Agroalimentare made in Italy: la Dop economy tiene per il 2020
La Dop economy tiene nel 2020 e resta “una componente fondamentale del Made in Italy”, ha usato queste parole il Ministro per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali Stefano Patuanelli, intervenuto durante la presentazione del Rapporto Ismea-Qualivita 2021, che ha analizzato i valori economici e produttivi dei settori agroalimentari e vitivinicolo DOP e IGP.
L’analisi presentata quest’anno contiene l’analisi e l’interpretazione dei dati della DOP economy del periodo pandemico (2020) ed è nata grazie all’integrazione delle competenze dell’Osservatorio Qualivita e dell’Osservatorio Ismea, che si sono avvalse anche della collaborazione con OriGIn Italia. La conclusione di questi dati è che nel 2020 la DOP economy ha tenuto, con 16,6 miliardi di euro, mentre il settore IGP è calato del 2% in valore. Stabile, poi, l’export con 9,5 miliardi (-0,1%) pari al 20% delle esportazioni nazionali di settore. Ciò sta a significare che nell’anno della pandemia che ha messo in discussione molti fattori alla base dei sistemi di produzione, distribuzione e consumo, la DOP economy, che vale il 19% del fatturato complessivo del settore agroalimentare nazionale, ha confermato il ruolo esercitato nei territori, grazie al lavoro svolto da 200mila operatori e 286 Consorzi di tutela dei comparti cibo e vino.
“I prodotti DOP IGP si confermano anche nel 2020 una componente fondamentale nell’affermazione del made in Italy sui mercati globali e un motore di promozione e tutela delle eccellenze italiane – ha spiegato Patuanelli nel suo intervento -. L’analisi del XIX Rapporto Ismea-Qualivita dimostra ancora una volta come grazie alla distintività e alla tradizione delle nostre produzioni, la Dop economy tenga sia sul territorio nazionale che all’estero, cresca nelle regioni del Sud e nelle Isole e traini l’intero comparto agroalimentare italiano. A livello comunitario ci aspetta un anno impegnativo, sia per la revisione del quadro normativo dell’etichettatura che per quello del regolamento DOP e IGP. Proprio per questo è necessario salvaguardare e tutelare l’intero sistema produttivo dai rischi che possono generare l’omologazione alimentare, i sistemi di etichettatura fuorvianti come il Nutriscore, le fake news, i tentativi di imitazione sia sui mercati comunitari che su quelli terzi. Il PNRR, con i Contratti di filiera e di distretto, gli incentivi all’innovazione, la digitalizzazione, rappresenta una grande occasione per la crescita delle filiere DOP IGP, e come MiPAAF ci impegniamo già da subito ad accompagnare le imprese in questo delicato momento, con la volontà di metterle nelle migliori condizioni per intercettarne le opportunità e compiere un ulteriore salto di qualità nel mondo e in Europa”, ha concluso il Ministro.
Oltre al numero uno del MiPAAF, sono intervenuti anche Angelo Frascarelli, Presidente Ismea, Cesare Mazzetti, Presidente della Fondazione Qualivita.
Per il primo, “la differenziazione, insieme a innovazione e organizzazione, è la leva del successo dell’agroalimentare italiano. I dati che il Rapporto Ismea-Qualivita sulle Indicazioni Geografiche monitora con attenzione ci parlano di un modello produttivo fortemente orientato alla qualità, al legame territoriale e a una differenziazione multilivello. Ma in prospettiva è necessario che la filiera agroalimentare affronti la questione con ancora più impegno rispetto al passato, orientando i propri sforzi per uscire dalla logica delle commodity e fare della distintività l’elemento cardine delle strategie produttive e commerciali”.
Il secondo, invece, ha evidenziato come “il Rapporto Ismea-Qualivita accompagna, ormai da 19 anni, l’evoluzione del sistema DOP IGP italiano e, ancora una volta, evidenzia come esso rappresenti un modello efficace di sviluppo dei territori. La coesione delle filiere, la garanzia di sicurezza per i consumatori e la capacità di dialogo con le istituzioni hanno rappresentato punti di forza per la tenuta del settore in risposta alle difficoltà emerse durante la prima fase della pandemia. I numeri delle nostre analisi sono il frutto del lavoro congiunto di operatori, Consorzi di tutela, enti e istituzioni in tutta Italia. La Fondazione Qualivita continuerà a supportare il sistema attraverso l’analisi del settore, proponendo elementi utili a definire una nuova visione strategica sulla qualità in risposta ai mutamenti in atto e ai nuovi obiettivi della transizione ecologica”.
Dop economy: un euro su cinque dell’agroalimentare italiano da prodotti DOP IGP
La produzione certificata DOP IGP agroalimentare e vinicola nel 2020 esprime un valore di 16,6 miliardi di euro, un dato in calo del -2,0% rispetto all’anno precedente; ma se da una parte si interrompe il trend di crescita del settore, ininterrotto negli ultimi dieci anni, dall’altra in un passaggio di difficoltà straordinaria si conferma la capacità di tenuta di un sistema di qualità diffuso in tutto il territorio nazionale. La Dop economy vale il 19% del fatturato complessivo del settore agroalimentare nazionale, grazie soprattutto al contributo delle grandi produzioni certificate, ma non mancano elementi che confermano un forte dinamismo del sistema delle Indicazioni Geografiche italiane, fra cui l’affermarsi di categorie come le Paste alimentari o i Prodotti della panetteria e pasticceria. Il comparto agroalimentare DOP IGP vale 7,3 miliardi di euro alla produzione e il vitivinicolo imbottigliato raggiunge 9,3 miliardi di euro.
Export DOP IGP: variano le dinamiche ma si conferma il valore delle esportazioni IG
Le esportazioni delle DOP e IGP agroalimentari e vitivinicole nel 2020 registrano un valore stabile su base annua raggiungendo i 9,5 miliardi di euro (-0,1%) per un peso del 20% nell’export agroalimentare italiano. Si tratta di un risultato importante, con chiari effetti collegati alla pandemia sui mercati extra-UE, il cui calo è compensato da una crescita delle esportazioni verso destinazioni europee. Il valore complessivo è frutto anche di un andamento diverso fra i due comparti, con il cibo che con 3,92 miliardi di euro registra un incremento del valore esportato del +1,6% e il vino che con 5,57 miliardi di euro mostra un calo del -1,3%.
Impatto territoriale: traina il Nord Italia, ma le crescite sono nelle regioni del Sud e Isole
Tutte le regioni e le province italiane registrano un impatto economico delle filiere DOP IGP, anche se si conferma la concentrazione del valore nel Nord Italia. Fra le prime venti province per valore, ben undici sono delle regioni del Nord-Est, a partire dalle prime tre – Treviso, Parma e Verona – che registrano un impatto territoriale oltre il miliardo di euro. Nel 2020 solo l’area “Sud e Isole” mostra un incremento complessivo del valore rispetto all’anno precedente (+7,5%), con crescite importanti soprattutto per Puglia e Sardegna.
Cibo DOP IGP STG: tiene il valore alla produzione, cresce l’export in UE
L’agroalimentare italiano DOP IGP STG coinvolge oltre 86mila operatori, 165 Consorzi autorizzati e 46 organismi di controllo. Nel 2020 raggiunge i 7,3 miliardi di euro di valore alla produzione per un -3,8% in un anno e con un trend del +29% dal 2010. Stabile il valore al consumo a 15,2 miliardi di euro per un andamento del +34% sul 2010. Prosegue anche nel 2020 la crescita dell’export che raggiunge i 3,9 miliardi di euro per un +1,6% su base annua con un dato che dal 2010 è più che raddoppiato (+104%). Mercati principali si confermano Germania (770 mln €), USA (647 mln €), Francia (520 mln €) e Regno Unito (268 mln €).
Vino DOP IGP: valore dell’imbottigliato stabile, frena l’export
Il vitivinicolo italiano DOP IGP coinvolge oltre 113mila operatori, 121 Consorzi autorizzati e 12 organismi di controllo. Nel 2020 registra 24,3 milioni di ettolitri di vino IG imbottigliato (+1,7% in un anno), con le DOP che rappresentano il 68% della produzione e le IGP il 32%. Il valore della produzione sfusa di vini IG è di 3,2 miliardi di euro, mentre all’imbottigliato è 9,3 miliardi di euro (-0,6%) con le DOP che ricoprono un peso economico pari all’81%. L’export raggiunge 5,6 miliardi di euro, per un -1,3% su base annua e un trend del +71% dal 2010; risentono degli effetti della pandemia soprattutto i mercati extra-UE (-4,3%), mentre cresce l’export in UE (+4,1%) con incrementi a doppia cifra per i Paesi scandinavi e del Nord Europa.
DOP IGP STG nel mondo: lo scenario nel mondo e in Europa
Al 31.12.2021 si contano complessivamente 3.249 prodotti DOP IGP STG nel mondo, di cui 3.043 registrati nei Paesi europei a cui si aggiungono le 206 produzioni DOP IGP STG riconosciute in 15 Paesi extra comunitari, compreso il Regno Unito. L’Italia conferma il primato mondiale per numero di prodotti certificati con 841 DOP, IGP, STG. Nel 2021 sono state registrate 43 nuove IG nel mondo, di cui 39 in 15 Paesi europei e 4 in Paesi extra-UE. L’Italia conta 3 nuove registrazioni nel comparto Cibo: Pistacchio di Raffadali DOP, Pesca di Delia IGP e Olio di Roma IGP. (fonte aise)