Al 38° Festival del Cinema Ibero-Latino Americano di Trieste: vince l’argentino Los impactados, ma tre premi sono per El arte de perder
Argentina, Messico, Cile, spesso in coproduzione con Paesi europei, hanno vinto la maggior parte dei premi del XXXVIII Festival del Cinema Ibero-Latino Americano, conclusosi nella serata di sabato 11 novembre nel Teatro Miela di Trieste, con la Cerimonia di Premiazione. Ed è stata una notte spesso al femminile: nel Concorso Ufficiale, il Miglior Film, la Miglior Regia e il Miglior Interprete hanno nome di donna.
Il Miglior Film del Concorso Ufficiale è l’argentino Los impactados di Lucía Puenzo, premiato “per la scelta originale del tema inedito, sviluppato in maniera coesa, in una produzione di alto livello che unisce la complessità del racconto tra immaginazione, fiction e realtà”. È una coproduzione argentino-italiana il film che ha vinto il Premio alla Miglior Sceneggiatura: Rinoceronte di Arturo Castro Godoy ha colpito i giurati “per l’agghiacciante racconto che giustappone un bambino maltrattato al suo tutore, entrambi con esperienze simili”. Messicani sono invece il Premio Speciale della Giuria, andato a Estoy todo lo iguana que se puede di Julián Robles, “per l’abilità nell’integrare temi che catturano problematiche in primo piano del mondo contemporaneo”, e la Miglior regia, andata a Claudia Sainte-Luce per El reino de Dios, in cui ha rivelato “la capacità di trasformare uno scenario rurale in un racconto che combina elementi della tradizione e della modernità attraverso commoventi interpretazioni”. La Miglior interprete del Concorso Ufficiale è l’attrice cilena Antonia Zegeres per “l’intensa interpretazione di una madre che ha perso suo figlio” in El castigo di Matías Bize.
In Contemporanea Concorso, la ripartizione dei Premi è stata equilibrata, tra le cinematografie di diversi Paesi. Il Miglior Film è il messicano La mujer de estrellas y montañas di Santiago Esteinou, “un invito a riflettere sulla psichiatria violenta che confina, medica, non dialoga con l’individuo e si concentra sui sintomi” secondo i giurati. Premio Speciale della Giuria per il cileno-belga Que no me roben los sueños di Zoé Brichau, che “possiede un onesto e potente punto di vista che emerge dall’epicentro del risveglio sociale cileno. Con un montaggio di guerriglia che non lascia spazio a reiterazioni ci lascia senza respiro”. Ben tre premi per un’altra coproduzione cilena, ma questa volta con la Germania: El arte de perder di Sebastián Saam ha ottenuto il Premio del Pubblico e il Premio Arcoiris ed è la Miglior Produzione di Contemporanea Concorso, perché “il produttore ha consentito la creazione di un’esperienza transculturale per gli spettatori, ma allo stesso tempo ha mantenuto l’attenzione sulle radici culturali del suo personaggio”. L’argentino-israeliano Bronca di Tomer Slutzky, Sergio (Shlomo) Slutzky, infine, ha vinto per la Miglior Sceneggiatura, “profondamente e accuratamente studiata attraverso più di un decennio di vita del suo protagonista e regista, un uomo che ci scuote con la sua enorme umanità. Una sceneggiatura che affronta il potere con estremo coraggio e riesce a sopravvivere all’ingiustizia, e che speriamo si concluda con un lieto fine” scrivono i giurati nella motivazione.
Ancora una coproduzione del Cile, qui con la Francia, vince la sezione Cinema e Letteratura. Notas para una película di Ignacio Agüero è il Miglior film della sezione perché “è un magnifico documento della storia del Cile, che riflette molti aspetti della sua cultura attraverso lo sguardo di un giovane straniero, Gustave Verniory, ingegnere belga, contrattato dal governo di Balmaceda per la creazione della via ferroviaria di Araucania. È un libero adattamento ispirato al suo libro Gustave Verniory, 10 années en Araucanie 1889-1899”.
Il Premio Mundo Latino è per il messicano Pedro di Liora Spilk Bialostozky, “ritratto commovente, dinamico e chiarificatore di un’imponente figura della storia dell’arte. Pedro rappresenta la realtà messicana come depositario della memoria del surrealismo nella sua versione più ludica ed ironica, riesce inoltre a penetrare nell’ermetica intimità di un affascinante architetto di labirinti visuali e concettuali”. All’argentino La Rebelión de las Flores di María Laura Vázquez, il Premio Malvinas, perché, spiegano gli studenti giurati dell’Istituto Marco Belli di Portogruaro (VE), “ha saputo evidenziare la determinazione e la forza con cui un gruppo di donne indigene conducono la loro lotta pacifica per difendere i propri diritti e quelli della terra in cui vivono”.
Si torna nel Cile con il Premio alla Miglior Colonna Sonora: il compositore Felipe Jiménez, autore delle musiche del cileno El retrato de ella di Fernanda Altamirano vince “per la caratterizzazione drammatica, preziosa ed efficace che le musiche conferiscono al film”.
Il Festival del Cinema Ibero-Latino Americano ha assegnato il Premio alla Carriera ad Alvaro Covacevich, mentre il Premio all’impegno civile è andato all’argentino Una mirada honesta di Roberto Persano e Santiago Nacif, per il valore della memoria: “Roberto Persano e Santiago Nacif riscattano attraverso questo documentario-reportage momenti, fatti, situazioni, che fanno parte delle battaglie, delle conquiste, delle sconfitte, delle allegrie, delle sofferenze del popolo argentino e di conseguenza dei latinoamericani”.
Qui di seguito, i Premi assegnati con le loro motivazioni.
Più in basso la programmazione delle proiezioni di alcuni dei film vincitori, domenica 12 novembre al Teatro Miela.
PREMI E MOTIVAZIONI
CONCORSO UFFICIALE
Miglior film
Los impactados di Lucía Puenzo (Argentina – 2023)
Per la scelta originale del tema inedito, sviluppato in maniera coesa, in una produzione di alto livello che unisce la complessità del racconto tra immaginazione, fiction e realtà.
Premio Speciale della Giuria
Estoy todo lo iguana que se puede di Julián Robles (Messico, 2022)
Per l’abilità nell’integrare temi che catturano problematiche in primo piano del mondo contemporaneo attraverso l’utilizzo esemplare della spontaneità, l’immagine, il colore, la sensualità, l’erotismo, con una speciale enfasi sulla diversità.
Miglior regia
El reino de Dios di Claudia Sainte-Luce (Messico, 2022)
Per la capacità di trasformare uno scenario rurale in un racconto che combina elementi della tradizione e della modernità attraverso commoventi interpretazioni.
Miglior Sceneggiatura
Rinoceronte di Arturo Castro Godoy (Argentina/Italia, 2022)
Per l’agghiacciante racconto che giustappone un bambino maltrattato al suo tutore, entrambi con esperienze simili, e per il modo in cui nel corso del film la personalità dei due protagonisti si trasforma.
Miglior Interprete
Antonia Zegeres (El castigo di Matías Bize, Cile/Argentina – 2022)
Per l’intensa interpretazione di una madre che ha perso suo figlio, di come riesce ad esprimere il conflitto familiare ed il dramma personale rispetto alla maternità.
CONTEMPORANEA CONCORSO
Miglior film
La mujer de estrellas y montañas di Santiago Esteinou (Messico, 2023)
Per la sua straordinaria struttura: filmografia, narrazione e storia. Con testimonianze che rivelano la solitudine, la reclusione e l’ingiustizia subita dalla protagonista di fronte a una società “moderna” che ignora e teme la cultura e la cosmovisione raramuri a cui lei appartiene. Un invito a riflettere sulla psichiatria violenta che confina, medica, non dialoga con l’individuo e si concentra sui sintomi. In modo magistrale, il regista e il suo team testimoniano una donna viva tra le stelle e le montagne della sua terra.
Premio Speciale della Giuria
Que no me roben los sueños di Zoé Brichau (Cile/Belgio, 2021)
Questo cortometraggio possiede un onesto e potente punto di vista che emerge dall’epicentro del risveglio sociale Cileno. Con un montaggio di guerriglia che non lascia spazio a reiterazioni ci lascia senza respiro. Con una regia che accompagna con sorellanza la sua protagonista che con enorme generosità condivide un episodio intimo e trascendentale della sua vita, invitandoci a riflettere sula situazione dei diritti riproduttivi delle donne in Cile.
Migliore Sceneggiatura
Bronca di Tomer Slutzky, Sergio (Shlomo) Slutzky, (Argentina/Israele, 2022)
La ricerca della giustizia è un tema cinematografico che conferisce, soprattutto nei film documentari, un significato aggiuntivo che deve essere articolato in una narrazione visiva persuasiva. La consideriamo una sceneggiatura profondamente e accuratamente studiata attraverso più di un decennio di vita del suo protagonista e regista, un uomo che ci scuote con la sua enorme umanità. Una sceneggiatura che affronta il potere con estremo coraggio e riesce a sopravvivere all’ingiustizia, e che speriamo si concluda con un lieto fine.
Miglior Produzione
El arte de perder di Sebastián Saam (Cile/Germania, 2022)
La produzione di questo film, che racconta la combinazione di resilienza umana e invenzione musicale nel quadro di un ambiente storico e sociale, ha dovuto affrontare un compito complesso. La narrazione del film con l’ammirevole chitarrista solista combina movimenti attraverso il tempo e lo spazio di diversi continenti e delle loro culture. Il produttore, quindi, ha consentito la creazione di un’esperienza transculturale per gli spettatori, ma allo stesso tempo ha mantenuto l’attenzione sulle radici culturali del suo personaggio di vita reale.
CINEMA E LETTERATURA
Miglior film
Notas para una película di Ignacio Agüero (Cile/Francia, 2022)
È un magnifico documento della storia del Cile che riflette molti aspetti della sua cultura attraverso lo sguardo di un giovane straniero, Gustave Verniory, ingegnere belga, contrattato dal governo di Balmaceda per la creazione della via ferroviaria di Araucania. È un adattamento libero ispirato al suo libro Gustave Verniory, 10 années en Araucanie 1889-1899. Ignacio Agüero illustra uno spazio cinematografico sensibile nel quale gioca e dialoga con il passato e il contemporaneo, tra paesaggio urbano e paesaggio geografico, per rivelare l’essenza profonda del territorio.
PREMIO DEL PUBBLICO
El arte de perder di Sebastián Saam (Cile/Germania, 2022)
PREMIO MALVINAS
Istituto Marco Belli
La Rebelión de las Flores di María Laura Vázquez (Argentina, 2022)
…perché con questo documentario la regista María Laura Vásquez ha saputo evidenziare la determinazione e la forza con cui un gruppo di donne indigene conducono la loro lotta pacifica per difendere i propri diritti e quelli della terra in cui vivono.
PREMIO MUNDO LATINO
Pedro di Liora Spilk Bialostozky (Messico, 2022)
Per il ritratto commovente, dinamico e chiarificatore di un’imponente figura della storia dell’arte. Pedro rappresenta la realtà messicana come depositario della memoria del surrealismo nella sua versione più ludica ed ironica, riesce inoltre a penetrare nell’ermetica intimità di un affascinante architetto di labirinti visuali e concettuali. Una nostalgica riflessione sulla scomparsa di un paradigma artistico nel mondo globalizzato dell’arte.
PREMIO MIGLIOR COLONNA SONORA
El retrato de ella di Fernanda Altamirano (Cile, 2022)
Per la caratterizzazione drammatica, preziosa ed efficace che le musiche del compositore Felipe Jiménez conferiscono al film, la giuria Colonna Sonora premia il film cileno El retrato de ella di Fernanda Altamirano.
PREMIO ARCOIRIS
El arte de perder di Sebastián Saam (Cile/Germania, 2022)
PREMIO ALLA CARRIERA
Alvaro Covacevich
PREMIO IMPEGNO CIVILE
Una mirada honesta di Roberto Persano e Santiago Nacif (Argentina, 2022)
Per il riscatto della storia lontana e recente. Per l’importanza di riproporre la memoria: sfida ineludibile oggi, per l’artista, per il cineasta. Roberto Persano e Santiago Nacif riscattano attraverso questo documentario-reportage momenti, fatti, situazioni, che fanno parte delle battaglie, delle conquiste, delle sconfitte, delle allegrie, delle sofferenze del popolo argentino e di conseguenza dei latinoamericani.