Torviscosa, origine e declino di una città aziendale di fondazione. Camminata storico-culturale

Dall’epoca della sua fondazione e fino ad oggi, Torviscosa è celebrata come un significativo esempio di “città di fondazione” e “company town”. Fanno parte del suo patrimonio importanti fondi archivistici e strutture urbanistiche con motivazioni storiche e caratteristiche architettoniche uniche in Friuli-Venezia Giulia. Negli ultimi anni, proprietari e gestori di questo patrimonio hanno spesso promesso di tutelarlo e valorizzarlo. Ma, al di là delle intenzioni, qual è davvero la situazione? L’eredità storica, archivistica e architettonica, lasciata dalla SNIA Viscosa è davvero tutelata, valorizzata, divulgata e resa accessibile al pubblico? La realtà, purtroppo, è che gran parte di questo lascito risulta, per varie ragioni, inaccessibile e di conseguenza cittadini, studiosi e turisti non hanno la possibilità di usufruirne.  Nella speranza di sensibilizzare le amministrazioni pubbliche e i privati proprietari, la Pro Torviscosa ha deciso di organizzare una prima passeggiata storico-culturale durante la quale i partecipanti potranno conoscere la situazione attuale e le vicissitudini che l’hanno determinata. L’appuntamento è per domenica 15 ottobre, alle ore 10.00, con partenza dal Centro Informazione e Documentazione in piazzale Marinotti.

Nel corso della visita, i partecipanti potranno conoscere:

la storia del CID e di come la società SPIN del gruppo Bracco sia riuscita ad acquistare tutti gli arredi, le opere d’arte e i plastici conservati al suo interno per soli 25.000 euro. Il CID verrà visto solo dall’esterno in quanto la struttura non è aperta in via ordinaria;

la storia dell’archivio storico della SNIA Viscosa e di come la società SPIN del gruppo Bracco sia riuscita ad acquistarlo per soli 30.500 euro. L’archivio è conservato in un’ala della portineria dello stabilimento e attualmente non è consultabile;

la storia del pannello ceramico di Biancini, “donato” nel 2019 dalla Caffaro Industrie al Comune di Torviscosa. L’opera ceramica è conservata nell’edificio dell’ex centrale termoelettrica e non è accessibile al pubblico;

la storia del teatro, parzialmente ristrutturato nel 1999/2000, ma attualmente inagibile e non accessibile al pubblico;

la storia dell’ex laboratorio agrario, acquistato dal Comune e mai recuperato, attualmente pericolante e non accessibile al pubblico;

la storia dell’ex dispensario antitubercolare, abbattuto all’inizio degli anni Novanta per far posto a nuove abitazioni private;

la storia dell’archivio sindacale di Attilio Snidero e di come la Pro Torviscosa sia stata costretta a restituire alla Regione i 15.000 euro che erano destinati alla sua inventariazione e digitalizzazione

e tanto altro.