Alimentare il futuro: servirà più cibo ma causa i cambiamenti climatici con meno aree coltivabili

L’agricoltura mondiale sarà chiamata a grandi sfide nei prossimi decenni, visto dovrà garantire risorse alimentari a una popolazione umana globale che, stando gli attuali trend di crescita, arriverà nel 2100 a quasi 11 miliari di individui. Aumentare la produzione (le stime parlano di almeno il +50% in media) non sempre sarà possibile, visti i cambiamenti climatici in atto che riducono le aree fertili, e quindi rendere ancora più efficace l’attuale resa è fondamentale, anche grazie alla ricerca genetica. Genetica che nel settore viticolo è utilizzata per esempio nella selezione dei vitigni resistenti, il cui approccio si confronta con quello delle vigne biologiche il tutto in un quadro in cui l’Italia è si il maggiore produttore mondiale di vino ma ancora non lo vende ai valori a cui invece arrivano, per esempio, le aziende francesi.

Questi, in estrema sintesi, i temi messi sul tavolo dal convegno “Alimentare il futuro. Le sfide dell’agricoltura tra alimentazione, ambiente, mercato e globalizzazione” svoltosi oggi a Rauscedo di San Giorgio della Richinvelda in Friuli Venezia Giulia all’interno della rassegna vitivinicola Le Radici del Vino.

L’incontro è stato organizzato dal Comune di San Giorgio della Richinvelda insieme a Confcooperative Pordenone e Vivai Cooperativi Rauscedo. Sostengono l’iniziativa la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Friulovest Banca e le Città del Vino.

I saluti istituzionali sono stati portati da Michele Leon sindaco di San Giorgio della Richinvelda, che ha evidenziato come Le Radici del Vino è un momento di riflessione per l’intero comparto, alla fine della vendemmia, in un territorio dalla grande vocazione vitivinicola; Luigi Piccoli presidente Confcooperative Pordenone che ha lodato Le Radici del Vino per il grande cammino di crescita svolto nelle sue 6 edizioni, sempre con un occhio attento alle dinamiche cooperative; Stefano Volpe presidente dei Vivai Cooperativi Rauscedo che ha ricordato la posizione di leader mondiali nella produzione di barbatelle, ovvero le giovani viti che daranno vita ai vigneti (più di un quarto della produzione planetaria avviene proprio a Rauscedo grazie a varie realtà vivaistiche); Lino Mian presidente Friulovest Banca che ha sottolineato come la banca sia sempre attenta alle esigenze del territorio; Stefano Zannier assessore regionale alle Risorse Agroalimentari Ittiche e Forestali della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia che ragionando sulla prossima Pac, la politica agricola comunitaria dell’Ue, ha dichiarato che la regione farà la sua parte nel sostenere gli agricoltori con misure complementari; Eugenio Sartori direttore dei Vivai Cooperativi Rauscedo che ha auspicato una cabina unica di regia nazionale per l’accettazione delle varietà di vitigno resistenti a fronte dell’attuale quadro che vede ogni singola regione chiamata a dare il suo beneplacito.

Si sono poi confrontati, moderati dal giornalista Lorenzo Tosi (coautore di Terre e vita), illustri esperti: Eugenio Pomarici professore ordinario del Dipartimento Tesaf Cirve dell’Università di Padova a fronte di una popolazione mondiale in crescita ha quantificato in più 100 milioni gli ettari coltivabili necessari, riducendo al contempo lo spreco di cibo e sviluppando biotecnologie salvaguardando allo stesso tempo indipendenza di agricoltori e biodiversità. In questo l’Unione europea dovrà prepararsi per tempi futuri in cui è probabile che l’autosufficienza alimentare possa tornare di attualità; Raffaele Testolin professore ordinario del Dipartimento di Scienze AgroAlimentari, ambientali e animali dell’Università di Udine illustrando i vitigni resistenti ha auspicato una collaborazione continua tra genetisti, patologi, tecnici e viticoltori; Tiziana Sarnari, analista di mercato dell’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare Ismea partendo dal primato italiano nella produzione di vino ha evidenziato come il nostro Paese possa crescere nel valore del prodotto venduto, soprattutto nelle bottiglie di fascia medio alta (costo dai 3 euro a salire) dove ci sono grandi potenzialità, a partire da mercati emergenti come la Cina dove siamo ancora solo il 5°importatore per volume e valore o come negli Usa dove siamo i primi per volume ma i secondi per valore dietro ai francesi; Michele Morgante direttore scientifico dell’Istituto di genomica applicata di Udine ha fatto un excursus sulla situazione futura dell’agricoltura, dove la produzione in Europa aumenterà a fronte di un calo della popolazione mentre in altre aree accadrà drammaticamente il contrario ipotizzando come soluzione l’intensificazione sostenibile tramite la sinergia tra genetica, chimica e tecniche agronomiche anche nelle aree della Terra più svantaggiate in queste previsioni; Cristina Micheloni, presidente dell’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica (Aiab) Friuli Venezia Giulia ha illustrato come in regione siano attivi già mille operatori agricoli biologici con una crescita del 13% nel 2018 rispetto l’anno precedente e di come i consumatori stiano sempre più richiedendo prodotti biologici i quali, ha concluso, possono dare il loro contributo a fronte della crescente domanda di cibo. Per tutti i relatori al termine una barbatella donata dal Comune di San Giorgio della Richinvelda.