Ilaria Dal Zovo -. Inoltre, molti nostri emendamenti condivisibili e di buon senso sono stati bocciati”. “Si era trovata la condivisione su un testo che si occupasse del tema della violenza in tutte le sue forme, con esponenti della maggioranza che sottolineavano come la tutela dei più deboli non abbia colore politico – ricorda l’esponente M5S -. Ma evidentemente ci sono deboli di serie A e deboli di Serie B, e il colore politico è venuto fuori, eccome. E non è il nostro”. “Dalle misure contenute nella legge approvata oggi rimangono fuori molti soggetti, per una contrarietà ideologica al concetto di identità di genere – conclude Dal Zovo -. Il testo unificato tra la nostra proposta di legge e quella di maggioranza era stata votata all’unanimità dei presenti in Comitato ristretto, anche se oggi qualcuno ha affermato di non avere avuto il tempo di leggere quel documento. Alla fine è uscita la vera anima del centrodestra, che ha stravolto la portata innovativa della norma che era stata condivisa, senza nemmeno ascoltare l’appello delle associazioni impegnate nella lotta alle discriminazioni e alla violenza basate sul genere, l’identità e l’orientamento sessuale”.

Mariagrazia Santoro (Pd) Affida la sua dichiarazione all’agenzia del Consiglio Regionale Acon:  “Dopo aver mortificato e gettato nel cestino un anno e mezzo di lavoro che avrebbe potuto consegnare ai nostri cittadini una legge che aiutasse realmente il contrasto alla violenza sulle donne, la Lega, con la complicità di tutto il Centrodestra, volta le spalle alle associazioni che avevano chiesto di modificare e migliorare la legge. La Lega e il Centrodestra hanno preferito tirare dritto con una legge non condivisa, peggiorativa della situazione esistente, tutto per affermare anche in Fvg le posizioni nazionali di contrarietà al ddl Zan”. “A seguito della lettera inviata dalle associazioni che si occupano di questa delicata tematica, come i centri antiviolenza, con la quale si chiedevano delle modifiche rispetto al testo portato in Aula, abbiamo inutilmente chiesto di riportare in commissione la norma, proprio per arrivare alla necessaria presa d’atto delle indicazioni arrivate da chi ogni giorno aiuta le donne vittime di violenza”. “Il Centrodestra non è stato capace di riconoscere quello che nel testo non va bene. Dopo il lavoro fatto dalla direzione regionale con le associazioni e i centri antiviolenza e dopo che il comitato ristretto aveva concordato un testo condiviso, la Lega ha ignorato ogni accordo preso in comitato – conclude la consigliera dem – attraverso degli emendamenti alla legge che mirano alla soppressione dell’identità di genere e che riportano indietro il Fvg rispetto a situazioni conquistate in anni di impegno”