Trieste: un’altra città, “la questione della mobilità non si può risolvere con una navigazione a vista, serve una competenza che non si è ancora vista in città”
Un’altra città, attraverso i “dibattiti del Giovedí” organizzati con la cittadinanza, ha cercato di analizzare alcune questioni spinose riguardo a ambiente, lavoro, scienza, cultura, solidarietà e integrazione per lo sviluppo sostenibile di Trieste, elaborando proposte programmatiche anche in vista delle elezioni Amministrative che si svolgeranno quest’anno.
Nel dibattito con la cittadinanza organizzato da Un’altra città, ieri 25 febbraio, dal titolo: “Dimmi come ti muovi e ti racconterò La Tua Città” ci si è concentrati principalmente sulla necessità di elaborazione di un nuovo piano della mobilità.
Una mobilità efficiente è anche sostenibile da un punto di vista ambientale, ha affermato il professore Guido Pesante che, assieme a Loredana Casalis, ha moderato l’incontro a cui sono intervenuti Andrea Wehrenfennig (Presidente Circolo Legambiente Trieste) e Luca Mastropasqua (Presidente Fiab Ulisse).
Con loro si è cercato di portare alla luce dati e visioni su un tema vastissimo e scottante, circoscrivendolo alla questione della mobilità urbana e all’alternativa tra ovovia e tram.
Ma quando diciamo Ovovia di cosa parliamo?
Come riferito da Wehrenfennig, di un progetto da 45 milioni mai reso pubblico, nel senso che nessun cittadino normale l’ha mai visto, una spesa pubblica ingente per un progetto totalmente separato dal piano della mobilità urbana.
Un’installazione ibrida tra una cosa turistica e un mezzo di trasporto urbano che andrebbe a servire una zona non turistica e che non andrebbe a lavorare su ciò che serve: la mobilità dei cittadini, che verrebbe sottratta al Tram, che non viene mai menzionato, e al trasporto pubblico locale.
Con un impatto ambientale evidente e arrivo in una zona oggettivamente non servita.
Una proposta quindi irragionevole nel bilancio costi/bisogni e oggettivamente dannosa per l’ambiente e per il paesaggio.
Urge una mobilità alternativa a quella motorizzata privata, che rimandi a pedonalità, ciclabilità, potenziamento del trasporto pubblico locale, anche a favore della protezione delle utenze più deboli.
Mobilità oggetto anche di una proposta Post- Covid inoltrata al Governo e sottoscritta da undici diverse associazioni, tra le quali Legambiente, Fiab, Uisp, Camminatrieste e Tryeste.
Una proposta a favore della “cura del ferro a Trieste”, una strategia di investimenti sulla rete ferroviaria e tramviaria, storicamente cari alla città.
La proposta è quella di utilizzare fondi stanziati dal Governo per i sistemi di trasporto rapido di massa per finanziare una linea di tram moderno che colleghi velocemente e comodamente l’asse cittadino principale, da Piazza dei Foraggi alla Stazione Centrale, e possibilmente oltre, fino a spingersi ai due estremi di Porto Vecchio-Barcola e Muggia e a coprire le periferie della città, impoverite dall’assenza progressiva di attività ricreative, culturali, esercizi di prossimità.
Quanto alla questione tram, la sua crisi, come ha evidenziato William Starc, è dovuta al fatto che la proprietà sia rimasta al Comune che non ha competenze e risorse professionali (figure adeguate) e finanziarie ( per la manutenzione) per gestirlo.
Significativo di ciò che potrebbe essere fatto e che non viene fatto dall’amministrazione che non gli dà la dovuta attenzione.