Dopo 90 anni rinasce l’ “Unità” slovena
A quasi cent’anni dall’incendio del Narodni Dom e novant’anni dopo la sua chiusura definitiva a opera del regime fascista, rinasce l’Edinost, giornale sloveno fondato nel 1876 a Trieste.
La pubblicazione, che per un lungo periodo fu stampata proprio all’interno dell’Hotel Balkan, diede voce al primo movimento antifascista d’Europa.
Edinost significa “unità” ed è proprio questa la chiave che i promotori della sua rinascita vogliono enfatizzare. “L’idea è quella di creare uno spazio di dialogo tra le diverse comunità della città: croata, ebraica, greca, italiana, serba e slovena”, spiega l’ideatore dell’iniziativa, l’artista di origine veneziana Alessio Mazzaro, che racconta: “In occasione di una delle mie visite a Trieste, circa un anno fa, mi fu fatto notare che le tante comunità presenti in città non si parlavano tra loro”. Mazzaro, che si occupa proprio di progetti che mirano a coinvolgere la cittadinanza e a fare comunità, decise che si trattava di una sfida da cogliere e che un giornale da diffondere tra la cittadinanza avrebbe potuto essere la piattaforma migliore per vincerla. “La scelta è caduta sull’Edinost per il suo legame con il Narodni Dom: l’incendio del 1920, che suggellò la nascita del fascismo di confine, ha uno stretto legame con quanto sta accadendo oggi con i profughi e i nuovi problemi di confini”. Con l’aiuto di Alexandros Delithanassis e della casa editrice Asterios Editore Mazzaro ha trasformato la sua idea in realtà: sabato 11 marzo riaprirà l’Edinost,
riprendendo formato, impaginazione e font della pubblicazione originale chiusa nel 1928. Sarà un foglio con cadenza bimestrale e la scrittura sarà affidata, di volta in volta, ad un membro di una delle comunità che vivono in questo porto di mare. Ogni pubblicazione conterrà un capitolo di un racconto stampato nella lingua madre dello scrittore e in italiano, che finirà con una domanda a cui risponderà lo scrittore di un’altra comunità nel numero successivo. Il retro ospiterà invece altri interventi e la posta del lettore, sempre con l’obiettivo di stimolare il dialogo. Parteciperanno al progetto sin dal suo inizio alcune prestigiose penne della nostra città: Marko Kravos, Bojan Mitrovic, Mauro Tabor, Vesna Piasevoli, Pierluigi Sabatti e Antonio Sofianopulo. Ciascuno di loro utilizzerà per il proprio contributo un taglio diverso, dal poetico allo storico, fino alla fiction letteraria e alla cronaca. “Vogliamo dare spazio a una pluralità di voci e punti di vista – spiega Mazzaro – e, attraverso le varie forme di scrittura, dare la possibilità ai nostri autori di immaginare scenari futuri, anche provocatori, senza vincoli di sorta”. Un esempio arriva già nel primo numero, “Il capitolo Sloveno”, in cui tutti gli autori risponderanno alla stessa domanda: “E se oggi riaprisse a Trieste l’Hotel Balkan? Una casa del popolo che accoglie chi attraversa i Balcani e contiene un hotel, un teatro, una banca, una palestra, una stamperia, due caffè, due ristoranti, un albergo e degli appartamenti?”
Il giornale, che verrà stampato in circa 2mila copie, si potrà trovare al Caffè San Marco e in vari centri culturali e di aggregazione di Trieste.