Vicino/lontano festival chiude oggi con la “bella vita” di Tiziano Terzani raccontata dal figlio folco
Dopo la bella serata con la premiazione dello scrittore irlandese naturalizzato statunitense Colum McCann vincitore del Premio Terzani per il romanzo “Apeirogon” al Teatro Giovanni da Udine di ieri, sarà l’artista Andrea Pennacchi a firmare il gran finale della 18^ edizione del festival vicino/lontano, con il nuovo reading “La guerra dei Bepi”, in scena oggi – domenica 15 maggio – alle 21, nella Chiesa di San Francesco a Udine. Ispirato a La guerra dei Bepi, il secondo libro di Pennacchi pubblicato da People, il testo presenta i monologhi che l’autore ha dedicato a suo nonno e a suo padre, entrambi “Bepi”, l’uno coinvolto nella Prima, l’altro nella Seconda guerra mondiale. La storia di famiglia, e di Bepi, si proietta su un episodio successivo, ambientato nella Mogadiscio del 1993, durante la prima battaglia combattuta dall’esercito italiano dopo la fine della Seconda guerra mondiale. È la battaglia del checkpoint Pasta, ricostruita e rielaborata da Pennacchi. Bepi diventa così una sorta di soldato universale, che dall’Iliade ai giorni nostri – quando le guerre in Afghanistan e Ucraina pervadono le cronache del presente – non si è perso un conflitto, anzi li ha attraversati tutti, ogni volta più disilluso, più deluso, più arrabbiato, più ferito. Ma con un’esperienza umana che vuole condividere con tutti noi, pensando che possa essere utile a una riflessione dolente ma profonda sull’orrore di tutte le guerre. Le musiche originali della lap steel guitar di Gianluca Segato accompagneranno il reading, prodotto da Teatro Boxer.
E sempre oggi è molto attesa a vicino/lontano la presentazione, in anteprima nazionale, di “Fine/inizio”, edizione essenziale di uno dei libri più amati di Tiziano Terzani “La fine è il mio inizio”, uscita per Tea Edizioni a cura di Folco Terzani che dialogherà con Àlen Loreti alle 16 nella Loggia del Lionello. “Come fare una vita bella” è il filo rosso di questa “versione di Tiziano e Folco”: un padre e un figlio alle prese con le domande che pesano e le risposte che contano, nella vita. «Mio padre mi ha insegnato come si vive e come si muore» disse Folco Terzani all’indomani del formidabile successo de La fine è il mio inizio, pubblicato postumo nel 2006, e riproposto ora in un’edizione essenziale capace di ispirare le nuove generazioni. Essere al timone della propria esistenza con coraggio, autonomia e fantasia, mettersi in viaggio per ripartire con spirito aperto e libero perché, come dice Tiziano al figlio, «è fattibile per tutti: fare una vita. Una vera vita, una vita in cui sei tu. Una vita in cui ti riconosci.».
La domenica di vicino/lontano si aprirà di prima mattina, alle 7, con le “Amorevoli sfide musicali tra barocco e classicismo”, da Vivaldi a Tartini, della Nuova Orchestra da Camera Ferruccio Busoni diretta da Massimo Belli. Violino solista Giada Visentin e viola David Briatore.
Tante quindi le “sfide” dell’ultima giornata di vicino/lontano. Eccone alcune: sul tema “Antipolitica o iperpolitica?” alle 10 il politologo Massimiliano Panarari versus il giornalista Francesco Borgonovo metteranno in scena un “duello” di argomentazioni e ragionamenti tra opinioni contrapposte per provare a capire dov’è finita la politica. Sfida al virus: il giornalista Francesco De Filippo presenta alle 10 nella Loggia del Lionello il libro “No vax: il grande sogno negato” (Castelvecchi), in dialogo con il sociologo Nicola Strizzolo. La spaccatura sociale fra coloro che rifiutano persino l’idea della diffusione del covid-19 e chi invece ha una fede cieca nella scienza ricorda divisioni frontali di altri tempi. Due posizioni granitiche distanti fra loro: attraverso una raccolta di interviste che restituiscono le ragioni di entrambe le parti, Francesco De Filippo ci proietta in un animato botta e risposta fra il pensiero No vax e il parere di scienziati ed esperti che ne svelano le motivazioni profonde.
E in anteprima nazionale domani a vicino/lontano lo scrittore ungherese Tamás Gyurkovics presenta il romanzo “Emicrania. Storia di un senso di colpa”, edito da Bottega Errante, in dialogo con lo scrittore friulano Angelo Floramo. L’occasione per conoscere il nuovo libro di uno dei massimi scrittori ungheresi della sua generazione. Emicrania racconta la storia vera di Ernő Spielmann, un uomo mite, tranquillo, allegro, che ha una famiglia, dei figli e lavora come contabile in un teatro di Tel Aviv. Ha un unico tormento: soffre di frequenti attacchi di mal di testa. Un giorno che sembra uguale a tutti gli altri, una coppia di gemelli lo attende fuori dal teatro. L’incontro lo turba profondamente e riaffiorano i ricordi che lo riportano ad Auschwitz-Birkenau e al suo ruolo nel campo: il custode dei gemelli di Mengele.
Clima, sostenibilità e scienza: una sfida possibile? alle 11.30 si confrontano Marcella Bonchio, Francesco Bosello, Stefano Fantoni e Giorgio Matteucci, modera Michele Morgante. Terzo importante appuntamento in tema di sfida ambientale, questa volta con un taglio scientifico: fra cambiamento climatico, consumo di risorse naturali non rigenerabili, perdita di biodiversità. La scienza infatti con un approccio multidisciplinare, è impegnata ad affrontare la complessità di questa sfida con una serie di rivoluzioni scientifiche e tecnologiche che potrebbero addirittura rigenerare le condizioni ambientali del passato.
Ancora oggi, alle 11.30 nell’Auditorium Sgorlon, la lectio magistralis di Pier Aldo Rovatti sul “Trionfo dell’individualismo”: l’individuo, il nostro “ego”, orienta qualunque pratica, compresa quella politica. La grande sfida sarebbe riuscire a combattere il trionfo dell’individualismo e del pensiero binario che lo caratterizza.
In tema di diritti, alle 16 “Per tutti gli Alaa del mondo. Regimi autoritari e diritti violati”, un confronto con Paola Caridi, Gianluca Costantini, Riccardo Noury, Helena Janeczek, modera Danilo De Biasio. Nelle carceri dei regimi totalitari si consumano delitti coperti dalla censura e dalle limitazioni alla libertà di pensiero. Alaa Abd el-Fattah, recluso da al-Sisi come Mussolini fece con Gramsci, è solo un esempio da cui partire per abbracciare i casi di prigionieri di coscienza su cui c’è bisogno di fare luce. Seguirà la straordinaria video testimonianza di Gulbahar Haitiwaji, finalista Premio Terzani 2022 con “Sopravvissuta a un Gulag cinese” (Add). Si stima che nello Xinjiang, provincia della Cina occidentale, più di un milione di uiguri siano stati deportati in “campi di rieducazione” sulla base di infondate accuse di terrorismo, infiltrazione e separatismo. Gulbahar Haitiwaji è stata privata della libertà e ha subìto ogni sorta di violenza dalla polizia, centinaia di ore di interrogatori, fame, freddo, torture, sterilizzazione forzata e dodici ore al giorno di propaganda cinese. Salvata grazie alle disperate trattative della figlia e all’ostinazione del ministero degli Affari esteri francese, è la prima testimone del genocidio culturale in atto.
E sempre nel pomeriggio alle 18.00 si parla di “Donne, autonomia e democrazia: il progetto curdo”, con la partecipazione della attivista politica Dilan Taşdemir in collegamento, e con Hazal Koyunucu e Federico Venturini. Nonostante la pesante repressione, la proposta politica curda, con il suo progetto basato su autonomia, democrazia e ruolo attivo della donna, può essere un modello da scoprire e declinare in altri contesti. Lo sguardo femminile dimostra come la partecipazione delle donne alla vita politica possa diventare chiave determinante per una società che sappia essere giusta e libera.