Tagliamento e interventi contro il rischio alluvioni: non accoglibile, secondo Serena Pellegrino, una mozione: Così si tacitano Commissione Ambiente e Consiglio

“Richiedere che la Regione si impegni a promuovere un’audizione presso l’Autorità di Bacino distrettuale Alpi Orientali con esperti e professionisti indicati dai Comuni, al fine di favorire la migliore comprensione degli interventi previsti sul Tagliamento, così come inseriti nel Piano di Gestione del Rischio Alluvioni, equivale a dire che si intende completamente tacitare il Consiglio – in particolare i consiglieri di opposizione – e imbonire i sindaci del medio e alto Friuli che mal digeriscono i progetti, in particolare la realizzazione di un ponte laminante all’altezza di Dignano e Spilimbergo.
Non ho quindi appoggiato la mozione che in sostanza interrompe il lavoro della IV Commissione, nello specifico l’importante audizione di pochi giorni fa, che sottolineo non si è ancora di fatto conclusa, e ne svilisce il ruolo, trasferendo la complessa questione a casa dell’Autorità di bacino distrettuale, andando a inasprire ancora di più le tensioni che già esistono tra la giunta regionale, i cittadini e i loro rappresentanti istituzionali comunali e regionali.”

Così si esprime la consigliera regionale Serena Pellegrino, AVS, vice presidente della IV Commissione al termine dei lavori odierni del Consiglio, che hanno visto l’approvazione della mozione della Maggioranza per effettuare un’audizione nella sede dell’Autorità di bacino.

“Invece di scappar via da quest’aula – aggiunge Pellegrino – sarebbe piuttosto necessario che si completi la discussione in Commissione, dove comunque è ben chiara l’importanza della sicurezza a tutela della vita umana, anche perché da consiglieri e insieme da cittadini del territorio condividiamo direttamente le paure per la forza distruttiva delle alluvioni. E sarebbe responsabile e urgente innanzitutto fare una costante manutenzione dell’alveo del fiume dalla sorgente alla foce (creeremmo anche molti posti di lavoro), bloccare le nuove costruzioni in aree a rischio, non procedere con la realizzazione di inutili percorsi stradali, mettere immediatamente in sicurezza il ponte esistente e mantenere il traffico pesante in autostrada: così si comincia ad attuare il vigente Piano generale del rischio alluvioni, proteggendo le vite umane, il patrimonio edilizio e infrastrutturale, consentendo lo sviluppo edilizio solo dove non vi siano rischi. Io di questo – conclude la consigliera – non vedo concrete progettualità e le grandi opere, anche se impattanti sull’ambiente, sono sempre quelle privilegiate.”