“Zone controllo del vicinato” Il Comune di Spilimbergo in cerca di adesioni
Il “Controllo del vicinato” è un “istituto” (se tale può essere definito) nato sulla scorta delle famigerate “ronde” di maroniana memoria e sulle ceneri di plurimi interventi di annullamento in tale materia dai Giudici amministrativi. Da un punto di vista socio-politico, osservo che i gruppi di persone che fanno parte od operano con tali forme di controllo, spesso al di là del nome della struttura formale che a loro viene concessa dalla legislazione, di fatto, e cioè nei loro interventi concreti, si distinguono per gli esiti unicamente nei confronti di barboni, migranti di colore, venditori ambulanti, etc. Ciò tanto da sembrare motivati, non tanto da giuste pulsioni nei confronti della criminalità, ma dalla volontà di repressione, avverso i soliti “miserabili”. Affermo ciò, perché ritengo sicuramente preferibile che l’attività repressiva e di tutela della pubblica sicurezza sia lasciata ai professionisti della materia e quindi diretti dal Governo, piuttosto che a cittadini e collaboratori di quartiere privi di professionalità e spesso mossi da istinti populisti. Va infatti pian piano affermandosi nell’opposizione pubblica, ma anche nelle pronunce della Corte Costituzionale (vedi la Sentenza n.236 del 21.10.2020 – G.U. n.47 del 18.11.2020 che ha bocciato totalmente la L. R. n. 34/2019 del Veneto, la quale proponeva l’obiettivo di promuovere le “Zone del Controllo del vicinato”, una attenzione particolare all’intangibilità dello Stato, della sua struttura e delle sue funzioni, in primis sanità ed ordine pubblico, in cui è maggiore la propaganda. Purtroppo la Sentenza della Corte Costituzionale citata è stata disattesa, nonostante l’art. 136 della Costituzione italiana così recita: “Quando la Corte dichiara l’illegittimità costituzionale di una norma di legge o di un atto avente forza di legge, la norma cessa di avere efficacia dal giorno successivo alla pubblicazione della decisione, ed inviata alle Camere ed ai Consigli Regionali”. Qualora operanti le “Zone controllo del vicinato” inevitabilmente andrebbero a violare la legge sulla Privacy che prevede pesanti sanzioni. Comunque a questi “controllori” rimarrebbe comunque vietato:
– Installare telecamere rivolte al suolo pubblico, ma solo nelle pertinenze di loro proprietà. – Effettuare fotografie a privati cittadini, ma solo nelle pubbliche manifestazioni. – Effettuare fotografie a targhe di automobili, ma solo nelle pubbliche manifestazioni.
Inoltre gli aderenti al “progetto del controllo del vicinato” o al gruppo “volontari per la sicurezza” anche se formati dai Carabinieri, Polizia Locale, etc., non acquisiscono alcun titolo di Pubblico Ufficiale e pertanto non possono generalizzare alcuno; il Testo Unico di Pubblica Sicurezza non contempla alcunché nella materia di che trattasi. C’è già chi definisce “collaboratori” coloro che aderiranno al progetto; auguriamoci quanto meno che queste persone non siano tentate ad emulare i “collaborazionisti”, purtroppo di triste memoria.
Renzo Della Valentina