Acciaieria. Capozzi (M5s): esclusi cittadini da comm, non partecipiamo
“Abbiamo deciso di non partecipare a una Commissione che ha estromesso arbitrariamente 24mila cittadini firmatari della petizione presentata al Presidente del Consiglio regionale, petizione con cui è stata espressa la volontà popolare di difendere la Laguna di Marano e Grado. Inoltre alla Commissione non sono stati invitati anche enti che hanno partecipato ai tavoli su questo progetto negli ultimi 15 mesi, come l’Ente di decentramento, responsabile della viabilità della zona, il Comune di Terzo di Aquileia a cui erroneamente è stato preferito il Comune di Aquileia e il Cafc”.
A dirlo, attraverso una nota, è la consigliera del Movimento 5 Stelle, Rosaria Capozzi, che ha scelto di non partecipare alle audizioni sull’acciaieria in Laguna tenutesi oggi in II e IV Commissione.
“Ci siamo attenuti al regolamento – spiega – quando abbiamo chiesto di integrare l’elenco degli auditi, richiesta rifiutata. Evidenziamo che il presidente Maurmair garante della sua applicazione, deroga allo stesso nel momento in cui presiede la Commissione congiunta, prerogativa spettante al presidente più anziano”.
Capizzi continua: “Abbiamo avuto modo di evidenziare nell’interrogazione depositata che gli studi, ancorché incompleti, evidenziano le tante criticità dell’investimento siderurgico, ma anche delle possibili infrastrutture che andrebbero a modificare la delicata zona protetta speciale e la Punta Sud dell’Aussa Corno”.
“Siamo sinceramente indignati – prosegue ancora la consigliera – di sentirci dire che cementificare 150 ettari di terreno, modificare le foci dei fiumi facendo arretrare gli argini lagunari in una Zona protetta speciale, aumentare il traffico di mezzi sulla strada provinciale 80 da 80 a 3250 al giorno, decuplicare i treni, decuplicare le emissioni di monossido di carbonio e di acido cloridrico in un’area a ridotta ventilazione sono un’occasione di sviluppo non solo economico, ma anche sociale e culturale per la nostra Regione”.
Infine, conclude Capozzi, “il progetto, a differenza di quanto spesso affermato in quest’aula, non solo esiste ma ha anche un nome, Progetto Adria. Restiamo convinti che l’ulteriore stanziamento di 20 milioni per l’infrastruttaruzione non servano, perché già in atto un infrastrutturazione con relativi stanziamenti. Per noi l’area deve essere rinaturalizzata così come nelle considerazioni iniziali”.