Terzo mandato: Fedriga sperava in un salvifico chiarimento tête-à-tête con Giorgia Meloni, ma lei ha “marcato visita”
Il martellante spot pubblicitario di Promoturismo Fvg ” abbiamo la soluzione” deve essere entrato in testa Massimiliano Fedriga annunciando o meglio minacciando le dimissioni per creare de facto le condizioni per un 1/2 terzo mandato, per poi, negarlo. «Non c’entra nulla il terzo mandato» ha tuonato oggi dopo che tutti gli osservatori compresi quelli nazionali avevano smascherato la sua spregiudicata manovra. Una affermazione alla quale è difficile credere, tanto che in Fvg così come a livello nazionale nessuno è così tonto da credergli. Ora tutto sembrava appeso al filo dell’incontro previsto con Giorgia Meloni per domani nel Festival delle Regioni a Venezia non a caso preceduto dalla roboante dichiarazione dello stesso Fedriga: «Non sono disposto a scendere ai compromessi di una vecchia politica». Dichiarazione di guerra che ricorda quella di Giorgia Meloni “non sono ricattabile”. Ma in realtà la situazione si è molto ingarbugliata dopo che il Consiglio dei Ministri oggi ha deliberato di impugnare alla Corte costituzionale la legge della Provincia autonoma di Trento che ha portato da due a tre il limite dei mandati consecutivi per il presidente della Provincia. Fugatti da Trento è furioso e non potrà continuare la sua attività di “ammazza orsi” il tutto dopo un confronto a Palazo Chigi definito “dibattuto” che, in linguaggio politichese, vuol dire che l’aria era pesante se non fetida. I ministri leghisti hanno espresso voto contrario. In sostanza il Governo si è spaccato con Forza Italia e Fratelli d’Italia che hanno votato coesi per l’impugnazione e non solo per quella del Trentino visto che Tajani, per chiarire, ha affermato testualmente: “Giusto impugnare, limite anche per Regioni speciali”. Oibò la questione per Fedriga diventa “pelosa” ed ancora di più visto che il suo ultimatum “deciderò entro 48 ore” scade domani e “Giorgia” si è data malata e non andrà a Venezia. Come dire a pensar male…. Così adesso le fiamme partite dal “cerino” Riccardi, rischiano di avviluppare lo stesso Fedriga.