Al centro gli artisti

“Capitale umano come patrimonio di capacità, competenze e conoscenze fondato sulla formazione. Il valore su cui investire per costruire il domani delle imprese e del Paese” è il tema dell’assemblea generale della Confindustria Alto Adriatico che si terrà a Grado il 27 settembre 2024, con la partecipazione e conclusioni del Presidente Nazionale Emanuele Orsini.
I lavoratori, gli artisti vengono messi al centro, immediatamente più esterno il prodotto, poi l’obiettivo che si deve raggiungere, e quindi il modo che si raggiunge quell’obbiettivo. Tutte le fabbriche sono fatte di persone, macchine e muri, il punto che viene sviscerato è: quante sono fatte veramente di persone. Voglio pensare che sia questo il progetto, ambizioso e affascinante. Un cambio di strategia per un passaggio epocale.
E un’assemblea di una categoria importante, le cui decisioni coinvolgeranno il mondo della manodopera regionale. Per raggiungere gli obbiettivi, contenuti dalla tematica, ha bisogno di altri soggetti, altrettanto importanti: il Sindacato, le Istituzioni, le Forze Politiche che hanno il potere di legiferare. Una sfida che non si può evitare, diventa un obbligo raccoglierla per tutti i soggetti in campo.
Dai risultati dell’assemblea va fatta una verifica sul campo delle varie azioni necessarie. Mi interessa la verifica con l’esperienza di Monfalcone, del cantiere navale, dove l’evoluzione è in atto da diversi anni. Partita come industria codina delle Partecipazioni Statali è diventata una Leader del settore che si confronta sul mercato mondiale. Nonostante questo, l’assenza del governo dei processi e della contrattazione ha portato diverse conseguenze negative per i lavoratori, per la città. Un fallimento. Sottolineo alcuni punti di riferimento:
-Il cambiamento del prodotto, dai cassoni di ferro delle petroliere degli anni 70/80 alle navi passeggeri espressione di alta meccanica, tecnologia, innovazione aperta, ha invertito le percentuali tra lavoro di scafo e allestimento;
-L’evoluzione del sistema di produzione, che va visto almeno in “un’area regionale”, ha fatto del coordinamento e della programmazione due elementi di riferimento;
-La qualità della nave, il sistema di costruzione, l’innovazione continua, fa un prodotto unico che protegge l’azienda. La figura dei lavoratori con l’evoluzione della professionalità rapportata a nuovi ruoli, alle tecnologie, alla qualità del prodotto, all’organizzazione, diventa sempre più insostituibile, centrale. La valorizzazione e la protezione di questo patrimonio è determinante;
-Ogni nave è un prodotto unico, la messa a punto, il collaudo di ogni parte è un’opera. Agilità, flessibilità, velocità nel flusso di informazioni, capacità di modificare velocemente i piani e l’approccio, diventano centrali. Gli errori di negligenza non possono essere ammessi;
-La fabbrica Fincantieri costruisce navi di lusso e di bellezza che emozionano, splendidi sogni, ma poi, questi, sono inarrivabili alle persone che hanno lavorato anni per realizzali. Un percorso di appartenenza va oltre il posto di lavoro, il salario di fine mese, passa anche dal riconoscimento del loro ruolo nella costruzione del prodotto, nel progetto, nelle motivazioni;
-E compito dell’azienda madre fare da garante dei diritti e della dignità di tutti i lavoratori. La protezione della salute e della sicurezza diventi la spina dorsale del futuro sviluppo. E una questione, anche, di salute pubblica. Garante dei salari contrattuali per tutti i lavoratori che concorrono alla costruzione del prodotto,
-Il cambio generazionale dei lavoratori (amianto, pensionamento, carico lavoro) negli ultimi 30 anni. Per la mancanza di manodopera sul territorio la provenienza va da Castellamare alla Romania, dalla Slovenia alla Croazia, al Bangladesh;
– Se il capitale umano è un patrimonio, questo va salvaguardato anche “fuori” le mura, nel territorio, con la partecipazione nella responsabilità dell’evoluzione del territorio in rapporto agli enti istituzionali preposti: la convivenza, la sanità, la casa, la scuola, il rispetto dei diritti e i doveri, la lingua, lo sport, il cambiamento generazionale. Un passaggio epocale che va guidato con giudizio, con responsabilità, con intelligenza, travasando il patrimonio di capacità, di competenze, di conoscenze dalle navi alla città del futuro, per il Loro benessere. Purtroppo in questi anni è mancato il governo dei cambiamenti, sono mancate le contrattazioni necessarie. Le conseguenze dei vuoti, dei ritardi, del populismo hanno intaccato la città tutta nell’unità, nella fiducia e nella speranza, diventando senza colori e sorriso. E inevitabile che questa negatività subita pesi anche sul lavoro.
Sono stati i lavoratori, gli artisti, che dopo aver salvato le industrie, conquistato il lavoro (ci siamo già dimenticati), in questi ultimi 30 anni, con tutte le contradizioni, le difficoltà, i sacrifici, hanno permesso di superare i passaggi difficili, le crisi. Oggi si parla di carichi di lavoro, di quale futuro, del valore delle persone, sia in città che in fabbrica.
Se l’assemblea della Confindustria lancia la sua sfida, mettendo al centro il capitale umano, per i loro interessi, serve che la Politica, le Istituzioni, il Sindacato, ognuno per il ruolo che gli compete, fare un salto di qualità per raccoglierla, guidarla per incanalarla nella cornice della Costituzione per il futuro del Paese, dei lavoratori, delle Imprese. Un’opportunità per costruire Il futuro di Monfalcone.
Luigino Francovig