Versi cronistici, una nuova rubrica di poesia e saggi
Vorrei iniziare con un ringraziamento speciale al Direttore Fabio Folisi e al mio caro amico Enrico per lo spazio gentilmente conferito per un progetto come il nostro: “Versi Cronistici”
“Versi Cronistici” vuole essere un rifugio accogliente per i lettori, un’oasi illuminata, pronta ad accogliere chi ama l’avanguardia intellettuale. Il nostro obiettivo è offrire ai lettori un quadro vivido che rifletta la realtà nel contesto poetico contemporaneo; una tela dipinta a più mani, una rappresentazione concepita come narrazione di eventi e situazioni legati al mondo della poesia.
Cercheremo di coinvolgere i poeti, i critici, i saggisti, i giornalisti ed i professori che riterremo più lungimiranti, interessati e interessanti, maggiormente orientati alla ricerca, ad escogitare nuove formule poetiche. Nel tentativo di coinvolgere menti tanto prospettiche, ci impegneremo a formare un gruppo rigorosamente selezionato che abbiamo identificato con il termine “demodeista”.
Di seguito il nostro manifesto:
“ll poeta demodeista si presenta come un acerrimo nemico dell’artista che indirizza la propria espressione unicamente ad esigenze di mero consumo; enfatizza il messaggio dell’arte, si oppone alla limitazione dell’estro artistico di chi favorisce il profitto. Egli si presenta come un fautore dei poeti gradualmente oscurati dall’incedere del tempo, obliati dall’evoluzione delle tendenze. Il poeta demodeista si abbandona al lirismo remoto della cetra di Orfeo, si galvanizza all’analisi di sfizioserie lessicali proprie dei componimenti che trasudano creatività e sperimentazione. Il poeta demodeista teme l’uomo privo di visione, pavido e conservatore, statico di fronte alla trasfigurazione della società, tormentato dai progressi rivoluzionari dell’avanguardia tecnologica. Simultaneamente si oppone all’uomo che sottovaluta i rischi di programmi di intelligenza artificiale capaci di sostituire il processo che spinge le persone all’elaborazione di pensieri propri con frasi generate da modelli di linguaggi basati su algoritmi. Il poeta demodeista desidera evidenziare i problemi che deriveranno da una intelligenza che risulterà in grado di appropriarsi dello stile identitario di scrittori e di pittori sia del presente che del passato. Il poeta demodeista, inoltre, si oppone all’uomo che sviluppa una dipendenza nei confronti di piattaforme e servizi online di dubbia utilità, concentrandosi esclusivamente sugli aspetti frivoli che queste hanno da offrire.
Egli teme il bombardamento di stimoli visivi e uditivi derivati da una sempre più molesta iperstimolazione tecnologica, sovrastimolazione che rischia di compromettere la salute psichica dei più fragili, generando confusione e isolamento. Il poeta demodeista, tramite la sua poesia, riverbera tale disagio mescolando caoticamente stili contemporanei e pregressi per dipingere un quadro completo della realtà circostante; e sebbene nel corso degli ultimi decenni la storia della poesia sia già stata segnata di tracce che potremmo definire demodeiste, (dal momento che l’estremizzazione della poesia postmoderna attraverso l’integrazione di linguaggi contemporanei e pregressi non è propriamente intesa come una novità), crediamo opportuno fare coincidere la data di nascita del Demodeismo con la pubblicazione di tale manifesto, e quindi con la divulgazione di un documento che sancisca coscienziosamente l’origine di questa corrente.”
Vorrei salutare i lettori con un augurio, con la speranza che questo 2024 trascorra il più serenamente possibile, spingendo sempre più artisti e appassionati d’arte a trovare spazi in luoghi dinamici come il nostro.
[Mathias PdS]