Un nuovo Circolo territoriale di Legambiente nei Comuni della Comunità Collinare
Tagliamento, tutela dei beni paesaggistici ed ambientali e loro valorizzazione socioeconomica, comunità energetiche locali per la transizione e la sostenibilità fra i temi di prossimo impegno. Il circolo di Legambiente della Comunità Collinare che si sta costituendo ha iniziato a battere alcuni colpi. Ha richiesto un incontro al comune di Fagagna per fare il punto attorno all’oasi de quadri e al comune di Dignano per approfondire l’iter autorizzativo della cava da 2.300.000 mc da realizzarsi in comune di Flaibano in prossimità del comune di Dignano stesso. Come sappiamo I Circoli sono la struttura di base dell’associazione ambientalista, incaricati di gestire localmente le campagne e le iniziative nazionali, di avviare in autonomia vertenze locali e rapporti collaborativi con le autonomie e le comunità locali, di promuovere attività di educazione ed informazione su temi ambientali generali e propri del territorio di competenza. Sono finora coinvolte persone da più Comuni, con diverse competenze ed esperienze nel volontariato e nelle amministrazioni locali. Sono stati individuati alcuni temi sui quali focalizzare una prima attività. Oltre agli appuntamenti citati in premessa, temi prioritari sono in primo luogo Il futuro del Tagliamento, per il quale Legambiente è da tempo impegnata a salvaguardare la funzione di corridoio ecologico primario per il Friuli e che proprio nell’asta mediana ha il suo tratto ancora più integro. Poi contribuire alla conoscenza, tutela e valorizzazione dei beni ambientali e paesaggistici particolarmente presenti, diffusi, vari e di rilievo in quest’area, a causa della sua stessa formazione geologica e storica e della capacità delle comunità locali di limitarne usi e trasformazioni estreme. Un’area, quindi, che può offrire ancora, se ben gestite, molte risorse “gratuite” (boschi e torbiere, laghi e borghi rurali, acque fauna e flora) oltre alle produzioni agricole locali per una ulteriore valorizzazione e tenuta socioeconomica dei tessuti locali. Comunità, infine, attese alla sfida di acquisire e rendere normalità nuove modalità di produzione e consumo energetico, di mobilità locale, di gestione sostenibile e riproducibile delle risorse locali. Fattori ancora più determinanti nell’incertezza attuale di orizzonti dopo la pandemia e nel degrado delle relazioni internazionali che rendono ancora più difficili gli impegni per contenere i cambiamenti climatici. Il gruppo promotore, aperto a nuove ulteriori partecipazioni, sta programmando le prossime iniziative.