Unarma Fvg, il sindacato dei carabinieri, presenta ufficio per le pari opportunità

Mercoledì scorso,  durante la riunione del Consiglio Regionale di Unarma FVG si è costituito l’Ufficio per le Pari Opportunità. Si legge in una nota dell’associazione dei carabinieri che funge da sindacato: “Dopo 23 anni dall’ingresso delle prime donne nell’Arma, tanto è stato fatto per garantire la parità nelle assunzioni e nella progressione di carriera, sul tema della genitorialità, ma poco è cambiato nell’ambiente di lavoro che rimane comunque un ambiente maschilista. La scelta di creare un apposito ufficio nasce dall’esigenza di costringere l’amministrazione a riflettere e fare autocritica sul tema per evitare che continuino ad assumere decisioni che seppur apparentemente neutre, di fatto sfavoriscono le donne. Vogliamo che i comandanti ad ogni livello inizino a porsi il quesito su cosa voglia dire essere donne carabinieri e lavorare in un ambiente prettamente maschile e creato su misura del maschio e non si parla solo delle attività lavorative in senso stretto, perché in quell’ambito le donne servono e vengono costantemente chiamate, anche se non in servizio, per eseguire perquisizioni ad altre donne, per sentire le persone offese nei reati che rientrano nel codice rosso ecc.. e non possono dire di no, anche se hanno importanti impegni personali, perché verrebbero subito etichettate come nullafacenti, si parla soprattutto dell’ambiente interno, della convinzione per taluni che la parità stia nell’adeguarsi alle regole imposte dal maschio. Le donne carabinieri devono lottare quotidianamente contro le storture del sistema. Nella maggior parte dei casi non abbiamo spogliatoi e bagni dedicati e quando ci vengono concessi ci viene detto che sono temporanei ed il più delle volte sono i primi locali ad essere sacrificati per “esigenze logistiche o operative”, che poi, come al solito, esigenze non sono. Molto spesso si vuole imporre lo spogliatoio ed il bagno unico anche quando vi sarebbe la possibilità di dedicare due ambienti distinti come se non esistessero il pudore e la riservatezza, come se non vi siano necessità distinte. Per non parlare poi dei commenti sessisti, mascherati da battute da bar, o delle varie allusioni, come se la donna non sappia pensare ad altro. È giusto ricordare ai colleghi maschi che anche le loro mogli, le loro compagne, le loro fidanzate e le loro figlie sono donne, e queste ultime potrebbero diventare carabinieri”.