Tutto come previsto. Fedriga resterà presidente, anzi “governatore”. Vedremo se a sinistra ricomincerà l’inutile tran tran d’opposizione “morbida”
Niente primavera in Fvg, Il vento invernale soffia ancora forte. Così ha deciso la maggioranza della minoranza che ha votato. Così a scrutinio concluso nella notte Massimiliano Fedriga resterà presidente della Regione Friuli Venezia Giulia. Ha vinto le elezioni ottenendo 314.826 voti, pari al 64,24% dei consensi. Lo sfidante principale, il candidato del centrosinistra Massimo Moretuzzo al quale non si può rimproverare di non averci provato guiderà, almeno in teoria, l’opposizione, ottenendo il 28,37% dei consensi con 139.018 voti. Diciamo in teoria perchè arà complicato per lui, essere leader di una coalizione dalle molte anime e comunque perdente dove fra l’altro la forza principale, Il Pd non è il suo partito. La sorpresa di questa consultazione è Giorgia Tripoli, la candidata di Insieme Liberi che ha ottenuto un successo personale che però non le consente l’ingresso in consiglio dato che la lista non ha superato la soglia di sbarramento del 4% necessaria per esprimere rappresentanti in consiglio Regionale. Insieme Liberi infatti si è fermata al 3,98% con 15.712 voti, ed è scontato che la Tripoli faccia ricorso per il riconteggio dei voti. Ma quello 0,2 mancante sarà difficile da colmare puntando solo sulle ottomila schede nulle e la trentina di voti contestati. Le esperienze del passato raccontano infatti che scrutatori e presidenti di seggio svolgono il loro lavoro in maniera corretta. Sicuramente di debacle si può parlare per il Terzo Polo il cui candidato Alessandro Maran ha ottenuto il 2,73% dei consensi personali mentre la lista che riuniva Azione, Italia Viva e +Europa il 2,75%: non esprimerà alcun consigliere regionale e forse bisognerà rivedere quella definizione terzo polo magari in “ultimo polo” . Volendo guardare ai risultati delle liste, la Lega è il primo partito in regione: ha ottenuto il 19,02%, nove punti percentuali in più rispetto alle Politiche di settembre 2022, ma ben 15 punti in meno rispetto alle elezioni regionali del 2018 quando ottenne il 34,8%. Insomma se a sinistra ci si lecca le ferit non è che a destra si possa stare tranquilli. Solo Massimiliano Fedriga può davvero gioire la sua lista personale al debutto ha conquistato il 17,7% dei consensi. Non lo può fare di certo Fratelli d’Italia in crollo verticale rispetto alle Politiche di settembre passando dal 31,3% al 18,1% di queste elezioni, anche se il raffronto con le Regionali del 2018 racconta un’altra storia, allora infatti si fermò al 5,5%. Solo quarto il Partito Democratico che sperava nell’effetto Schlein, in realtà il 16,49% è dato inferiore al 18,4% delle Politiche e anche al 18,1% delle ultime Regionali. Forza Italia arriva al 6,6% e supera di un soffio la lista di Moretuzzo, quel Patto per l’Autonomia che pur avendo assorbito il movimento dei Cittadini si è fermato al 6,29% e che dovrà molto ragionare sul proprio modello. Allo stato delle informazioni e al netto di eventuali ricorsi entrano in consiglio regionale anche Movimento 5 Stelle (che crolla al 2,4%; aveva il 7,2% alle Politiche e il 7% alle Regionali), Alleanza Verdi-Sinistra (2,03%), Autonomia Responsabile (1,97%), Open Sinistra Fvg (1,51%) e la Slovenska Skupnost che raccoglie l’1,02%, appena sopra l’1% necessario per farcela secondo quanto previsto dalla clausola di salvaguardia prevista per le minoranze. Restano fuori, come già detto, Insieme Liberi che sfiora il 4% (3,98%), soglia minima per le liste che corrono da sole, e il Terzo (Ultimo) Polo di Azione, Italia viva e +Europa che si ferma al 2,75%. Ovviamente i commenti a caldo non sono mai completamente lucidi, ma è evidente che molto sarà da analizzare. Quello che si può dire è che se Fedriga ha vinto facile grazie anche all’enorme mole di denaro a disposizione, a sinistra un ragionamento sulle proprie capacità di fare opposizione e soprattutto di comunicarla all’esterno del palazzo, andrà fatta. O forse no, se consideriamo che i risultato è figlio solo della volontà di salvaguardare la propria poltrona e non certo di tornare a governare la regione dopo la non splendida performance della presidenza Serracchiani che pesa ancora come un peccato originale nella mente di tanti votanti e soprattutto di larga fetta degli sfiduciati non votanti. Comunque, per citare Barack Obama: “Qualsiasi cosa accada, il sole sorgerà ancora”. Gli Usa in quell’alba dovettero fare i conti con la presidenza Trump, in Fvg si dovranno fare i conti con Massimiliano Fedriga e nazionalmente con Giorgia Meloni. Speriamo non sia eclissi della democrazia.