XI congresso conferma Matteo Zorn a guida UIL regionale
“La caduta del governo mette a rischio il confronto in corso sui temi dell’inflazione e dei bassi salari”. È un ulteriore problema sottolineato dal segretario generale della UIL del Friuli Venezia Giulia, Matteo Zorn, confermato ieri sera segretario regionale all’11° Congresso della UIL regionale tenutosi a Tricesimo (Udine). Problema, più volte emerso durante gli interventi congressuali, che si aggiunge a quelli della crisi causata dalla pandemia e dall’aggressione della Russia all’Ucraina, questioni che proprio il governo avrebbe dovuto affrontare. Il timore della UIL, continua Zorn, è che venga ora a mancare a cascata l’azione contro le ingiustizie che colpiscono la società e il lavoro. Per esempio, misure contro l’inflazione oramai diretta verso il 10%; la spinta verso il rinnovo contrattuale (il 62% dei contratti sono scaduti, alcuni come la vigilanza privata da ben 7 anni), dove vi è necessità, rimarca il segretario regionale, di un nuovo modello tenga conto dell’aumento dei costi energetici; interventi sui i livelli salariali, il salario minimo, contro la precarietà e le forme di lavoro che esasperano la flessibilità, gli orari spezzati; azioni contro l’abuso degli appalti e delle esternalizzazioni che generano ‘lavoro povero’. Alcuni punti di questi punti verranno riproposti dalla UIL al governo, sebbene con poteri di ordinaria amministrazione, nella riunione con i sindacati convocati per mercoledì dal premier Mario Draghi, anticipa il segretario generale nazionale, Pierpaolo Bombardieri, collegato con il congresso in videoconferenza. A Draghi si chiederà, spiega, la detassazione degli aumenti contrattuali e della contrattazione di secondo livello; un aumento del netto in busta paga, riducendo il cuneo fiscale in modo strutturale, che permetterebbe di avere un recupero di 150-200 euro al mese per lavoratori fino alla fine dell’anno; l’anticipo della rivalutazione delle pensioni, prevista a fine anno. E poi ancora, rivolto alla politica ora impegnata nella campagna elettorale, una lotta alla precarietà sul modello Spagnolo, che ha imposto per legge solo i contratti a tempo indeterminato; un salario minimo che in Italia sia quella dei minimi salariali previsti nei contratti collettivi; una minimum tax per le multinazionali, soprattutto per quelle che si sono arricchite durante la pandemia; la tassazione delle transazioni finanziarie che da sole valgono 22 volte il Pil mondiale. Una delle urgenze che riguardano il territorio triestino e regionale è la vertenza Wartsila, multinazionale finlandese che il 14 luglio scorso ha annunciato la chiusura della produzione a Trieste, con 451 esuberi su 973 dipendenti. Mossa inaccettabile per la UIL, sottolinea Zorn, che osserva come l’obiettivo non dichiarato possa essere la chiusura dell’intero stabilimento, che senza la produzione non avrebbe senso. Mentre il confronto sta venendo imbastito al Mise, aggiunge il segretario triestino della UILM, Antonio Rodà, tra gli appalti e nell’indotto della Wartsila si stanno già facendo richieste di cassa integrazione. E’ essenziale, sottolinea, è ora mobilitarsi e le duemila persone che giovedì scorso sono scese in piazza per l’industria triestina sono il segnale che la città si sta risvegliando. Per l’assessore al Lavoro del Friuli Venezia Giulia, Alessia Rosolen -intervenuta alla tavola rotonda moderata dal direttore del Piccolo e del Messaggero Veneto, Omar Monestier-, la Finlandia ha utilizzato il proprio Pnrr per costruire uno stabilimento e riportare la produzione di motori a casa. Tuttavia la Regione non accetta che, dopo numerosi incentivi e contributo, una realtà importante del suo territorio venga semplicemente chiusa, e indica il passaggio parlamentare con cui dovrà essere approvata l’adesione della Finlandia alla NATO come momento in cui l’Italia dovrà far valere le proprie esigenze. Infine, oltre alla conferma di Zorn a segretario, il congresso ha confermato nella segreteria anche Andrea Di Giacomo (tesoriere) e Luigi Oddo, mentre i nuovi segretari sono Ezio Tesan, Fabio Nemaz e Luciano Bressan.