Strage Vergarolla: Rojc (Pd), inchinarsi a vittime attentato. Conti: fu punto di non ritorno per esodo italiani
“Saremo spiritualmente a Pola accanto al cippo che ricorda le vittime innocenti della strage di Vergarolla, come l’anno scorso di persona, a inchinarci alla memoria di un attentato tragico e vile della nostra storia. Fondamentale il ruolo delle istituzioni che hanno contribuito con le associazioni a trasformare un lacerante ricordo della comunità italiana e degli esuli nella commemorazione di una ferita per quanto possibile condivisa. Il processo di unificazione europea è un grande fattore di pacificazione, soprattutto nelle terre adriatiche flagellate da sopraffazioni, morti, esodo, dittature”. E’ la riflessione della capogruppo Pd in commissione Politiche Ue al Senato Tatjana Rojc, alla vigilia del 77/mo anniversario della strage di Vergarolla, avvenuta il 18 agosto del 1946 quando, sulla spiaggia alla periferia della città istriana di Pola gremita per la tradizionale manifestazione natatoria della “Pietas Julia”, l’innesco di un enorme quantitativo di esplosivo uccise non meno di ottanta italiani.
“Vergarolla segnò un punto di non ritorno – annota Caterina Conti, della Direzione nazionale Pd e segretaria provinciale del partito a Trieste – per la popolazione italiana di Pola che dopo quella tragica estate di 77 anni fa si decise per l’esodo. Se oggi ne celebriamo la ricorrenza, è grazie al lavoro delle associazioni degli esuli istriani, a cui va il nostro ringraziamento, che ne hanno conservato e tramandato la memoria. Il mio auspicio di dirigente politica e di discendente di esuli istriani – aggiunge Conti – è che la strage sia chiarita in tutte le sue dinamiche ed entri nei nostri libri di scuola, nell’ambito delle complesse vicende della frontiera orientale nel Novecento”.