Violentata anche la proposta di legge? “Stravolto il testo-base sulla violenza discusso nelle audizioni” le associazioni chiedono il ritiro della norma in discussione domani in aula
Oggi nel corso della seduta del Consiglio regionale Fvg andrà in discussione la proposta di legge 127 e 6/2021. Si tratta del “Testo unico degli interventi per la tutela delle donne vittime di violenza”
(127) legge d’iniziativa dei consiglieri di Forza Italia Piccin, Nicoli, Mattiussi e della proposta di legge abbinata “Norme per la promozione della cultura dell’inviolabilità e per il contrasto di ogni forma di violenza e discriminazione” (6) d’iniziativa dei consiglieri M5s: Dal Zovo, Sergo, Ussai, Capozzella). L’Associazione di Udine Senonoraquando? congiuntamente a molte altre Associazioni e gruppi che da anni si occupano in Regione delle azioni di contrasto alla violenza di genere chiedono il ritiro del testo della Legge e lo fanno attraverso una lettera aperta nella quale contestano completamente lo spirito della norma in quanto, spiegano, il testo della proposta, originariamente elaborato in contraddittorio fra le diverse forze politiche in sede di Comitato ristretto, previa audizione del privato sociale, è stato modificato inaspettatamente prima di essere presentato, come progetto di legge 127 e, poi ulteriormente modificato, con concetti, aggiunte e cancellazioni, che stravolgono la portata democratica e innovativa del testo-base sulla violenza.
Questa la lettera firmata da 16 associazioni:
Care Cittadine e cari Cittadini,
Gentili Consigliere e Consiglieri Regionali,
i Centri Antiviolenza e le Associazioni firmatarie della presente lettera, che da anni – talune da decenni – sono impegnate nella nostra Regione nella lotta per la Parità e contro le discriminazioni e la violenza basate sul genere, l’identità e l’orientamento sessuale, chiedono a gran voce il ritiro delle proposta di legge 127 e 6/2021 (“Testo unico degli interventi per la tutela delle donne vittime di violenza”).
Il testo della proposta, originariamente elaborato in contraddittorio fra le diverse forze politiche in sede di Comitato ristretto, previa audizione del privato sociale, è stato modificato inaspettatamente prima di essere presentato, come pdl 127, poi ulteriormente modificato, con concetti, aggiunte e cancellazioni, che stravolgono la portata democratica e innovativa del testo-base sulla violenza.
La nostra Regione si era dotata nell’anno 2000 di una buona Legge di contrasto alla violenza (L. 17/2000 – “Realizzazione di progetti antiviolenza e istituzione di centri per donne in difficoltà”), una legge che per oltre vent’anni ha sostenuto la fondamentale azione dei Centri Antiviolenza del Friuli Venezia Giulia.
Questa legge andrebbe oggi modernizzata e resa più efficace, sul presupposto, ormai universalmente condiviso, che per contrastare la violenza di genere servano forti sinergie di rete fra operatori, tutti adeguatamente formati e specializzati, e che un’efficace strategia di contrasto non possa prescindere dall’intervenire sulle discriminazioni che favoriscono relazioni diseguali e preparano il terreno alla violenza stessa, promuovendo la Parità in tutti i campi: la famiglia, il lavoro, le istituzioni.
In questo senso la Regione dovrebbe lavorare, migliorando e integrando la L. 17/2000.
Il testo che sarà portato in discussione in Consiglio Regionale non va in questa direzione, ma nella direzione contraria.
Non è un Testo Unico, né una Legge Quadro con cui la Regione si impegni a promuovere strategie efficaci e lungimiranti, ma una serie non organica di generiche, vuote e in parte inappropriate dichiarazioni di principio, cui nemmeno si accompagnano piani precisi di intervento.
Non considera adeguatamente l’operato e le competenze dei centri antiviolenza, non ne valorizza l’esperienza.
Non tiene conto delle indicazioni degli Uffici regionali.
Non recepisce le proposte delle associazioni udite a giugno in sede di commissione ristretta.
Non attribuisce alla Regione alcun compito specifico.
Contiene definizioni in parte velleitarie, in parte retrograde e non condivisibili, anche riguardo ai meccanismi che producono violenza e ai mezzi da attivare per il contrasto.
Esclude dalle definizioni il fattore della “identità” di genere, ma di converso propone una definizione diversa e opinabile di “violenza”, assimilando inaccettabilmente alla violenza contro le donne forme discriminatorie diverse (basate sull’origine etnica, il credo religioso, la disabilità), che con essa poco hanno a che fare. Nega così la specificità, gravità ed estensione del fenomeno, peraltro contraddicendo il titolo (“Interventi per la tutela delle donne vittime di violenza”).
E questo è forse il peggiore dei problemi, perché renderà inevitabilmente meno incisive le azioni di contrasto alla violenza contro le donne e priverà i centri antiviolenza di parte delle già magre risorse sinora messe a disposizione per sostenerne l’operato.
Un arretramento, non certo un avanzamento, rispetto alla nostra legge 17/2000, che pur vecchia 20 anni, non può e non deve essere sostituita da una legge peggiore.
SeNonOraQuando? Udine, Arcigay Arcobaleno ODV, Arcigay Friuli ODV, Avvocatura per i diritti LGBTI – Rete Lenford, Associazione Studentesca universitaria Iris, A scuola per conoscerci ODV, Lune APS, Famiglie Arcobaleno – Associazione Genitori omosessuali, Associazione La Tela, Donne in Nero, L’Istrice, Coordinamento Donne dell’Anpi, FVG Pride, Le Donne Resistenti, ZeroSuTre, Il Cerchio degli Uomini di Udine.